Epilogo

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20 dicembre

È come se attorno a lui, tutto si stesse muovendo a rallentatore. Come se nessuno, o qualsiasi cosa, volesse saperne della sua fretta di sbarcare da quel cazzo di aereo.

Non c'è una sola cosa che voglia contribuire per farlo arrivare, nel più breve tempo possibile, da Lyn.

Zayn si risiede, frustrato, quando vede tutti i passeggeri trafficare con i propri bagagli, sul corridoio stretto: si alzano nello stesso momento, creando confusione e impiccio, intralciandosi l'uno con l'altro.

Guarda fuori dal piccolo oblò, un po' frastornato, perché nell'infrastruttura dell'aeroporto che vede a qualche centinaio di metri, qualcuno lo sta aspettando. Lì dentro c'è sua figlia.

Sua figlia.

Quanto può essere folle, questo?!

Prova a rialzarsi, intrufolandosi tra una coppia di anziani e una famiglia: recupera il suo borsone dalla cappelliera sopra i sedili e si avvia verso l'uscita, dopo aver cercato di sorridere all'hostess che grazie per aver volato con noi.

Scende le scale con fatica, perché qualcosa di pesante - la consapevolezza di incontrarla per la prima volta - comincia a farsi sentire all'altezza del petto.

Ignora le solite occhiate dei più curiosi, che, vedendolo in divisa mimetica, manifestano la loro gratitudine per il lavoro che fa. Non importa di quale corpo un soldato fa parte, che tipo di militare è, se un Marine di mare, di aria o di terraferma. Verrà sempre considerato come un eroe, indipendentemente se ha fatto davvero del bene, se ha ucciso qualcuno che metteva a rischio la sicurezza della sua famiglia, del suo Paese, della sua gente. Indipendentemente dalla ragione che lo ha spinto a indossare quell'uniforme: una delusione, la perdita di un caro, il non sapere che cosa farne della propria vita - come nel caso di Zayn - .

Lo vedranno sempre come un uomo di valore, altruista, che ha messo da parte sé stesso per il bene di tanti altri. Un uomo di tutto rispetto, che non ha paura di nulla e che riesce a sopravvivere nel nulla più totale.

Zayn, esattamente come tutti i soldati del mondo, è un uomo forte, impavido, coraggioso, che però ha una stramaledettissima paura di prendere in braccio la sua, loro, piccola A.

Perché - non dimentichiamolo - loro sono addestrati a tutto, fuorché a vivere una vita vera, una vita .. Normale. Quella che non è solo fatta di caricatori e bossoli, ma anche di molto altro.



Zayn scende dalla navetta che, dalla pista d'atterraggio, lo ha portato a una delle entrate interne dell'aeroporto. Aumenta il passo, con il borsone su una spalla, facendo slalom tra l'ammasso di persone in attesa dei loro bagagli. Viaggiare "leggeri" ha anche i suoi vantaggi .. Ma viaggiare qualche giorno prima di Natale non lo è affatto.

Inizia a guardarsi intorno, nonostante l'arrivo dei passeggeri sia ancora distante. Non sarà facile trovarle in mezzo a tutta quella gente: Zayn non sa nemmeno se sono entrate nell'edificio, magari c'è troppo rumore per una bambina di neanche un mese.

«Veniamo a prenderti.» le aveva detto Lyn, poco prima che la bambina iniziasse a piangere e salutasse, in questo modo, per la prima volta il suo papà.

Supera alcuni agenti federali, che gli danno un saluto d'intesa e si drizzano sul posto quando passa, poi si dirige verso le scale mobili.

Porca puttana!, impreca silenziosamente senza esitazione, osservando la coda di persone che aspettano di scendere.

The Only Easy Day Was YesterdayWhere stories live. Discover now