Capitolo 20

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STILES'S POV

Siamo in macchina e sto guidando, con Scott vicino, verso la casa delle ragazze.
Ho dedotto, da quello che ha visto Lydia e dalla descrizione di Allison, che si è trattato di un alpha.
Aspetto che le ragazze se ne vadano per poterne parlare con il mio amico.

Guardo Scott con aria preoccupata e lui si volta.
Alza la maglietta quanto basta per farmi vedere la pancia e, proprio come sospettavo, la ferita è scomparsa lasciando soltanto un'umida macchia di sangue sulla maglietta.

Scott è un lupo mannaro.
E una delle loro capacità è quella di poter guarire in fretta, come gli sta succedendo adesso.
Un'altra cosa che sanno fare è assorbire il dolore dalle persone che stanno soffrendo.
Questo però li indebolisce, anche se rende più forte l'altra persona.

Allison è dietro che piangnucola e non intende smettere ingnara del fatto che il suo ragazzo stia più che bene.
Non so nemmeno se stiano insieme in effetti, ma per me, se non lo sono, lo saranno presto.

Lydia sta consolando sua sorella.
La vedo nello specchietto retrovisore che asciuga le lacrime alla mora.
Mi fa male il cuore vedere Allison in quelle condizioni, allo oscuro di tutto, e mi viene in mente che, fino a pochi giorni fa, anche io ero così.

Ci fermiamo davanti alla loro casa e le due scendono immediatamente senza dire una parola.
Lydia va verso l'entrata e io la seguo con lo sguardo mentre percorre il vialetto.
Arrivata alla porta si gira e i nostri occhi si incrociano.
Una fitta allo stomaco.
Mi saluta con la mano e io sorrido impacciatamente.
Poi entra lasciandomi sulla faccia quel sorriso da defciente.

Allison, invece, si avvicina al finestrino dalla parte di Scott e lo picchietta con la mano.
Il mio migliore amico, che fino a minuto fa si reggeva lo stomaco simulando versi di soffereza, lo abbassa immediatamente, girando la rotella, e le si avvicina.
Si scambiano qualche parolina dolce che non riesco a cogliere e poi si lasciano con un lieve bacio sulle labbra.
Ammirro il sorriso del mio amico e ho paura che sia lo stesso di quando guardo Lydia.

–Vuoi dormire da me sta notte?– gli propongo –Così possiamo anche parlare di quello che appena accaduto–
–Si, ci sto–
Allora schiaccio sull'accelleratore in direzione di casa mia mentre Scott scrive un messaggio a sua madre.

–PAPÀ SONO TORNATO! C'È ANCHE SCOTT–
Mio padre sporge la testa dalla cucina.
–Ciao ragazzi. Scott se hai bisogno di qualcosa io sono qui–
–Grazie Signor Stilinski– lo ringrazia il mio amico.
–Bene, allora noi saliamo– mi precipito al piano di sopra seguito da Scott.
Entriamo in camera mia sbattendo violentemente la porta e poi mi butto sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto.

Sento Scott prendere la sedia della mia scrivania e avvicinarla al letto.
–Stiles– mi richiama.
–Si?–
–Cosa sono quelle foto?–
Mi alzo a sedere e seguo il dito di Scott.
Sta indicando la mia bacheca con appese alcune foto del caso di mio padre.
–È un caso a cui stava lavorando mio padre e io volevo dargli una mano...–
Mi viene in mente una cosa.
È stato un grosso animale ad attraversare la strada e a far sbattere la macchina di mio padre contro un albero o qualcos'altro?
Mi alzo e vado verso la bacheca.
Stacco la foto che una telecamera aveva fatto al grosso animale e la faccio vedere a Scott.
–Sai cos'è?–
–È quello che mi ha attaccato sta sera, ma come fai ad averne una foto?–
Il mio cuore manca un battitto.
Mio padre sarebbe potuto morire quella notte...
Non ce la farei senza di lui.
Non posso perderli entrambi.
Sento un nodo alla gola ma trovo la forza di parlare.
–Cos'è successo sta sera, ti va di raccontare?–

–Stavo camminando con Allison e siamo finiti il quel vicolo e...ci stavamo baciando...era bellissimo...lei era bellissima– dice con occhi sognanti torturandosi le mani.
Poi diventa improvvisamente serio.
–È sbucato dal nulla e stava per attaccare Allison, ma non potevo trasformarmi davanti a lei, così mi sono lanciato per difenderla...–
–Era un'alpha?– gli chiedo conoscendo già la risposta.
Annuisce debolmente.

–Non capisco soltanto perchè ha attaccato Allison...è me che vogliono, lei che centra?!– sbraita.
–Non so...forse vogliono colpirti nel tuo punto debole, e Allison ti rende debole–
–Ma io la amo, Stiles–
Si gira a guardarmi dritto negli occhi e percepisco la sua paura.
–Lo so, lo so– dico posandogli una mano sulla spalla.

Mi infilo il pigiama e presto a Scott un paio di pantaloni della tuta e una T-Shirt.
Lui dormirà nella camera degli ospiti, che è difianco alla mia.
–E con Lydia?– mi domanda mentre si mette la maglietta.
–Con Lydia cosa, non capisco– mi difendo indifferente.
–Stiles– mi guarda con sufficienza –lo vedo come la guardi–
Mi stringo nelle spalle.
–Ma non puoi–
–Cosa?!– sobbalzo.

–Stiles ti ricordi la missione che ti ha affidato Derek?–
Una fitta allo stomaco.
Derek mi ha chiesto di scoprire cos'è Lydia, ma non pensavo fosse un compito tanto serio.
Mi porto una mano dietro la nuca.
–Ehm...certo...–
–Non ti devi far distrarre Stiles, è una bellissima ragazza, lo vedo, ma non puoi pensare a lei in quel modo, non adesso, ci servi davvero e l'unico abbastanza vicino a lei per scoprirlo sei tu–
–E perchè non Allison, lei è sua sor...– mi fermo giusto in tempo.
Scott non sa che sono sorelle, e non lo deve sapere, o almeno fino a quando le ragazze non saranno pronte a farlo.
–Amica. È sua amica– mi correggo e Scott alza un sopracciglio dubbioso.
–Derek si è fidato di te, Stiles! Vuoi tradire in questo modo la nostra fiducia? Ti abbiamo anche rivelato il nostro segreto!–
Mi siedo nuovamente sul letto e punto lo sguardo fuori dalla finestra, lontano, oltre le case, oltre gli alberi, oltre la luna, oltre tutto questo.

–Non lo farò più– dico guardando ancora fuori.
Sento il suo sguardo ancora puntato su di me, ma non mi volto.
–Stiles...sono il tuo migliore amico, e sono il primo a volerti vedere felice, ma devi mettere da parte i tuoi sentimenti, almeno finchè tutta questa storia del branco di alpha sarà finita, davvero non voglio essere cattivo, ma qualcuno si potrebbe fare del male, Lydia stessa, e tu ci puoi aiutare. Tu ci puoi salvare, Stiles–
Mi viene da piangere, ma le lacrime non scendono, fortunatamente.
–Va bene così. Va tutto bene così– mi si incrina la voce e simulo un colpo di tosse per coprirlo.

–Be' allora buonanotte Stiles– mi da un affettuoso pugno sulla spalla ed esce velocemente dalla camera.
So che non era sua intezione farmi star male, so che mi vuole bene.
Sa quanto mi faccia impazzire Lydia, me l'ha detto anche dopo la festa e la rissa con Jackson che si vedeva chiaramente, eppure non capisco come può chiedermi una cosa del genere.
Mi ripeto che è la cosa giusta da fare fino a che non riesco a convincere me stesso.

Mi metto sotto le coperte e cerco di addormentarmi.
Eccole.
Mi salgono le lacrime agli occhi ma non devo piangere.
Stringo i pugni, tanto da conficcarmi le unghie nei palmi.
Trattengo il fiato e mi mordo la parte interna della guancia.
È una tecnica che ho imparato da bambino, e l'adottavo spesso, sia per un ginocchio sbucciato, sia per la morte di mia madre, e, la maggior parte delle volte, funziona.
Mi calmo quanto basta per addormentarmi e per un sonno senza incubi.

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