Capitolo 9

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[STILES'S POV]

Nell'ascensore rimbomba un odiosa canzoncina di qualche artista che non riconosco.
Davanti a me vedo solo la schiena di Lydia.
–Sto bene, sto bene– ripete ossessivamente lei.
–Lydia...– dico poggiandole una mano sulla spalla.
–Non sono debole. Io non sono debole!– si gira lentamente verso di me finchè non ci guardiamo in faccia e lei strizza gli occhi per ricacciare dentro le lascrime.
Istintivamente mi avvicino a lei.
Siamo così vicini...
Lei alza lo sguardo per guardarmi negli occhi.
–Non sono debole credimi Stiles– e una lacrima le scivola lungo il perfetto viso.
Improvvisamente la serro in un abbraccio, come se la mia mente non controllasse più il mio corpo, e lei inizia a singhiozzare con la testa tra il collo e la spalla.
Non sopporto vederla piangere. Specialmente per uno come Jackson! Vorrei sapere cosa si sono detti prima, ma non mi sembra il momento giusto per chiederglielo.
–Non sono debole, non lo sono– ripete piangendo e le massaggio lentamente la schiena finchè non si calma.
Avvicino la bocca al suo orecchio.
–No, non lo sei– le dico prima che le porte dell'ascensore si aprano.
–Ragazzi ancora voi?!– l'infermiere di prima entra nell'ascensore.
Fantastico.
–Il reparto nascite è dall'altra parte dell'ospedale– dice scherzoso ma io non rido.
Ci sciogliamo dall'abbraccio e usciamo dall'ascensore verso la mia jeep ingnorando quell'uomo.

Saliamo in fretta. Dobbiamo ancora tornare a scuola in tempo ed è già tardi.
Lydia si infilò in macchina e si coprì gli occhi con le mani ricominciando a piagnucolare.
Io entrai e partimmo immediatamente verso scuola.
–Io non voglio tornare a scuola, Stiles. Riportami a casa ti prego– si lamentò lei.
–Perchè dici così?–
–Non voglio che qualcuno mi veda piangere–
–Be' se ti consola...– iniziai e lei si girò a guardarmi grondate di lacrime.
–Penso che tu sia bellissima quando piangi–
Lei sorrise ma piano piano questo si spense.
–Non voglio innamorarmi di un altro cattivo ragazzo– disse sorprendendomi.
–Io sono un cattivo ragazzo?– le chiesi sorridente.
–Devo ancora capirlo– e questa risposta mi prese un po' alla sprovvista. Non sono un cattivo ragazzo, no?
Poi posò la piccola mano sulla mia sul volante e ciò mi fece sorridere.

–Ho biologia adesso. Fantastico due ritardi in un giorno– disse Lydia controllando l'ora sul cellulare.
–Siamo in due– dissi ridendo e lei si aggiunse.
–Ci inventeremo qualcosa vedrai– la tranquillizzo.
Parcheggio la jeep e iniziamo a correre verso l'aula di biologia.
La lezione è iniziata da un quarto d'ora chissà come si arrabbierà la prof.
Lydia è costretta a camminare velocemente dati i suoi tacchi alti quindi rimane dietro di me.
Vedo la classe davanti a me e appena varcata la soglia la prof si gira verso di me.
–Ah Stilinski, in ritardo già al primo giorno?– disse e la classe rise.
–Ehm...io...noi...dovevo...– balbetto ma poi entra in classe Lydia interrompendo la mia figuraccia.
–Mi ha fatto un tour della scuola. Ah io sono la nuova studentessa. Lydia Martin, piacere. Stiles è stato molto carino e gentile ad aiutarmi perchè non trovavo nemmeno la classe– mentì e mi guardò sorridendo invitandomi ad unirmi alla bugia.
–Si le ho fatto vedere dov'erano tutte le classi dei suoi corsi– dissi passandomi una mano tra i ciuffi castani.
–Ah, se le cose stanno così allora...sedetevi e riprendiamo la lezione– sentenzia alla fine e io e Lydia ci sediamo negli unici banchi vuoti. Lei davanti a me e io dietro, proprio nel centro della classe.
                                     ***
La campanella suona e mi dirigo fuori dalla porta. Lydia si avvicina a me.
–Stiles aspetta!–
–Che c'è?– dico andandole incontro.
Lei mi prende la mano, ci mette dentro un bigliettino e la richiude.
Si gira e se ne va facendomi un saluto con la mano.
Apro la mano e srotolo il foglietto. Sopra c'è scritto un numero di telefono e la scritta "Call me xx".
Wow mi ha dato il suo numero!
Devo assolutamente dirlo a Scott questo pomeriggio e chissà cosa mi dovrà dire lui.
Puntualmente il telefono mi squilla ed è lui.
–Hey Scott!– esordii.
–Ciao Stiles, incontriamoci nel bosco tra mezz'ora, vicino alla vecchia casa di Derek, è importante– la situazione mi inquietò un tantino.
–Ehm okay Scott ma cosa...– iniziai.
–Stiles non posso dirti di più, a tra poco!– mi interruppe e riattaccò.
Mi inziò a salire l'ansia e il panico.
Che cosa doveva dirmi il mio migliore amico?

Perfect CombinationsWhere stories live. Discover now