19.

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EVELYN POV.

Non sapevo con esattezza quanto tempo fosse passato, continuavo a provare a muovermi ad aprire gli occhi ma il mio corpo non reagiva.
Ero impotente, non riuscivo a far niente e continuavo a sentire voci intorno a me. Lasciai stare e mi concentrai ad ascoltare chi stava parlando, era Liam.
Liam? Che ci faceva lui qua? Perché non riuscivo a rispondergli o tantomeno ad aprire gli occhi per incrociare nuovamente i suoi occhi? La testa pulsava, faceva male e non avevo la forza di continuare ad ascoltare. Tutto sembrava confuso, Liam continuava a parlare, continuava a ripetere che ero importante per lui.
Perché mi stava dicendo ciò? Provai ancora una volta ad aprire gli occhi, oppure a muovere una mano e riuscì a stringere la sua finalmente.
Quando riuscì ad aprire gli occhi la forte luce mi costrinse a richiuderli, li riaprì con calma e provai a parlare ma avevo dei tubi in gola che non me lo permettevano.
Notai che Liam scattò in piedi e si precipitò fuori la porta, subito dopo arrivò con un dottore e un'infermiera.

«Va tutto bene, ora provvederò a toglierti quei tubi dalla gola. Se mi capisci fai un cenno con la testa. »

Annuì cercando di trattenere i conati che continuavano a farsi strada nella mia gola. I tubi erano fastidiosi e quando finalmente li levarono fu un sollievo.

«Non provare a parlare, sicuramente ti farà male la gola. »

Mi avvisò il dottore prima di allontanarsi dal mio letto, mi voltai nella direzione opposta a Liam e notai Annie. Mi guardava con le lacrime agli occhi e quando si avvicinò mi posò le labbra sulla fronte. Scoppiai a piangere silenziosamente, alcuni ricordi si fecero strada dentro di me e mi ricordai dell'incidente.

«Non piangere, ora stai bene. Sei tornata e mi sei mancata terribilmente. »

Le lacrime continuavano a scendere e quando la porta si spalancò notai Josh e i miei genitori venire verso il letto. Mia madre scoppiò subito a piangere mentre mio padre si avvicinò a me e mi carezzò lentamente il viso.

«Tesoro mio, come ti senti? Sei stata in coma per un mese, siamo rimasti tutti con te soprattutto quel giovanotto lì che non ti ha mollata un attimo. »

Il mio sguardo seguì il cenno di mio padre verso Liam e mi accorsi che aveva lo sguardo basso e le guance umide, chiaro segno che aveva pianto. Non lo avevo mai visto così, allungai una mano verso la sua direzione e lui fu pronto ad afferrarla avvicinandosi lentamente al mio letto.

«Li..am.. »

La gola bruciava talmente tanto che non riuscì a dire più nulla, deglutì e guardai il ragazzo che si apprestò a guardarmi dritto negli occhi.
La mia mano carezzò lentamente il suo viso, aveva gli occhi stanchi di chi non dormiva bene da molto tempo. Era anche dimagrito e aveva uno sguardo assente come se non fosse lì in quel momento.

«Potete lasciarmi da solo con lei? Per favore. »

Annuirono tutti ed uscirono dalla stanza, prima di uscire Josh si avvicinò a me e mi lasciò un bacio sulla guancia e sentì la mano di Liam che strinse la presa. Quando tutti furono usciti Liam iniziò a parlare guardandomi dritto negli occhi.

«Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Quel giorno al centro commerciale quella ragazza mi baciò di proposito, a me non piace neanche.. »

Prese fiato e continuò.

«I miei genitori hanno un accordo con i suoi genitori, e per far sì che questo accordo andasse in porto dovevo portarla fuori e così feci. Ovviamente non potevo sapere che per farti un dispetto si gettava tra le mie braccia. »

Si passò una mano tra i capelli chiaramente nervoso e proseguì.

«Lei sapeva chi tu fossi, perché nel viaggio in macchina avevamo parlato di te. Lei sarà una delle nostre compagne a scuola, quindi si era già informata su chi fossi. »

Queste rivelazioni mi avevano sconvolta, non potevo mica sapere che quella psicopatica faceva parte della nostra classe. Speravo vivamente di non avere tutte le lezioni in comune, altrimenti avrei cambiato direttamente College.

«Mi dispiace davvero, mi dispiace aver perso nuovamente la tua fiducia. Non era mia intenzione, volevo davvero costruire qualcosa con te. Ogni singola cosa che ti ho detto sotto quell'albero era vera, sei importante e l'ho capito maggiormente quando hai avuto l'incidente e ho pensato per un attimo di averti persa. »

Le sue parole mi fecero piangere nuovamente, perché gli credevo nonostante tutto. Continuavo a credergli, e continuavo a provare sensazioni bellissime nonostante fossi ancora stordita dalle medicine.

«Spero solamente di non averti delusa, mi sento in colpa perché penso che se non avessi visto il bacio tutto questo non sarebbe successo. Ma l'importante è che ora sei qui, con me. »

Lo guardai dritto negli occhi prima di sfiorare nuovamente la sua pelle. Si stava avvicinando pericolosamente a me, le nostre labbra erano così vicine che potevo sentire il mio respiro confondersi con il suo. Mi guardò negli occhi come per trovare un consenso da parte mia, annui come voglio potevo e lentamente si avvicinò a me poggiando le sue labbra sulle mie, stando attento a non causarmi dolore in nessun modo. Fu un bacio talmente desiderato che per un attimo dimenticai l'incidente, l'ospedale, e ogni singolo dolore che caratterizzava il mio corpo. In quel momento eravamo solamente io e lui, niente importava.
Era da tempo che aspettavo di poter assaporare le sue labbra, di capirne la morbidezza e doveva succedere un incidente per far si che questo potesse accadere?
Era strana la vita, anche nei momenti bui, cerca sempre in un modo o in un altro di far venire l'arcobaleno e dopo aver passato un mese infernale a far piangere tutti mentre speravano in un mio risveglio, ora sembrava esser arrivato il sereno o meglio credevamo fosse arrivato.
Non avevamo messo in conto che questo bacio tanto atteso da noi, poteva far male a qualcun altro.
Infatti il bacio fu interrotto da qualcuno che aprì la porta, entrambi ci voltammo verso la porta e lì a guardarci ci stava proprio Josh.

My Heart Belongs To You. Where stories live. Discover now