2.

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Svegliarsi ad orari non del tutto calcolati era una cosa meravigliosa, mi stiracchiai prima di mettermi seduta sul letto guardando fuori. La giornata  era meravigliosa, il sole filtrava dalla finestra illuminando tutta la stanza. Un sole caldo, che ti invogliava a metterti le prima cose che trovavi nell'armadio e uscire per una passeggiata o semplicemente per andare al mare. Allungai la mano per recuperare  il cellulare e mi accorsi che erano già le nove, solitamente quando vivevo con i miei alle sette ero già in piedi perché mia madre pretendeva di aprire ogni singola finestra per godersi a pieno la giornata. Volevo assolutamente girare per la città, così decisi di fare una doccia al volo prima di uscire. Una volta in bagno guardai la mia immagine riflessa nello specchio, i miei lunghi capelli castani ricadevono in morbide onde sulle spalle mentre i miei occhi verdi luccicavano alla luce del sole. Del mio aspetto la cosa che amavo di più erano esattamente i miei capelli, ero gelosa di quest'ultimi perché non volevo che nessuno li toccasse. Continuai a guardare il mio riflesso, cosa potevo dire di quella ragazza che stavo osservando? Non mi sono mai considerata una ragazza che ama mettersi in mostra, alle volte mi vergognavo anche ad indossare un vestito perché riusciva a mettermi  in soggezione. Eppure ero una ragazza che amava mantenersi in forma, da Settembre fino a Giugno il mio hobby pomeridiano era andare a correre, quindi il fisico da mettere in mostra non mi mancava eppure non amavo farlo notare.

La doccia durò meno di quindici minuti, e una volta in stanza continuai a guardare l'armadio cercando qualcosa da indossare. Prima di partire mia madre aveva deciso che dovevamo fare shopping e mi aveva comprato tanti bei vestiti che alla fine decisi di indossare, in fin dei conti non mi conosceva nessuno perciò potevo benissimo evitare di sentirmi in soggezione.
La mia pancia continuava a brontolare, il frigo era vuoto e l'unica soluzione era fare colazione in qualche bar in città.
Uscii di casa con la speranza di trovarne uno il più vicino possibile, ma non fu così.
Fortuna che le scarpe erano comode perché presi a camminare senza sosta con le cuffiette nelle orecchie e Katy Perry che intonava una delle sue canzoni. Come al solito non poteva filare tutto liscio, mi ritrovai con la borsa per terra e ogni singola cosa sparsa ovunque.

«Ma che?»

Mi apprestai a raccogliere tutto ciò che era caduto, notando che la persona che mi aveva urtato contro non si scomodò nemmeno per aiutare.
Bene. Era iniziata così bene la giornata, che quasi mi sembrava un miracolo. La persona più arrogante e ostile dovevo incontrarla io, che novità!

«Cerca di stare attenta la prossima volta

La sua arroganza mi fece innervosire così finì di raccogliere subito le mie cose e continuai a camminare per la mia direzione. Dopo una manciata di minuti finalmente arrivai in centro, mi guardai intorno notando negozietti sparsi, seguiti da un supermercato e più in là un bar - pasticceria, quello che faceva al caso mio in quel momento. Avevo bisogno di una dose generosa di caffè e soprattutto di mangiare qualcosa, il mio stomaco continuava a chiedere pietà. Non ci stava molta gente, mi apprestai a raggiungere un tavolino e notai nel mentre un menù posto proprio dietro il bancone. Quando una cameriera si avvicinò ordinai un caffè con gocce di cioccolato seguito da un cornetto al cioccolato. Annuii e si allontanò con il mio ordine e nell'attesa controllai il telefono notando che non erano presenti nè messaggi e tanto meno chiamate. Non era da mia madre, ma conoscendo i suoi impegni giornalieri era uscita preso e non aveva neanche tempo di usare il telefono.
La cameriera tornò con la mia colazione, la ringraziai e come prima cosa mi apprestai per bere un generoso sorso di caffè. Il liquido nero scese lungo la mia gola dando un lieve sollievo allo stomaco brontolante, quando però addentai il cornetto il mio stomaco sembrò ringraziarmi. Pagai il tutto e mi avviai verso la porta, volevo raggiungere il supermercato intenzionata a fare la mia prima spesa. Pensai che potevo comprarmi di tutto,  schifezze annesse, senza sentire mia madre lamentarsi per ogni singola cosa. Una volta terminata chiamai un taxi per tornare a casa, la mattinata non era iniziata bene per quello scontro ma stava proseguendo nel migliore dei modi. A pensarci bene quel ragazzo era lo stesso della litigata di questa notte, come ho fatto a non accorgermene prima?
Sarà che per la sua arroganza non avevo minimamente fatto caso a guardarlo più del dovuto, ero troppo concentrata a raccogliere le cose finite sul marciapiede visto che a lui non era importato minimamente di aiutarmi.
Speravo solo che le persone di quella città non erano tutti come lui, altrimenti avevo scelto il posto sbagliato in cui vivere essendo io timida e non arrogante come questo soggetto.
Sbuffai proseguendo, pensando a come facessero le persone ad esser così, soprattutto con chi non conoscevano neanche di vista.
Perché a dirla tutta lui non mi conosceva, non mi aveva mai vista, mentre io già la sera prima avevo notato lui e la sua ragazza per il baccano fatto in piena notte.
Doveva essere un combina guai, e io non dovevo averci a che fare neanche per sbaglio.
Nemmeno la musica riusciva a distrarmi da quei pensieri, non mi spiegavano di come le persone potessero essere così.
D'altronde se fossimo stati tutti uguali, sai che noia?
Mi morsi il labbro concentrando i miei pensieri altrove, pensando che nonostante quel tenebroso ragazzo, la mia permanenza qui proseguiva tranquillamente e mi piaceva questa città, avevo una casa in un quartiere dove le persone non si preoccupavano di controllare ciò che facevi.
Avevo una famiglia che mi sosteneva nelle mie scelte, anche se da lontano.
E l'unica cosa che speravo al momento, era trovare persone con cui condividere giornate, uscite, l'estate.
Anche se conoscendomi non doveva essere un'impresa facile.

||Spazio d'autore.||

''Perché continuare a seguire l'orizzonte quando si può andare alla ricerca dell'infinito?''

My Heart Belongs To You. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora