60

2K 119 7
                                    

-È arrivato il momento- abbassai la testa
-Già- sospirò
-Io non voglio andarmene- dissi abbracciandolo e incominciando a lacrimare.
-Nessuno ti obbliga a ritornare li Fede- disse accarezzandomi i capelli.
-Ora capisci perché non volevo venire?- chiesi singhiozzando.
-Volevi avere una relazione senza nemmeno incontrarci altrimenti soffri?- chiese alzandomi il viso.
-No...però- abbassai lo sguardo
-Io sono qua, sei tu che vuoi prendere quell'aereo e andare via da me- disse duro.
-Non è così, io non vorrei andarmene ma devo- dissi seria
-C'è qualcosa di più importante di me li in Sardegna che non mi vuoi dire?- chiese fulminandomi con lo sguardo.
-No- balbettai
-Eh allora cosa ti blocco nel rimanere qua?- chiese frustato
-Non lo so, la paura, forse- dissi passandomi una mano nei capelli.
-Allora vattene, ritorna li- disse arrabbiato.
-Emi...- dissi quasi in sussurro.
-No, non ho più voglia di parlare, hai preso la tua decisione, va bene così, ciao Federica- disse dandomi un leggero bacio in guancia.
-Smettila di fare il bambino cazzo- dissi dandogli un colpo sul petto.
-Porca puttana non sto facendo il bambino, come ci soffri tu ci soffro anch'io, solo che se non avessi avuto questo lavoro non ci avrei pensato due volte a rimanere li da te, tutto qua, ora va- disse spostando lo sguardo altrove.
-E tu? Cosa farai? Appena sarò su quell'aereo andrai a svagare la tua tristezza tra le gambe di un altra?- chiesi usciugandomi una lacrima.
-Basta, lo sai che non è così, ma forse tu non hai mai avuto abbastanza fiducia in me- abbassò lo sguardo.
-Che vuoi dire?- chiesi confusa
-Niente, è tardi, vai piccola- disse dandomi un leggero bacio a stampo.
Sforzai un sorriso e, dopo aver preso la valigia e avergli dato un ultimo sguardo mi avviai ai controlli, li passai tranquillamente, mi voltai un ultima volta, era ancora li, i pugni stretti e la mascella serrata, sospirai e dopo avergli fatto un gesto con la mano mi allontanai fino a non vederlo più.
Passavano i minuti e io ero ancora seduta in una di quelle scomode sedie in attesa di salire sull'aereo. Sbloccai il telefono e subito mi si presentò la foto insieme a Emiliano, la discussione avuta poco prima in un certo senso non aveva un senso compiuto, entrambi soffriamo, io lo dimostro di più lui di meno, ma, non per questo volevo andare via da Milano in questo modo. La gente era già in fila pronta a imbarcare sull'aereo, mi alzai e li raggiunsi, sospirai, davanti ai mie occhi mi si presentarono le immagini e la discussione avuta poco prima con Emiliano, i suoi occhi freddi e di quel marrone scuro che ha solo quando è arrabbiato. Non potevo andare via, presi la valigia e incominciai a correre via da li, arrivai all'uscita con la speranza di trovare Emiliano ma probabilmente era già andato via. Non provai nemmeno a chiamarlo, sapevo non mi avrebbe risposto, per fortuna una lampadina in me si accese ricordandomi di Moh.
Uno.
Due.
Tre.
-Pronto?- disse dall'altro capo del telefono.
-Moh dove sei? Emiliano è con te?- chiese velocemente
-Siamo in un locale, comunque si, è con me, ma che cazzo è successo?- chiese confuso
-Te lo spiego più tardi, comunque c'è qualcuno che può venirmi a prendere in aeroporto?- sospirai.
-Ma non dovevi tornare in Sardegna?- chiese più confuso di prima.
-Moh cazzo, c'è qualcuno che mi può venire a prendere o mi invi la posizione e prendo un taxi-
-Non voglio lasciare Emiliano da solo, ha già incominciato a bere più pesante, ti mando Lazza dai- esclamò
-Va bene, a tra un po-

Whatsapp ||Emis Killa|| Where stories live. Discover now