Capitolo 18

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Pov Emily

Arrivata nel salone mi ritrovai davanti una ragazza che avrà avuto venticinque anni, che appena mi vide mi fece un grande sorriso.
<<Buon giorno, scusate per l'ora, sono Julia Evans>> disse porgendomi la mano.
<<Piacere Emily>> dissi ricambiando il saluto.
<<Julia che piacere! Sono felice che tu sia riuscita a venire!>> disse mia madre allegra.
<<È stato un piacere, desideravo tanto parlare con sua figlia!>>
<<Si certo dico alla cameriera di portare qualcosa da mangiare>> poi uscì dalla stanza.
<<Allora Emily ti va di rispondere a qualche domanda?>>.
<<Se proprio devo...>> dissi sedendomi.
<<Non vuoi vero?>> chiese sedendosi al mio fianco.
<<Cosa vuole sapere? Conferme di pettegolezzi?! Vuole che mi dimostri una figlia perfetta?! Vuole che...>> ma mi bloccò.
<<Voglio solo la verità>>.
Dall'altra stanza arrivò la voce di mia madre.
<<Arrivo eh!>>. Alzai gli occhi al cielo.
<<Se il problema è lei possiamo parlare da sole>> propose Julia.
<<Davvero?>> chiesi sorpresa.
<<Si, aspetta ci penso io!>>.
Detto ciò si alzò in piedi proprio mentre mia madre entrò nella stanza.
<<Eccomi!>> disse allegra.
<<Signora io penso che la ragazza si sentirebbe più a suo agio se parlassimo solo noi due...>>.
<<In che senso?>>.
<<Beh secondo me dato che è la prima intervista, la ragazza sarà un po' in ansia quindi sarebbe meglio se restasse sola con me per metterla a suo agio...>> cercò di convincerla Julia.
<<Si credo che sia una buona idea! Io vi lascio sole!>> detto ciò uscì.
<<Come hai fatto devi insegnarmi!>> dissi dando libero sfogo ai miei pensieri.
<<Trucco del mestiere! Ma ora veniamo a noi!>> disse sedendosi.

Al termine dell'intervista non mi era neanche sembrata tale, mi era sembrato di parlare con una vecchia amica.
<<Grazie mille Emily! Non sai cosa significa per me quest'intervista in esclusiva!>> affermò alzandosi.
<<Figurati è stato un piacere Julia!>>.
<<Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi siamo intesi?>> disse porgendomi il suo numero.
<<Anche tu se hai bisogno di qualcosa puoi chiamarmi>> dissi prendendo un foglietto e scrivendo il mio numero, <<ecco a te!>>.
<<Okay! Vedi di non cacciati nei guai, la gente della tua classe sociale diventa molto cattiva a volte... Buona fortuna!>>.
<<Seguirò il tuo consiglio. Buona fortuna anche a te!>>. Dopodiché ci congedammo.

<<È già andata via?>> domandò mia madre entrando.
<<Si! Ed ora scusami ma devo andare!>> dissi andando di sopra a prendere la borsa per poi uscire.

Pov Ethan

Quando arrivai in ufficio sembrava appena scoppiata la terza guerra mondiale: gente che urlava e correva ovunque.
<<Signor Ethan meno male!>> disse la segretaria di mio padre avvicinandosi, <<dei clienti importanti hanno anticipato il loro arrivo!>>.
<<Calmati, dove sono i miei?>>.
<<In sala riunioni!>> andai verso il luogo indicatomi.
<<Ethan ciao!>> disse mia madre tranquilla, <<loro sono i signori Stone, sono qui per il progetto! È pronto?>>. Panico. Ero stato così preso da Emily che mi ero completamente dimenticato.
<<Emm... Si certo è nel mio ufficio, vado a prenderlo!>>.
Entrai di fretta nel mio ufficio non avevo preparato niente, come avrei fatto?!
<<Ethan ti prego dimmi che sei preparato per la presentazione!>> disse entrando mia madre.
<<Era per questo pomeriggio la scadenza!>> dissi lasciandomi cadere sulla sedia.
<<Si ma quella gente lo vuole adesso! Avrai preparato qualcosa! Cos'hai fatto ieri? Sei andato via anche prima dalla festa!>>.
<<Non ne ho avuto il tempo!>> e mi passai una mano tra i capelli.
<<Beh avresti dovuto farlo! Quindi ora tocca a te inventati qualcosa!>> sdegnata mia madre uscì dalla stanza.
Ero completamente nel panico: rischiavamo di perdere i clienti.
Ad un tratto suonò il telefono, senza vedere chi fosse risposi.
<<Pronto?!>>.
<<Hai risolto i problemi del mondo?>> chiese una Emily divertita.
<<No i bambini soffrono ancora la fame e io mi sono dimenticato della presentazione per dei clienti... Sono nei guai...>>.
<<Mi dispiace... Posso fare qualcosa?>>.
<<Conosci per caso il modo di convincere i signori Stone che la nostra azienda è la migliore sulla piazza?>> chiese retorico.
<<Stone hai detto?>>.
<<Si... Sono molto esigenti>>.
<<Lui è alto brizzolato e lei è bionda e rifatta?>>.
<<Si ma mi stai spaventando, sei per caso qui?>> domandai guardandomi intorno.
<<No scemo! Sono stati nostri clienti per anni!>>.
<<Davvero?!>> cominciavo ad avere qualche speranza.
<<Hanno una figlia, ha tredici anni! Quando farai la tua presentazione metti in mezzo più che puoi i bambini e i ragazzi si sentiranno prendere in causa!>>.
Mi sentii chiamare dall'altra stanza.
<<Piccola sei un genio! Adesso però devo andare. Augurami buona fortuna!>>.
<<Buona fortuna! A dopo!>>.
Mentre Emily parlava mi era venuta una brillante idea, li avrei conquistati!

Alla fine della riunione ero terribilmente soddisfatto. I clienti erano entusiasti della mia idea e non vedevano l'ora di metterla in pratica. I consigli di Emily mi erano stati utili, soprattutto nei momenti in cui erano poco convinti. Ero felice e mia madre anche di più.
<<Sei stato geniale Ethan!a come facevi a sapere che avessero dei figli?>>.
<<Pura intuizione!>> dissi soddisfatto.
<<Ti offro la cena andiamo?>>. Mia madre che mi offre la cena era una cosa mai vista non potevo rifiutare!
<<Accetto volentieri!>>.

Avevo mangiato troppo. Arrivato a casa non ebbi neanche la forza di lavarmi e mi ero sdraiato direttamente a pancia in su sul letto. Ero ancora lì quando suonò il mio telefono. Provai ad alzarmi: <<No non ci riesco!>>. Mi feci coraggio e mi alzai.
<<Chi è a quest'ora?!>> risposi passandomi una mano sugli occhi.
<<Ehi... Scusa se ti ho chiamato... È che oggi non mi hai richiamata e ho pensato di farlo io... Sai... Per sapere com'era andata con i clienti...>> sentendola così in imbarazzo e delusa della mia risposta mi pentii subito per la mia risposta.
<<No Emily! Scusa è che sono stanco, oggi è stata una giornata dura>>.
<<No scusa tu avrei dovuto immaginarlo>> sentii dei rumori in sottofondo.
<<Dove sei Emily?>> chiesi alzandomi dal letto.
<<Bella domanda...>>.
<<Come non lo sai?!>> ero agitato.
<<Vedi questo pomeriggio sono uscita, ero arrabbiata con mia madre così una cosa tira l'altra e mi sono persa! Non so cosa fare...>>.
<<Il tuo autista non può venire a riprenderti?>> chiesi prendendo già le chiavi della macchina.
<<Se chiamassi Peter lo saprebbero anche i miei, però se non puoi aiutarmi lo chiamo non ci sono problemi...>>.
<<Cerca il nome della via e mandamelo per messaggio, sto arrivando!>>.
<<Okay grazie...>>.

Come Romeo e Giulietta?Where stories live. Discover now