29.

319 29 6
                                    

Il mese era trascorso tra lezioni, compiti in classe e ore passete in biblioteca pur di fuggire dal mondo.
Non avevo voglia di andare alle feste, tanto meno di star dietro ai ragazzi.
Ricevevo i soliti bigliettini da Eric però continuavo a reclinare il suo invito concentrandomi solamente sullo studio.
Annie era preoccupata per me, aveva paura che mi chiudessi in me stessa escludendo anche lei.
Era l'ultima cosa che volevo fare, perché lei mi era stata vicino nonostante si stesse frequentando con il ragazzo della festa, come si chiamava? Jack? Almeno credevo si chiamasse così, non ci eravamo neanche presentati, si era fiondato solamente su Annie dimenticandosi di chiunque li circondasse.
Ero contenta per lei, meritava di esser felice, meritava di stare con qualcuno che la volesse davvero.
Riceveva spesso dei fiori, dei regali da parte del ragazzo, e vedevo la mia migliore amica felice come non mai.
Non potevo escludere dalla mia vita la persona più importante per me, quindi la tranquillizzai dandole un forte abbraccio prima di uscire dalla stanza per andare a correre.
Il freddo di Ottobre investii il mio viso, mi ritrovai a socchiudere gli occhi per un secondo.
Dovevo ancora abituarmi alla brezza fredda dell'Autunno, alle foglie che cambiavano colore, agli alberi quasi spogli, alle persone che si stringevano nel cappotto non appena si alzava quel lieve venticello che ti accarezzava la pelle.
Adoravo questo periodo, perché amavo il freddo e qualsiasi altra cosa che lo riguardava.
Il parco era quasi deserto, a parte me erano in pochi ad aver avuto la mia stessa idea.
Ma non mancavano le coppie intente a sbaciucchiarsi, che non facevano neanche caso a chi avessero intorno.
Mi soffermai ad osservare due ragazzi, si guardavano con occhi pieni d'amore, solamente guardandoli si poteva capire quanto si amassero.
Volevo un amore così.
Un amore che lasciava a bocca aperta chiunque guardasse, un amore invidiabile.
Speravo di trovare qualcuno che mi volesse davvero, senza dover elemosinare niente.
Continuai a correre per tre chilometri, prima di fare marcia indietro per tornare al dormitorio.
Annie doveva uscire, aveva una festa a cui partecipare insieme al suo ragazzo.
Aveva smesso di chiedere se volessi raggiungerla, sapeva la risposta quindi si limitava a comprarmi dei dolcetti per rallegrarmi le serate.
Appena misi piede nella stanza, notai sulla scrivania un vassoietto con dei pasticcini tutti per me.
Recuperai il telefono per mandare un messaggio alla mia migliore amica.

'Sei la migliore, li mangerò guardando un film'.

Mi rispose con un emoji e lasciai cadere il telefono sul letto.
Avevo bisogno di una doccia, mi avvicinai all'armadio dove scelsi una felpa di quelle grandi, da usare quasi come un vestito.
Le compravo di proposito una taglia più grande, volevo starmene comoda quando non avevo niente da fare a parte che starmene spaparanzata sul letto.
Dove aver recuperato il tutto, decisi di lasciare la stanza per avviarmi verso il bagno, che si trovava fuori dalla nostra stanza.
Il tipico bagno in comune.
I corridoi erano silenziosi, chiaro segno che erano tutti alla festa, e tirai un sospiro di sollievo perché questo equivaleva a vedersi un film in santa pace.
Non era solito poterlo fare, nei corridoi ci stava sempre un via vai con persone che urlavano senza sosta, non curandosi delle stanze vicine.
Scacciai gli innumerevoli pensieri che occupavano la mia mente, e mi rilassai fin da subito al contatto con l'acqua calda.
Socchiusi gli occhi beandomi del tepore, rilassando ogni singolo nervo teso formatosi durante la settimana.
Mi sentivo rilassata, e nessuno poteva rovinare la mia serata fatta di film e dolcetti, la serata perfetta insomma.
La felpa era così calda addosso, e non feci in tempo neanche a prendere il pettine che sentì urlare il mio nome.
Quasi scivolai per raggiungere il corridoio, Eric se ne stava lì con una bottiglia di liquore in mano senza rendersi conto di quello che stava biascicando.
Un ragazzo aprì la porta della sua stanza per urlargli di far silenzio, e lui di tutta risposta lanciò la bottiglia nella sua direzione.
Chiuse la porta in tempo e la bottiglia andò in frantumi proprio contro la sua porta, ci stavano vetri ovunque e speravo solamente che nessuno si facesse del male.

«Eric ma che cosa stai facendo? Ti rendi conto che potevi fargli del male se solo lo avessi colpito?»

Una risata divertita fuoriuscì dalle sue labbra, e lo guardai come fosse pazzo perché non si rendeva conto di quello che aveva appena fatto.
Aprì la porta della mia stanza spingendolo dentro, non mi accorsi di averlo spinto con forza infatti perse l'equilibrio finendo contro il pavimento.

«Mi dispiace, non pensavo di averci messo così tanta forza.. dai alzati.»

Gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma lui mi attirò a sè facendomi cadere sopra di lui.
La felpa si alzò pericolosamente, e cercai di mantenerla abbassata il più possibile anche se era molto difficile vista la posizione.
I suoi occhi erano incollati nei miei, volevo dire qualcosa, volevo spostarmi ma il mio corpo sembrava immobilizzato, non riuscivo nemmeno a muovermi.

«Mi sei mancata, perché non.. non.. sei venuta a nessuna festa? Io, io..»

Non riusciva nemmeno a parlare, non sapevo quanto avesse bevuto, sicuramente più del dovuto.

«Mi sono innamorato di Te, dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati.. non posso stare senza, senza vederti. Non allontanarmi dalla tua vita. »

Lo guardai, non sapevo cosa dire.
Si dice che la verità esce sempre dalla bocca dei bambini e degli ubriachi, stava dicendo la verità? Non lo sapevo, non sapevo cosa dire, non sapevo se credergli, volevo urlargli di andarsene perché non volevo innamorarmi di nessuno.
Non volevo interessarmi a qualcuno che faceva strage di cuori, non volevo star male soprattutto.
I miei pensieri scomparvero quando mi attirò maggiormente a sè poggiando le sue labbra contro le mie.
La sua lingua picchiettò contro le mie labbra serrate per chiedere l'accesso, e glielo concessi senza obbiettare.
Il sapore della vodka invase la mia bocca, era un mix tra vodka e birra.
Ma al momento non mi importava, avevo bisogno di quel bacio, delle sue labbra e delle sue mani che sfioravano lentamente la pelle scoperta delle gambe.
Tanti brividi si fecero spazio lungo la schiena, erano brividi piacevoli mai provati prima, ma un senso di paura si fece strada dentro di me.
Non ero mai stata toccata da nessuno, ero sempre stata restia a questo genere di cose ma con lui stava venendo tutto così naturalmente come se lo avesse già fatto altre volte.
Feci scivolare il suo giubbotto lungo le braccia, aiutandolo poi a toglierlo, le nostre bocche erano ancora incollate quasi come se si stessero mangiando a vicenda.
La porta dietro di noi si aprì, e rimasi per un secondo pietrificata, un mix di spavento e imbarazzo allo stesso tempo.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Oct 16, 2023 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

My Heart Belongs To You. Where stories live. Discover now