Safe

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21 aprile

Non si parlano da più di due giorni, ormai. Dopo che hanno passato quella notte insieme, entrambi svegli e sul divano, non si sono più cercati.

«Dobbiamo parlare, Zayn.»

«Più avanti.»

Più avanti quando?

Quando le si sarebbero rotte le acque? O quando il bambino avrebbe incominciato a gattonare?

Soffocare: Lyn si sente ancora soffocare da qualcosa. Prima dai suoi genitori e adesso da Zayn, la persona che in questo momento dovrebbe starle il più possibile accanto per condividere tutte le sue – magari loro – paure. Perché dovrebbero viverla insieme questa cosa, eppure stanno facendo tutt'altro. Proprio l'opposto.

E nonostante questo, che non è di certo poco, lei continua a capirlo. Lo capisce che è ancora scosso e probabilmente spaventato tanto quanto lo era lei nelle prime settimane dopo aver scoperto della gravidanza.

D'altronde l'ha colto di sorpresa. D'altronde quel bambino ha colto di sorpresa anche lei, tutte e due.

Non si vedevano da mesi, ovvero dalla volta in cui hanno fatto il danno, e quando lei si è rifatta viva, bussando alla sua porta e presentandosi con un cappellino bianco in una busta di plastica, di certo non si aspettava di ricevere grandi feste. O di essere baciata ed abbracciata come dovrebbe andare in una normale coppia di ragazzi che si piacciono. 

Loro si vogliono e basta .. E per questo, l'avevano fatta grossa.

Lyn lo giustifica, probabilmente lo farà per sempre.

Di chi è la colpa?

Si incolpano a vicenda, ma non l'uno con l'altra.

È colpa mia, mi dispiace e le ho rovinato la vita.


«Cosa vuoi fare?»

Non glielo ha chiesto per davvero.

«Cosa voglio fare? Lyn, ma sei seria?!»

Lei abbassa lo sguardo. Pensava davvero di poterci parlare questa volta, ma evidentemente si sbagliava. Dovevano pur chiarire la faccenda, prima o poi.

Zayn si passa una mano fra i capelli biondastri, avvicinandosi al divano e sedendosi sopra, lasciando uno spazio fra di loro. Sono passati qualche giorno da quando ha preso in mano per la prima volta quel piccolo, minuscolo, cappellino bianco, eppure la sola idea di averla messa incinta gli fa contorcere ancora le budella. Cazzo!

Si strofina gli occhi, poi si copre il viso e infine rimane imbambolato sulle proprie dita rovinate che penzolano dalle ginocchia.

Fa un respiro profondo. Non vuole trattarla male, è solo troppo nervoso.

«Tu cosa vuoi fare. Lo vuoi tenere?»

Dalla disperazione Lyn è sul punto di piangere. Ancora.

«Zayn –»

«Lyn!» dillo e basta.

«Non lo so! Io –» ma lui la interrompe una seconda volta.

«Lo sai da quasi due mesi, cazzo, non dirmi che non hai mai pensato se tenerlo oppure no! Smettila di prendermi per il culo!»

«Voglio tenerlo.» risponde d'un tratto, sicura, ferma, convinta.

Zayn rilassa le spalle, mormora un "okay" e si appoggia allo schienale del divano.

Avrà un figlio.

Diventerà papà. È definitivo. Al cento per cento.

Wow.

L'importante è saperlo, esserne sicuri, incominciare a vedere il futuro con un'ottica diversa. Aspettare l'arrivo di un'altra creaturina che avrà il tuo stesso DNA. Il tuo stesso sangue e il tuo stesso nome.

«Smettila di dire che va okay, Zayn.» non ne può più, di sentire quella parola pronunciata dalle labbra che una volta non facevano altro che baciarla.

Non le risponde.


Quel piccolo appartamento è diventato magicamente troppo grande per loro: Zayn, che passa più tempo fuori che dentro casa, si è sistemato su quel divano mentre Lyn, a forza di vomitare, si è dovuta stabilire definitivamente in bagno, sulla tazza del water. Se non fosse stato per Cecilia, che si muoveva da un piano all'altro, quasi sicuramente in quella casa non si sarebbe sentito volare una mosca!

E non c'è cosa peggiore del silenzio e del non parlarsi, soprattutto quando tra meno di quarantotto ore Zayn dovrà ritornare alla base. Per fortuna, da una parte, perché quelle quattro mura silenziose stanno soffocando anche lui. Non ce la fa a stare nello stesso posto dove c'è anche Lyn. Ancora non se ne capacita che lì, proprio adesso, proprio dentro di lei, sta crescendo una nuova creatura. Un altro cuore sta battendo in simultanea con il suo, i loro. Ed è inconcepibile questo, del tutto incredibile.

Ha cercato di metterselo in testa anche due sere fa, quando ha trascorso la nottata in bianco ad abbracciare una Lyn sfinita che prima d'ora non aveva mai visto in quelle condizioni. Ha cercato di metterselo in testa quella stessa mattina, dopo che «Quindi cosa facciamo?».

«Mi hai detto che lo vuoi.»

«Sì, io. Ma tu? Zayn cosa vuoi fare?»

Bella domanda.

Zayn pensa solamente che presto sarà di nuovo su un aereo – e lei non lo sa, naturalmente – diretto dall'altra parte del mondo: non vuole pensare a come andranno le cose, poi, a quello che succederà una volta che riprenderà quella che da sempre è stata la sua vita. L'esercito.

Perché Zayn non vuole abbandonare niente – o nessuno? Cazzo, non è la stessa cosa – vuole semplicemente riprendere in mano la sua quotidianità.

Come se nulla fosse.

Come se fosse tornato a casa, così, per Cecilia e per una delle tante pause che gli impongono forzatamente i superiori, anche se lui preferirebbe restare in servizio.

Come se quei giorni di riposo non fossero mai esistite.

Come se mesi fa non avesse mai fatto sesso per quell' intera settimana.

Come se non l'avesse mai chiamata e lei non gli avesse mai risposto.

Come se non le avesse mai parlato.


Zayn si volta e la guarda negli occhi: non l'avrebbe mai costretta a interrompere la gravidanza, né tanto meno se ne sarebbe andato dimenticandosi di lei – di loro – . Si sarebbe preso tutte le sue responsabilità.

«Non ti lascerò da sola ad affrontare tutto. Lo teniamo.»

«Sei sicuro?»

Lyn è terrorizzata nel chiederlo, lo vede.

«

«Cambierà tutto, dopo.»

Perché sta cercando di fargli cambiare idea?

«Tu sei sicura?»

Ma non serve che risponda alla sua domanda per fargli capire quanto, in realtà, è già sicura di volere quel bambino.

Zayn le si avvicina, le passa un braccio attorno alle spalle e l'accosta contro il proprio corpo. La sente sorridere contro di lui e tremare, ma i suoi muscoli riescono comunque a rilassarsi almeno per un po'.

«.. Non avrei potuto abortire.» gli confessa, sussurrandoglielo appena.

L'aveva considerata come una delle possibilità quella, , ma era cosciente che difficilmente avrebbe avuto il coraggio di sbarazzarsi definitivamente di quel corpicino minuscolo dentro la sua pancia.

Probabilmente avrebbe tenuto il bambino anche se Zayn le avesse detto di non volerlo, o addirittura, se lui se ne sarebbe andato.

Lo sbaglio più grande della sua vita.

The Only Easy Day Was YesterdayWhere stories live. Discover now