24.

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Sapevo quello che intendeva dicendo quelle parole, sapevo che non voleva dimenticare perché qualcosa in fondo prova anche lei, ho finto di fare l'ingenuo perché avevo "paura" di ciò che sarebbe potuto succedere dopo.

Federica: STO GUARDANDO WINNIE THE POOH.

Federica: YEAH.

come fa a fare finta di niente?

Io: Eh poi ti chiedi perché ti chiamo piccola.

Federica: Ci sono momenti in cui torni bambino.

Io: Già...

Federica: Vuoi parlarne vero?

Bhe tu che dici.

Io: Si,si.

Federica: Va bene.

Io: Io credo di non doverti dare ulteriori spiegazioni, penso di essere stato abbastanza chiaro.

Federica: Si, tu si.

Federica: Io no...

Io: Sono qui, parla.

Federica: P-posso chiamarti?

Potevo sentire il suo imbarazzo solo tramite un messaggio, sorrisi, non gli risposi, digitai velocemente il numero che ormai avevo imparato a memoria e chiamai.
Uno.
Due.

"Emiliano" disse quasi in sussurro.

"Federica" dissi tranquillamente.

"Perdonami" disse timidamente.

"Spiegati, devi essere sincera" dissi soltanto.

"T-tu, m-mi piaci" disse balbettando.

"Lo sapevo già, credi che quel messaggio non sia stato chiaro?" Dissi con ironia.

"Perché volevi chiarire allora?" Chiese con voce confusa.

"Perché voglio che mi dici le cose Federica" dissi secco

"Scordati di Emis Killa, io per te sono Emiliano, un semplice ragazzo di 26 anni" aggiunsi.

"Va bene, già ti consideravo solo Emiliano" disse

-Amo con chi stai parlando-Chiese Marzia venendo in soggiorno.

"Ciao" si affrettò a dire Federica chiudendo la chiamata.

Porca puttana.

-Con nessuno bambola- dissi baciandogli la guancia.
-Ti va di andare a fare un giro?-chiesi cingendogli i fianchi.
-Si, vado a prendere le giacche-disse dandomi un bacio in guancia e diventando rossa.

Sorrisi.

Io: Scusa.

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