Capitolo 25.

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"We don't exist and we are already forgotten"

Leggete sotto per favore!

Giro su me stessa diverse volte prima di svegliarmi, la luce è fioca, così come indistinte sono le voci attorno a me, due ragazze e tre ragazzi, sono talmente stordita che a malapena le riconosco.

-"Come sta?"- chiede una ragazza.

-"Bene, ma è molto stanca. Sono più di dieci ore che è riversa sul letto, senza dare segni di vita, tranne qualche mormorio indistinto e confuso."-

Sto per aprire gli occhi quando una ventata di sonnolenza mi raggiunge e appoggio di nuovo la testa sul materasso, sprofondando in un sonno profondo.

L'odore di terra mi colpisce nella sua più completa intensità, terra bagnata, terreno fresco ricoperto di orme di animali, le foglie scricchiolano e l'aria gelida del mattino lascia il segno sulla mia pelle scoperta.

Alzo le testa e mi accorgo di essere all'interno del bosco, con un uomo vicino, il quale sussurra il mio nome passandomi una mano tra i capelli, che sono ancora lunghi.

Solleva la maschera che porta, una  particolarmente grottesca,di quelle teatrali, la visione che mi si presenta davanti è orrenda.

Un uomo terribilmente sfigurato da cicatrici e scottature mi sorride, le labbra sono diventate due sottili linee rosate e un'altra cicatrice ,che parte dall'occhio sinistro e arriva all'angolo della bocca, rende la sua espressione una smorfia inquietante.

Ma io lo riconosco ugualmente, occhi nocciola, basette sale e pepe, capelli brizzolati e una lisa camicia improponibile, un insieme di dettagli che mi riporta alla mente l'immagine di mio padre.

-"Tesoro. Ma come sei cresciuta, che cosa ti hanno fatto quei brutti cattivi?"- si rivolge a me come se stesse parlando alla Melanie di più di quindici anni fa, mentre osserva il morso di Derek, che è ancora fresco.

-"Che cosa ci facciamo qua papà? Che è successo al tuo viso? Chi è stato? Dov'è la mamma?"- lo guardo in cerca di risposte.

Mentre aspetto una sua risposta mi accorgo che sono vestita esattamente come il giorno che mi hanno rapita, la cosa mi inquieta e decido di alzarmi per tornare al loft, o a casa di Lydia.

-"Non così in fretta tesoro."- imbraccia il fucile e lo punta sotto il mio ginocchio destro, sento il grilletto scattare e il dolore dilagare a macchia d'olio.

Mi getto su di lui disarmandolo in fretta, sotto le foglie qualcosa sfavilla e allungando la mano riesco ad afferrare l'elsa di un pugnale dall'aria familiare, puntandoglielo alla gola mentre sono ancora a cavalcioni su di lui.

Un'altra voce invoca il mio nome, questa volta è esterna e mi preoccupo, non riuscendo a trovarne la fonte.

Mi sveglio ritrovandomi a cavalcioni su di una persona che non è mio padre, bensì un Derek allarmato che mi osserva dal basso, mentre la punta affilata del mio pugnale gli solletica la gola.

Mi affretto ad alzarmi da lui e a gettare lontano il pugnale, che si conficca in una trave di legno.

-"Io non... non so come sia potuto succedere, Derek mi dispiace da morire!"- cerco di scusarmi.

Sento un paio di sospiri di sollievo e ruotando la testa vedo Lydia, Allison, Scott e Stiles che ci osservano pronti ad intervenire.

-"Esattamente, come ti sei avvicinato, che è successo?"-

And Every Day I Miss You ||Derek Hale||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora