Capitolo 36

2.6K 100 2
                                    

Pov Ethan

<<Come hai potuto?! Come ti sei permesso di trattarmi in quel modo?!>> urlò Alice.
Mi stavo subendo l'ennesima sgridata della mia "fidanzata". Avevo pensato diverse volte di interromperla però poi ci avevo rinunciato. Le piaceva la parte della fidanzata gelosa.
Io invece continuavo a pensare a Emily. Non l'avevo più sentita da Natale ed ero alquanto preoccupato.
<<Ethan?! Mi stai ascoltando?!>> mi riprese. Al contrario di Emily, Alice la vedevo quasi tutti i giorni e tutte le volte tornava su quella sera. Non ne potevo più.
<<Adesso basta! Non ti sopporto più!>> urlai stremato.
Alice rimase sorpresa dalla mia reazione.
<<Se non ti sta bene come sono allora dovremo lasciarci perché io sono così!>>.
<<Ma tu non puoi lasciarmi i tuoi si arrabbieranno con te!>>.
<<Non mi importa io non diventerò scemo per far piacere ai miei!>>.
<<Okay scusa ma non lasciarmi>> mi pregò.
Rimasi in silenzio, non avevo più voglia di continuare quella conversazione così uscii dalla stanza.

Nel pomeriggio mi arrivò un massaggio dei miei che mi diceva di essere a casa per le sei di sera perché sarebbe venuto un cliente.
Passavo le mie giornate tra clienti esigenti e fidanzata sclerotica.
Non potevo sopravvivere.

Arrivai a casa mezz'ora prima dell'ora di incontro, volevo darmi una sciacquata e rilassarmi un po'.

I miei piani vennero rovinati da Alice che si trovava già a casa.
<<Ehi amore!>> disse in tono sensuale avvicinandosi.
<<Alice che ci fai qui?>>.
<<Una sorpresa per il mio amore!>> disse prima di baciarmi.
Non ne avevo proprio voglia quindi non risposi al bacio.
<<Che ti prende voglio divertirmi un po'!>> si lamentò.
<<Ho da fare tra un attimo arriverà un cliente!>> mi staccai da lei e andai verso in bagno, chiudendo la porta a chiave per sicurezza.
Non si sapeva mai quando si trattava di lei.

Fresco e profumato scesi al piano di sotto pronto per convincere il cliente ma la scena che mi ritrovai di fronte mi spiazzò.

Pov Emily

Stavo un po' meglio. Di nascosto Julia mi aveva preso un appuntamento da un medico e lì avevo visto per la prima volta il mio bambino, o bambina. Era così piccolo.
Il medico mi aveva dato delle pastiglie anti nausea che mi avevano migliorato la gravidanza e stavo relativamente bene.

Mi trovavo sul letto con l'immagine di mio figlio tra le mani quando bussarono alla porta.
<<Avanti>> dissi nascondendo la foto sotto il cuscino.
<<Ciao tesoro! Come ti senti?>> chiese mio padre entrando.
<<Bene grazie!>> sorrisi.
<<Sono contento>> ci fu un momento di silenzio.
<<Allora... Avevi bisogno di qualcosa?>> domandai.
<<Emm si. Oggi pomeriggio devo andare ad un incontro d'affari e mi piacerebbe che tu venissi con me! Tua madre non può così ho pensato a te! Ovviamente se te la senti>>.
<<Mi farebbe molto piacere accompagnarti!>> mi alzai e gli depositai un bacio sulla guancia.
Volevo molto bene a mio padre ed ero contenta di star recuperando il nostro rapporto.
<<Ore?>>.
<<Per le cinque e mezza pronta che andiamo!>>.

All'ora prestabilita eravamo in auto diretti al luogo dell'incontro.

Quando arrivammo a destinazione rimasi spiazzata. Eravamo a casa Clark.
<<Papà cosa ci facciamo qui?>> domandai stupita.
<<Stai tranquilla>> mi sussurrò.
Andammo all'interno.

<<Buon pomeriggio>> ci salutò Christopher entrando.
<<Buon pomeriggio>> rispose mio padre.
Ci accomodammo in salotto.
<<Il cliente arriverà a breve>> ci comunicò.
<<Non è lui il cliente?>> domandai sotto voce a mio padre.
<<No tesoro la faccenda è più complicata>> mi rispose vago.

Ad un tratto suonarono alla porta e un uomo sulla sessantina entrò dalla porta. Mio padre si alzò in piedi e lo stesso fece il signor Clark.
<<Buona sera>> disse l'uomo.
<<Buona sera, Johnatan Anderson>> gli porse la mano mio padre.
<<Christopher Clark>> disse il padrone di casa.
<<E lei è mia figlia Emily>> disse mio padre rivolgendosi a me.
<<Piacere>>.
<<Piacere mio signorina, Harry Smith>> disse cordiale.

In quell'istante qualcuno dietro di me prese parola.
<<Buonasera signori!>> disse.
Mi voltai e mi ritrovai di fronte Ethan che mi scrutava.
<<Lui è mio figlio Ethan>> disse Christopher.
<<Molto piacere>> disse il ragazzo.
<<Piacere mio>> gli rispose l'uomo.

Ci accomodammo e cominciarono a parlare d'affari.
Capii vagamente che sia la nostra azienda che quella dei Clark aveva proposto un progetto simile, così ci trovavamo lì perché il cliente doveva decidere quale fosse il migliore.

Decisi di dare un'occhiata ed effettivamente erano molto simili solo che venivano utilizzati materiali diversi.
Ethan non sembrava molto preso dal discorso così a bassa voce decisi di interpellarlo.
<<Ma si può usare questo materiale invece di questo? È più economico!>>.
Lui riamase sorpreso da quella domanda ma rispose.
<<Si ma dovresti utilizzare un materiale più resistente sotto, tipo questo>> disse indicandomi il materiale.
<<Si ma costerebbe comunque di meno! I materiali non mi sembrano scadenti!>>.
<<Infatti non lo sono, ma staresti utilizzando idee di due progetti diversi!>> mi ricordò.
<<Si ma se conviene che male c'è?!>>.
<<Ragazzi per favore noi stiamo parlando d'affari!>> ci rimproverò Christopher.
<<Io vorrei dire una cosa in merito!>> intervenii.
<<Johnatan dì a tua figlia che non stiamo discutendo di filosofia e di lasciare gli affari agli uomini! Non capisco perché tu l'abbia portata!>> disse il signor Clark.
<<Per accompagnarmi! Emily lascia che ce ne occupiamo noi>> disse gentile mio padre.
<<Ma io...>>.
<<Taci per favore!>> disse il padre di Ethan.
<<Papà Emily ha avuto una buona idea perché non la ascoltate una volta tanto?!>> intervenne in mia difesa Ethan.
<<Ascoltiamola!>> disse sorprendente il signor Smith.
<<Ecco, io pensavo che per semplicità potessimo mettere insieme entrambi i progetti così sarebbe conveniente per entrambi gli offerenti e lei risparmierebbe parecchio senza rinunciare alla qualità!>>.
Gli mostrai quello a cui avevo pensato.
<<Mi sembra un'ottima idea! Rimaniamo così lavorate insieme al progetto e ci rivediamo tra un mese per il resoconto!>> ci comunicò alzandosi.
<<Come?>> disse mio padre.
<<Lavorate sul progetto della ragazza e ci rivediamo tra un mese. Non mi sembra così difficile. Arrivederci>> così dicendo uscì di scena.

<<E adesso?!>> chiese Christopher.
<<Dovremo lavorare insieme come ha detto lui>> disse ovvio Ethan.
<<Non ne ho intenzione!>> disse.
<<Ma siamo obbligati!>> disse mio padre.
<<È tutta colpa tua ragazzina!>> si arrabbiò con me il signor Clark.
<<Ma che cosa ho fatto? Volevo solo aiutare!>> cercai di difendermi.
<<Se avessi taciuto adesso non ci troveremo in questa situazione!>>.
<<Papà smettila Emily non ha colpa!>>.
<<Ethan stai zitto non sono cose che ti riguardano!>>.
<<Stai parlando con lei quindi si che mi riguarda!>>.
<<Non litigate, possiamo giungere ad un accordo senza discutere>> intervenne mio padre.
<<Sono d'accordo>> acconsentii io.
<<Tu stai zitta se solo una...>> cominciò il signor Clark.
<<Lei cosa?! Azzardati a continuare!>> lo sfidò Ethan.
<<Non capisci che questa vuole solo i nostri soldi?! È solo una puttana! E lo è sempre stata fin da ragazzina con quelle foto! Non te l'ha detto vero?! Si è messa a posare nuda per soldi!>>.
Dopo queste parole quello che successe fu molto veloce. Ethan si scaraventò contro suo padre.
<<Ethan no!>> urlai, ma inutilmente.

Come Romeo e Giulietta?Where stories live. Discover now