40° capitolo

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Malfoy scordò tutto: il dolore alla nuca, il sogno fatto, la maledizione... perfino il dovere che avrebbe dovuto portare a termine da lì a una settimana massimo perché, infondo, il tempo si era fermato.

È curioso come tutto quello che credevamo essere vero e indiscusso possa sgretolarsi sotto ai nostri piedi. E a volte, senza nulla su cui camminare, si cade giù in un abisso nero, sempre che tu non trova qualcosa a cui aggrapparti. E il ragazzo l'aveva trovato, da una parte quasi temeva di aver trovato quel ramo da afferrare e tenere stretto coi palmi delle mani perché, sotto di lui, restava comunque l'abisso.

La cosa che fece sentire bene Malfoy mentre scostava e faceva combaciare più volte le sue labbra su quelle della ragazza, fu il sorriso che non smetteva di arricciare le proprie. Non aveva mai dato un bacio simile, neppure il loro primo bacio lo era stato...
Delle immagini sfrecciarono veloci davanti ai suoi occhi, nonostante questi fossero chiusi.

Hermione varcava la porta della piccola sala con l'abito argentato, regalatole da Malfoy, poi si stringevano mentre ballavano accompagnati dalla musica proveniente dalla sala principale, e poi il bacio, il loro incontro al bagno di Mirtilla Malcontenta, la stanza delle necessità e... l'oblivion.
Lei non ricordava, in questo momento lei non pensa "è diverso dalla prima volta", perché per lei non è esistita la prima volta.

Malfoy si scostò. Non c'era più, il sorriso era scomparso.
Alzò lo sguardo su Hermione, lentamente. La ragazza aveva ancora gli occhi chiusi e si mordeva il labbro inferiore, giocandoci fra i denti bianchi.

E poi il castano e il verde degli occhi dei due si scontrarono, quando Hermione aprì le palpebre.
Draco quasi distolse lo sguardo, come per chiedere scusa e immediatamente quel pensiero gli sembrò immensamente stupido.
Rimasero a fissarsi ancora per poco, seduti sul pavimento freddo con la schiena appoggiata al bordo del materasso, a pochi centimetri l'uno dall'altra.

Hermione deglutì, inumidendosi le labbra cominciando a spostarsi di lato per tornare in piedi. Finora non avevano mosso un muscolo, come se farlo significasse il riprendere a scorrere del tempo e la fine di un momento quasi proibito.

Draco fece lo stesso, o per lo meno ci provò. Aveva provato a tirarsi su e ci sarebbe riuscito se non fosse stato per il forte dolore che gli attraversò la spina dorsale, facendolo ripiombare per terra e sbattere nuovamente la nuca mentre lui si contorceva per qualche secondo, digrignando i denti per soffocare un urlo.

Tutto passò in fretta, come un brutto scherzo, e mentre tentò di mettersi nuovamente in piedi una mano lo fermó, poggiandoglisi con leggerezza sulla spalla.
Hermione si inginocchiò accanto a Malfoy, e nonostante lui la scrutasse in ogni più piccolo dettaglio, questa teneva lo sguardo basso, evitando quelle iridi smeraldine.
Sorresse il ragazzo, facendogli passare un braccio attorno al collo di lei che, miracolosamente, riuscì a reggere il peso di lui sulle spalle giusto il tempo di farlo rimettere in piedi e adagiarlo sullo scomodo materasso.

Malfoy era seduto sul bordo, si reggeva con l'avambraccio sul piano morbido e non aveva ancora proferito parola. Lo stesso la ragazza, che era in piedi vicino la sedia sulla quale era seduta poco prima. Per qualche secondo l'unica cosa che stonava con il silenzio che si era creato nella stanza era la finestra che scricchiolava mentre il vento frustava il vetro flessibile.

-I..io- provò a spiegare invano Draco. La porta poco distante dal letto di Malfoy che conduceva in un lungo corridoio della pareti verde pastello si aprì con un tonfo e all'improvviso da questa uscì un uomo sulla quarantina, dalla corta barba già grigia, che si diresse con passo veloce verso i due ragazzi stringendo con forza ad entrambi la mano mentre si presentava.

-Piacere ragazzi, sono il dottor J. Orwell- disse, mentre i ragazzi sussurravano dei saluti, il biondo aveva aggiunto nel suo un pizzico di astio.
-Signorino Malfoy, progressi? Si sente meglio?- chiese nel suo solito tono cortese il mendimago, guadagnandosi un'occhiataccia cagnesca da parte del giovane.

-Io sto benissimo, non ho bisogno di alcuna cura- rispose secco, notando solo allora il vasetto colmo di una pozione completamente nera e il piccolo bicchiere che l'uomo teneva fra le mani.
-Non la prendo, sto bene!- ribbadì più convinto.

L'uomo sorrise, gli dava letteralmente i nervi, soprattutto quando, come se non avesse sentito una parola da parte del ragazzo, stappò il vasetto e versò tre dita di pozione nel piccolo bicchiere di plastica dura.
Malfoy si limitò ad assottigliare lo sguardo.

-Draco io...- l'attenzione del ragazzo si concentrò esclusivamente su Hermione. Fino ad allora la ragazza aveva continuato a spostare il peso del proprio corpo da un piede all'altro, a disagio; lo fissava pochi secondi per poi distogliere in fretta lo sguardo, torturando intanto le dita affusolate.

-..È meglio che vada-conclude dopo qualche secondo di esitazione, spostandosi una ciocca dei ricci ribelli dietro l'orecchio.
Malfoy sgranò leggermente gli occhi, dischiudendo la labbra.
Non potendo più sfuggire a quella iridi verdi, Hermione non distolse lo sguardo per molto mentre tentava invano di trovare un qualcosa che potesse stendere la tensione che si era creata.
Aprì più volte le labbra nel tentativo di dire qualcosa, ma la sua mente aveva già rinunciato all'impresa di aggiungere altro.
Sussurrò semplicemente un "Buona guarigione" e, sempre con il viso basso, sorpassò il mendimago varcando poi la porta alle sue spalle e scomparendovi oltre, finché anche l'eco dei suoi passi non fu più udibile.

Draco non si voltò, continuò a fissare lo spazio dove era in piedi poco prima senza prestare davvero attenzione ad un punto in particolare.

-Ciao- bisbigliò fin troppo piano perché Hermione o l'uomo, ancora accanto al suo letto, lo sentissero.

Si voltò in fine, con un movimento rigido, verso il mendimago. Stufo, senza indugiare, gli sottrarre il bicchiere dalle mani e buttò giù la sostanza scura, sentendo immediatamente un sapore estremamente amaro e pungente graffiargli la lingua e la gola.

Finì la pozione e sbattè il bicchiere sul comodino e fianco a lui. Si rigirò di fianco, dando le spalle all'uomo, sollevandosi il lenzuolo fino al mento.

Questo non aggiunse una parola, recuperò semplicemente l'oggetto e anch'esso uscì dalla stanza, lasciandolo finalmente solo.

Ok, quante di voi mi perdonano se chiedo umilmente scusa per non aver pubblicato la settimana scorsa?

Sì, sono pessima a gestire i tempi, scusate :(.
Invece vi ringrazio di tutto cuore, la storia ha quasi raggiunto la 13k visualizzazioni e i 1,6k voti ?!?! Io vi adoro, davvero♡
Che dire, questo pomeriggio non ho studiato matematica per pubblicare, questo significa che studierò dopo cena, e vabbè ;).

Triste a dirsi, ma la scuola è cominciata per tutti. Nonostante sembri strano quest'anno mi ha dato l'impressione di cominciare con il verso giusto, sarò io che sono positiva XD.
E voi? Come va con la nuova routine?

Ps: la copertina di "Bad Ending" è stata gentilmente realizzata dalla fantastica Skadegladje, che ha saputo renderla alla perfezione anche con pochi indizi. Un grazie di tutto cuore!♡
Voi cosa ne pensate?

Un bacione e un abbraccio forte a tutti!♡
~Miriam

Bad Ending- DramioneDonde viven las historias. Descúbrelo ahora