Capitolo 38

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Pov Ethan

Si dice che il tempo cura le ferite del cuore ma le mie nessuno riusciva a curarle.
Era partita. Se n'era andata, senza dire niente a nessuno. Avevo saputo della sua partenza ad una riunione alla quale partecipava anche il padre.
Era andata in Europa per un periodo. Aveva bisogno di staccare un po', aveva detto.
Né una chiamata, né un messaggio. Era sparita senza dire nulla.

Io stavo ancora con Alice anche se avrei preferito un anno di lavoro senza ferie. Quella ragazza risucchiava tutte le mie forze.
Quando veniva a casa parlava tutto il suo tempo di argomenti futili con mia madre e trattava da schifo mia sorella, quando uscivamo o andavamo a fare shopping o a fare aperitivi nei locali con i suoi amici. Per lei io ero solo un cagnolino da passeggio.

Bussarono alla porta dell'ufficio, interrompendo i miei pensieri.
<<Ehi amministratore delegato, come vanno le cose?>> domandò mia sorella entrando.
Già, ero diventato l'amministratore delegato dell'azienda. Avevo lavorato molto e finalmente avevo avuto dei risultati.
<<Sorellina che piacere! Qual buon vento?>> domandai alzandomi.
<<Volevo far visita al mio fratellone!>> affermò.
<<Certo e io ci credo! Dai spara>> la incitai.
<<È una cosa un po' delicata>> disse diventando seria tutto d'un tratto.
<<Non dirmi che sei incinta!>>.
<<Cos?! No! Riguarda me e Cameron però>>.
<<Allora?!>> la invitai a continuare.
<<Ho sentito mamma e papà parlare della nostra relazione>> fece una pausa, <<dicono che Cam non è abbastanza per me>>.
<<Ally...>>.
<<Hanno detto che non sono più una ragazzina ed è ora che trovi un uomo alla mia altezza>> le scese una lacrima.
<<Ehi...>> andai verso di lei, <<non fare così>>.
<<Non voglio perderlo e Cam è d'accordo con me>>.
<<Cosa pensare di fare?>>.
<<Se ci sposiamo non possono separarci giusto?>>.
<<Ally siete giovani non starete correndo troppo?>> domandai.
<<Io lo amo Ethan non posso perderlo! Voglio lottare per lui>> disse sicura.
<<E io cosa centro in tutto questo?>> arrivai al punto.
<<Ho bisogno del tuo aiuto dato che lo faremo in segreto>>.
<<Sono stato un codardo in amore. Ti aiuterò! Cosa devo fare?>>.
<<Vorrei che mi accompagnassi all'altare e fossi il mio testimone! Del resto se ne occuperà Jack>> disse con un sorriso.
<<Mi farebbe molto piacere piccolina>>. Mi abbracciò forte.
<<A quando l'evento?>> chiesi felice.
<<Sabato. Lo so che è presto però non voglio che ci separino!>>.
<<Ci sarò!>>.

Ero felice per loro. Avevano avuto il coraggio di fare ciò che io e Emily non avevamo neanche pensato. Forse mia sorella aveva ragione prima o poi mi sarebbe passata.

Chiamai Cameron e gli diedi appuntamento ad un bar della zona.
<<Ehi>> dissi avvicinandomi.
<<Sei arrabbiato perché non ti ho chiesto il permesso? Non potevo aspettare, io non voglio perderla!>>.
<<Cam calmati! Non sono qui per aggredirti ma per parlare!>> dissi sedendomi.
<<Amo tua sorella e la tratterò come merita! Non sarò ricco come la vostra famiglia però non le mancherà niente!>>.
<<È proprio quello che volevo sentire!>> dissi sorridendo.

Arrivò Jack.
<<Avete già cominciato?>> chiese.
<<Cosa fa qui anche lui?>> domandò confuso Cam.
<<Ma come vuoi sposarti senza una festa d'addio al celibato?!>>.
<<È?!>> era ancora più confuso.
<<Offro io! Tre birre per favore!>> dissi alla cameriera.
<<A Cam e Ally!>> urlò Jack.
<<Grazie ragazzi, davvero!>>.
Brindammo alla loro felicità, alla nostra amicizia e a noi. Erano i miei migliori amici ed era da tanto tempo che non stavo con loro. Mi erano mancati.

Pov Emily

<<Il suo bambino è in perfetta salute! È sicura che non vuole sapere il sesso?>> domandò il medico.
<<Meno male! No voglio che sia una sorpresa>>.
Ero felice come non mai. Vivevo ancora nella casa di Julia e mancava poco tempo al parto. I vicini, un'anziana coppia di messicani, più volte al giorno venivano a vedere se stavo bene e mi preparavano cibo fatto in casa. In poche parole mi viziavano.
Le giornate le passavo o a spasso per il parco o a scrivere. Avevo cominciato a scrivere un libro intitolato: "Gli obblighi di un'élite". Era un libro satirico sull'élite newyorkese, mi divertivo troppo ed era un ottimo passatempo dato che ero sola.

Ethan non aveva mai risposto alla mia lettera ma io non avevo perso la speranza.
Mi mancava, certo, ma l'idea che a breve avrei stretto fra le braccia nostro figlio mi faceva andare avanti.
Leggevo di lui sui giornali. Era diventato amministratore delegato dell'azienda ero molto contenta per lui. L'unica cosa che mi faceva male era che fosse ancora fidanzato con Alice.

Suonò il telefono.
<<Pronto?!>>.
<<Ehi bella come va?>> domandò Julia dall'altro capo del telefono.
<<Bene sono appena uscita dal medico! Tu? Sei diventata la giornalista più importate di Londra?>>.
<<Sono contenta per te! Il viaggio è ancora lungo per me!>>.
<<Cambiando discorso, come va con l'inglesino?>>.
<<Siamo usciti settimana scorsa. Ci rivediamo sabato!>>.
<<Uuuh! Allora è una cosa seria!>>.
<<Chi lo sa! Tornando al discorso bimbo in arrivo quanto manca alla scadenza?>>.
A quelle parole il cuore perse il un battito per la felicità.
<<Poche settimane! Non vedo l'ora!>>.
<<Mi raccomando se hai bisogno dillo ai vicini si sono raccomandati!>>.
<<Si mamma!>>.
<<Non scherzare io sono seria!>> mi rimproverò.
<<Rilassati sono già abbastanza preoccupata io per entrambe!>> risi.
<<Ora devo andare. Ci sentiamo!>>.
<<Brava lavora! Ci sentiamo>>.

Mi faceva bene parlare con lei, era l'unica che sapeva del bambino e mi aiutava più di chiunque altro.

<<Buonasera signora!>> salutai la mia vicina.
<<Ciao ragazza! Come sta il bambino?>>.
<<Sta benissimo manca davvero poco!>>.
<<Se hai bisogno non esitare a chiamarci a qualsiasi ora!>> mi disse sorridente.
<<Certo grazie mille!>> ricambiai il sorriso ed entrai in casa.

Come Romeo e Giulietta?Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon