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Decisi di passare la settimana con la testa nello studio, sentivo Eric per messaggi evitando di andare alle feste che avevano organizzato durante la settimana.
Annie andava senza insistere che la raggiungessi, dopo l'ultimo avvenimento aveva mollato la corda perché sapeva quanto mi aveva destabilizzato il tutto.
Scacciai il pensiero guardando l'ora, tra venti minuti avevo una lezione, indossai uno dei miei jeans preferiti seguiti da una camicetta rosa cipria.
Annie era pronta con la borsa in spalla, legai i capelli in una treccia e la seguii per raggiungere l'aula insieme a lei.
I corridoi sembravano così tranquilli, infatti arrivammo con cinque minuti di anticipo alla lezione.
Non essendoci nessuno decidemmo di sederci negli ultimi posti, così da esser lontani dalla vista della professoressa Jefferson.
Non mi andava a genio, urlava per ogni cosa, e passava le giornate a sbattere le mani contro la cattedra.
Non sentiva dolore? Me lo chiedevo ogni volta che sentivo la sua mano sbattere con violenza.
Cinque minuti dopo l'aula era piena, Annie mi tirò una gomitata quando dietro di noi si accomodò Liam, stavolta da solo.
Non mi voltai, non volevo dare soddisfazioni, volevo rimanere impassibile, anche perché ragionandoci su mi era passata qualsiasi sensazione nei suoi confronti.
I suoi comportamenti mi avevano fatto tornare in mente l'essere psicopatico di Josh, che dopo mesi continua a cercarmi sui social da profili differenti.
Scossi la testa al solo pensiero e mi concentrai a guardare verso la porta, entrò la professoressa e in classe calò il silenzio.

«Preparati, oggi è più agguerrita del solito.»

Annie annuì ed entrambe accennammo un mezzo sorriso, senza farci notare dalla spaventosa Jeff, come la chiamavamo noi.
Sentii un sussurro dal lato opposto, mi voltai e vidi Eric che cercava di attirare la mia attenzione.
Un mezzo sorriso contornò le mie labbra e prima che la Jeff se ne potesse accorgere mi passò un bigliettino.

- Vieni agli allenamenti? Mi sei mancata.

Alzai le spalle non sapendo cosa rispondere, una voce alle mie spalle mi costrinse a voltarmi in quella direzione.

«Mi scusi prof, qualcuno qua continua a parlare scambiandosi bigliettini.»

Maledizione, cercai di nascondere come meglio potevo il bigliettino quando la Jefferson avanzò nella mia direzione.
Si fermò proprio dove ero seduta rivolgendo uno sguardo verso Liam, che aveva fatto la spia neanche avesse cinque anni.

«Mi dica Signor Harris, faccia i nomi.»

Doveva farmela pagare in qualche modo, e quando fece il mio nome e quello di Eric la guardai con un sorriso innocente, avrei negato fino la fine, non gli potevo dare la soddisfazione di ammettere e di vedere il suo sorriso vittorioso.

«Signorina Jefferson, io ed Eric non ci siamo scambiati alcun bigliettino.
Siamo anche distanti, se fosse stato così era la prima a notarlo.
Sono seduta centralmente, qualsiasi movimento era nella sua visuale.
Può controllare il quaderno, il libro o qualsiasi cosa presente, non troverà bigliettini.»

Cercai di essere il più credibile possibile, non controllò niente, si fidò delle mie parole e mentre era intenta a tornare alla cattedra Annie alzò la mano per far si che battessi il cinque.
L'avevo scampata davvero per poco, se mi avesse scoperta potevo scordarmi la borsa di studio.
Conoscevo quanto fosse severa la prof e un voto basso non mi avrebbe aiutato sicuramente.
Le ultime lezioni passarono in fretta, mi ricordai che non avevo dato una risposta ad Eric così tornai in stanza per lasciare la borsa.
Decisi di cambiarmi, optai per una gonna stile cheerleader bianca e blu e un top del medisimo colore.
La giornata era molto bella, mandai un messaggio ad Annie sperando mi raggiungesse al più presto.
Per occupare il tempo mi portai dietro un libro, non volevo che pensassero che ero lì per sbavare su Eric, ogni tanto dovevo far finta di leggere.
Scossi la testa arrivando a destinazione, guardai verso gli spalti per trovare un posto dove non ci fossero tante persone e non ci misi molto a trovarne uno.
Il cellulare vibrò, Annie mi avvertiva che tardava di dieci minuti, le risposi con un "va bene" e lasciai ricadere il telefono nella borsa.
In lontananza notai Eric guardarsi intorno, alcune cheerleader lo avevano notato, due ragazze molto belle a dirla tutta.
Stavano facendo di tutto per attirare la sua attenzione, quando però i nostri occhi si incrociarono lui avanzò verso di me non facendo molto caso a loro.
Quel gesto mi rimase impresso, io non ero una cheerleader, non facevo parte delle persone popolari eppure mi notava e la cosa mi lusingava.

«Sei qui, alla fine. Non mi hai dato risposta, stavo per perdere le speranze, sai?»

Mi piaceva sapere di averlo tenuto sulle spine, perché equivaleva ad aumentare la sua curiosità nei miei confronti.
D'altronde lo conoscevo da poco più di due settimane, eppure sembrava di conoscerlo da una vita.

«Potevo mai perdermi dei ragazzi totalmente sudati mentre rincorrono una palla? È un visione da non sottovalutare!»

Volevo provocarlo, scaturire una possibile reazione e non tardò ad arrivare quando si morse il labbro togliendosi la maglietta subito dopo mettendo in mostra il fisico sudato.
Si sentii un segno di apprezzamento da parte delle cheerleader, e alzai le spalle senza aggiungere altro.

«Quindi non sei venuta per me? Ci vediamo dopo, mi stanno chiamando. »

Il coach lo aveva richiamato per aver perso troppo tempo, dovevano allenarsi in vista delle partite.
Presi il libro e tornai alla mia lettura, anche se mi sentivo osservata e guardando verso il campo notai che non era Eric a farlo ma quel grandissimo stronzo di Liam.
Non aveva ancora capito che non avevo voglia di aver a che fare con uno come lui, volevo solo che mi lasciasse in pace.
Mi alzai recuperando la borsa, lasciai ricadere il libro in quest'ultima e mi avviai verso i dormitori.
Non sopportavo quel ragazzo, voleva mettermi a tutti i costi nei guai, come oggi in classe.
Non capivo la sua gelosia infondata, e sinceramente non avevo voglia di capirlo.
Mi chiusi in camera mettendomi comoda, terminai di studiare prima del dovuto e poggiando la testa sul cuscino crollai dimenticandomi anche di cenare.

My Heart Belongs To You. Where stories live. Discover now