40.

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Erano già le otto di sera, tra mezz'ora mi sarei dovuto incontrare con Federica e io ero ancora in mutante che giravo tra la mia stanza e quella di Cosimo.
-Senti dato che non sei una bella figa non mi importa vederti girare in intimo- disse ridendo.
Alzai gli occhi al cielo e andai in camera da letto, dalla valigia presi una camicia bianca, dei pantaloni stretti neri, le scarpe nere e mi cambiai, sistemai per bene i capelli e, dopo aver spruzzato tanto, troppo, prufumo andai da Cosimo.
-Come sto?- chiesi nervoso.
-Bene- disse squadrandomi
-però, calmati, sei troppo agitato- disse serio.
-Già- sospirai -Te che fai stasera?- chiesi curioso
-Devo uscire con Camilla, maliziosa la ragazza eh- disse ridendo.
-Si, me ne sono accorto, ora vado ci vediamo domani- dissi prendendo telefono e portafoglio
-Va bene, attenzione, usa il preservativo- disse raccomandandomi
-Stai tranquillo che rimarrò a secco ancora per un po- dissi ridendo.
Scesi di sotto e mi avviai verso casa di Federica facendo mente locale della strada percorsa oggi pomeriggio per accompagnarla a casa. Dopo una lunga camminata arrivai a casa sua, aspettai alla fine del vialetto per 10 minuti finché non uscì da casa. Aveva indosso il vestito che gli avevo regalato io e, gli stava decisamente benissimo, ai piedi i tacchi bianchi ma anche con quelli era sempre più bassa di me e, in faccia aveva un filo di trucco.
-Ciao- disse timidamente
-Sei bellissima- dissi dandogli un bacio in guancia.
-Grazie- esclamò sorridendo
-Anche tu sei davvero carino vestito così- disse
Sorrisi, la presi per mano e dopo una lunga passeggiata arivammo al ristorante che avevo fatto prenotare giorni prima da Camilla.
-Salve- disse un tipo accogliendoci -Avete una prenotazione?- aggiunse
-N..- la interuppi
-Si, a nome Giambelli- dissi gentilmente
-Seguitemi- disse.
Alzai gli occhi al cielo dato l'antipatia di sto tipo e lo seguimmo al nostro tavolo, era all'esterno con vista mare, davvero un bel panorama.
-Avevi già programmato tutto?- chiese confusa.
-Si, non potevo venire qua e portarti in una semplice pizzeria- dissi arrossendo leggermente.
-Non dovevi fare tutto questo, mi bastava anche mangiare una porzione di patatine e una pizza buttati in spiaggia, l'importante era che tu ci fossi- disse.
-Non ti piace tutto questo?- dissi abbassando la testa.
-Non fraintendermi- mi prese la mano -sono contenta che tu abbia fatta tutto questo, solo non volevo che spendessi tanti soldi, insomma, il viaggio, l'hotel, il vestito, le scarpe, l'intimo, i fiori...avrai speso tantissimo- disse dolcemente
-L'ho fatto per te, è il tuo diciottesimo compleanno dovevi essere al meglio- dissi sorridendo
-Grazie Emi- disse
-Figurati piccola-
Mangiammo gran parte della roba che i camerieri ci avevano portato, a fine serata pagai e, dopo averla presa per mano andammo in spiaggia a fare una passeggiata, l'ennesima della giornata.
-Oh cammina piano che ho i tacchi- disse ridendo.
-Oh giusto- dissi rallentando il passo.
Ci fermammo in mezzo alla spiggia, presi il telefono e misi la canzone All of me, mi alzai e presi per mano Fede facendola così alzare. Gli misi le mani attorno ai fianchi e lei, anche con un po di fatica dato la differenza di altezza, mise le braccia intorno al mio collo. Incominciammo a ballare un lento, più che altro erano piccoli movimenti dato la mia scarsa capacità nel ballo. Mi fermai a guardarla negli occhi, ora potevo confermare che,quel celeste le dava davvero un aria da bambina innocente e non era solo in foto.
-Posso baciarti?- le sussurai.
L'ho detto davvero? Si l'hai detto davvero.
-Baciami- disse guardandomi negli occhi.
Sorrisi, mi avvicinai piano piano alle sue labbra in cui subito dopo appoggiai le mie, erano calde, morbide, erano belle. Ormai si erano fatte le 3 così decidemmo di tornare a casa, o meglio in hotel, la presi per mano e andai nella direzione per casa sua, ma non sembrava volesse andarci.
-Posso venire da te?- chiese abbassando lo sguardo.
-Si- esclamai sorpreso
Alle 4 eravamo tutti e due stesi a letto, io in boxer e lei con solo una mia maglietta che gli stava il doppio. Si avvicinò a me mettendo la sua testa sulla mia spalla, mi piaceva sentirla così vicino a me e, nonostante il caldo che faceva non me la sentivo di spostarla perciò accesi l'area condizionata.
-Voglio fare l'amore con te- mormorò contro il mio collo.

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