56.

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Io: Mohh sono salita adesso in aereo.

Moh: Perfetto, 20:15 e sono li.

Lessi il messaggio e lo misi in modalità aereo, poco dopo l'aereo decollò, per mia fortuna affianco a me non avevo gente rompicoglioni perciò potevo stare tranquilla e rilassata.
-Si avvisano i signori passeggeri di allacciare la cintura di sicurezza in quanto il volo è in fase di atteraggio- disse un hostess.
10 minuti dopo l'aereo atterrò, velocemente presi la valigia e facendomi spazio tra la gente che si spintonava nello stretto corridoio riuscì a uscire, entrai in aeroporto e camminai fino all'uscita degli sbarghi, mi guardai intorno alla ricerca di Moh finché non lo vidi appoggiato alla colonna centrale.
-Hei- dissi timidamente
-Oh, ciao- sorrise dandomi due baci nelle guancie che ricambiai.
-Andiamo?- aggiunse prendendo la mia valigia.
-Si- esclamai.
-Allora, a questa cena siete vestiti tutti così bene?- chiesi una volta in macchina.
-Bhe si- disse imbarazzato
-Ohh- dissi soltanto.
-Vuoi passare a cambiarti?- chiese rallentando.
-Eh io non ho prenotato un hotel quindi non saprei dove andare- dissi
-Andiamo da me- disse.
20 minuti dopo eravamo fuori da casa sua, dalla valigia presi il primo vestitino che trovai e lo indossai, misi i tacchi e raggiunsi Moh in soggiorno che mi stava aspettando, riprese per l'ennesima volta la mia valigia e la portò in macchina.
-Vuoi davvero bene a Emiliano vero?- chiesi per spezzare il silenzio.
-Si, per me è come un fratello- sorrise.
Sorrisi, ha fatto davvero un bel gesto, non so in quante persone l'avrebbero fatto. Milano la notte era davvero una bella città, non ci ero mai stata fino all'ora. 40 minuti dopo finalmente arrivammo al ristorante in cui si svolgeva questa cena, il mio cuore incominciò a battere fortissimo, rivederlo di nuovo mi caricava di ansia e euforia, ero contenta, tanto contenta.
-Sei agitata?- chiese Moh ridendo una volta entrati.
-Si- sorrisi imbarazzata.
-Oh eccomi- disse attirando l'attenzione degli altri.
Il mio sguardo si focalizzò su Emiliano, in mano aveva un bicchiere di vino mentre nell'altra il telefono, appena Moh pronunciò quelle parole alzò lo sguardo dal telefono, quando mi vide incominciò a tossire per via del liquido che gli era andato di traveeso, appena si riprese un sorriso spontaneo si fece spazio sulle sue labbra, lasciò il tutto sul tavolo e velocemente si alzò venendo verso da me.
-Piccola- disse appoggiando la sua fronte contro la mia.
-Emi- sussurrai
-Sei qui, qui con me- disse
-Si Emi, sono qui- sorrisi.
Appoggiò le sue labbra sulle mie, con la lingua picchiettò sul mio labbro chiedendo accesso alla mia bocca che trovò quasi subito, ci stacammo solo quando si sentirono degli applausi e delle incitazioni verso Emi.
-Vieni- disse dolcemente
Mi portó al tavolo e fece aggiungere un posto accanto a lui, le persone che c'erano sedute li mi guardavano come se fossi un alieno per mia fortuna ci pensò Emi a troncare il silenzio.
-Raga, lei è Federica la mia ragazza- sorrise
-Ciao- dissi timidamente
-Ciao- dissero in coro.
-Finalmente abbiamo l'onore di conoscerti- rise Jacopo.
-Ja, taglia corto- disse Emiliano imbarazzato.
Si misero tutti a ridere, 20 minuti dopo stavamo tutti mangiando, Emiliano aveva un sorriso a 346 denti cosa che, involontariamente faceva sorridere anche me.
-Raga andiamo? È già tardi- disse il fratello di Emi.
-Si, si- disse un altro.
Uscimmo fuori dal locale, io e Emiliano andammo con Moh a recuperare la valigia, la stanchezza si stava iniziando a sentire e, per mia fortuna saremmo tornati subito a casa.
-Bhe raga, notte- disse Moh
-Notte- dissi trattenendo uno sbadiglio.
-Notte Moh ehh, grazie- sorrise
Due braccia mi presero in braccio, non avevo le forze di aprire gli occhi, il rumore dello sportello mi fece realizzare che eravamo arrivati a casa, nel giro di 5 minuti il mio corpo fece contatto con una superficie morbida, senti delle mani calde appoggiarsi sulla mia schiena e la zip del vestito tirata giù, i rumori di passi che si allontanavano dal letto mi fecero aprire gli occhi di scatto.
-Emi- mormorai.
-Dimmi piccola- disse fermandosi
-Vieni qui- dissi.
-Sto andando a prendere la tua...- lo interuppi.
-No, non pensarci adesso, vieni qui- dissi come una bambina.
Rise, si tolse la roba da vestire rimanendo in boxer e si sdraiò accanto a me, mi avvicinò a lui facendo combaciare la mia schiena contro il suo petto, amavo sentire il rumore del suo respiro sul mio collo.
-Mi sei mancata tantissimo- sussurrò
-Anche tu, tanto- dissi stringendogli la mano.

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