15.

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Tutto sembrava molto confuso, solo l'altro giorno mi aveva parlato dei suoi sentimenti, che gli piacevo e gli provocavo strane sensazioni.
E ora? Se ne stava con una rossa tutta curve dall'aria da smorfiosetta. Che cosa ci trovava in lei?
Una rabbia immonda cresceva dentro di me, ma non volevo farmi notare urlando in un centro commerciale. Il peggio però doveva ancora arrivare, Liam si accorse di me e mi guardò dritto negli occhi. Una scarica elettrica percorse il mio corpo, mentre la rossa si alzò sedendosi sulle sue gambe. Successe tutto in pochi minuti, le labbra della ragazza erano poggiate sulle sue e lui non si stava opponendo.
Presa dalla gelosia, trascinai Annie ed il carrello verso l'uscita non volevo assistere al loro spettacolo.
La rossa ebbe anche il coraggio di farmi uno stupido sorrisetto finto, quando passai accanto al loro tavolo.
Lui però non staccò neanche un secondo gli occhi dai miei, perché continuava a fissarmi dopo che aveva infilato la lingua in bocca a quella?
Raggiungemmo l'auto e dopo aver caricato ogni singola cosa, Annie si accertò che avessi testa per guidare. Annuì senza aggiungere una parola, e mi misi al volante. Non mi accorsi che lo stringevo talmente forte che le mie nocche divennero bianche e liberai per un secondo la presa, che mi stava succedendo? Perché ero gelosa di una persona che nemmeno mi apparteneva? Perché continuavo a pensare alle sensazioni che mi dava? Stupida io ad essermi fidata di uno stronzo.
La strada non era trafficata, perciò continuai a pensare a quello stronzo e a quella ragazza sopra di lui. Non aveva neanche provato a raggiungermi per darmi spiegazioni. Non che me le aspettassi, ma una piccola speranza si fece strada dentro di me.

«Ev, tutto bene? »

Annie sembrava preoccupata, aveva visto tutta la scena e non poteva credere ai suoi occhi. Lei sapeva tutto, sapeva degli oggetti, delle parole che ci eravamo detti io e lui sotto l'albero al parco. Perciò, non si spiegava il suo comportamento.

« EVELYN ATTENTA! »

Mi voltai giusto in tempo per vedere un auto che colpì la nostra.
La mia mente smise di ragionare, sentì un forte dolore alla testa ma non riuscivo a muovermi. Sentivo la mia amica urlare, chiamare il mio nome ma io ero incapace di rispondere.
Immagini veloci mi passarono davanti, Liam al parco, Liam che mi confessava cosa provava ogni volta che mi vedeva, Liam che si scusava per i comportamenti avuti in precedenza.
Liam, Liam, Liam solo Liam.
Poi ad un tratto sentì un forte frastuono, riuscì ad aprire gli occhi e notai le luci blu dell'ambulanza e poi.. tutto nero.

ANNIE POV.

Continuavo a chiamare la mia amica sperando aprisse gli occhi, aveva il sangue che scendeva dalle ferite in testa e pur non sapendo molto di medicina potevo ben dire che si trattasse di un trauma cranico.
Ero immobilizzata dalla cintura e il braccio mi faceva talmente male che avevo paura di muovermi.

«Ev ti prego, svegliati. »

Le lacrime ormai scendevano da sole, era immobile, occhi chiusi e testa leggermente abbassata. Era morta? Continuavo a piangere, continuavo a urlare e chiamare il suo nome. Non poteva esser morta, non era ancora tempo per lei. Doveva andare al College, realizzarsi e mandare al diavolo Liam che la faceva star male. Notavo i suoi cambi d'umore per colpa di quel ragazzo, notavo che era pazza di lui eppure notavo in silenzio senza dirle nulla.
Venni scossa da una persona con la divisa da soccorso, non mi ero neanche accorta del loro arrivo. Lo guardai confusa, e scoppiai nuovamente a piangere.

«Aiutate la mia amica, vi prego. Io sto bene, ma lei non sembra. Vi prego.. aiutatela non voglio perdere la mia migliore amica. Vi prego.. aiutatela. »

I singhiozzi non mi permettevano di esprimermi al meglio, qualcuno sganciò la mia cintura e mi prese in braccio. Mi adagiò su una barella prima di farmi entrare in ambulanza, e Isabel? Dov'era la mia migliore amica? Stava bene? Era morta? Tante domande, poche risposte. Una signora adagiò la mia borsa e mi guardò preoccupata così colpi la palla al volo per chiedere di lei.

«Dov'è la mia amica? Sta bene? »

Abbassò lo sguardo e sistemò una flebo al mio braccio, sentivo il dolore trapelarmi, un dolore forte che mi fece quasi urlare. Quando lo sfiorò per posizionarlo sulla barella, sentii un dolore allucinante che mi fece perdere il respiro, non mi ero neanche accorta di aver urlato dal dolore.

«Deve essere rotto, dobbiamo subito sistemarlo. »

Non aveva risposto quando avevo chiesto della mia amica, era morta allora e io non avevo fatto niente per aiutarla. Continuai a piangere, nonostante il dolore al braccio domandai alla signora di recuperare il telefono nella mia borsa. Avevo il numero di Josh perché aspettavo di sapere se nel suo locale serviva personale, un lavoretto che avevo intenzione di fare dopo scuola così mandai un messaggio cercando di scrivere come meglio potevo.

'Mi dispiace avvisarti così ma io e Isa abbiamo avuto un incidente, io sto bene.. lei non lo so. Non mi dicono niente, siamo all'ospedale principale, ti aspetto lì.'

Una volta premuto invio continuai a piangere, dovevo avvisare i genitori di Isa ma allo stesso tempo volevo sapere come stava, era tutto così perfetto perché il destino doveva rovinare tutto?
Maledì il giorno in cui conobbe Liam, a causa sua avevamo avuto questo incidente, e sempre a causa sua la mia amica poter aver perso la vita.
Lo odiavo con tutta me stessa, e speravo vivamente che non avesse intenzione di presentarsi in ospedale se avesse saputo la vicenda. Rabbia e dolore continuavano a crescere nel mio corpo, soprattutto verso la signora che al momento si stava prendendo cura di me.
Perché non voleva darmi spiegazioni riguardanti la mia amica? Perché non potevano semplicemente darmi questa batosta? Continuavo a piangere senza freni, gli occhi bruciavano mentre la corsa dell'ambulanza terminò, eravamo arrivati in ospedale e l'unico mio pensiero al momento era sapere della mia migliore amica. Speravo vivamente che almeno i dottori potevano dirmi qualcosa, e dovevo inventare di essere sua sorella per far sì che riuscissero a parlare con me. Aspettare i genitori di Evelyn non era la soluzione giusta, visto che non sapevano nulla e dovevano prendere un aereo per venire qua.

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