Capitolo 2

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Non appena entrata in bagno raccolsi in fretta tutti i panni sporchi gettati a terra con noncuranza e li buttai nella cesta dietro la porta. Mi tolsi la tuta per poi fiondarmi sotto il getto dell'acqua fredda. In quell'istante tutti i pensieri svanirono, quasi dimenticai il mio nome. Tenevo sempre l'acqua gelida perché mi aiutava a liberare la mente. Sciacquai con molta cura tutta la pelle liscia e candida. Il sapone che usavo aveva un leggero profumo di vaniglia misto pino, il mio preferito. Dopo aver finito avvolsi il corpo con un telo blu e mi posai davanti allo specchio appannato. Lo pulii velocemente con una mano e mi guardai. I capelli castano scuro sembravano quasi corvini da bagnati e con quella luce bianco soffusa gli occhi prendevano sfumature di un verde più elettrico del solito. Mi preparai in fretta indossando una canottiera nera con sopra una felpa bordeaux e dei jeans. Mi infilai gli scarponcini che usavo per fare le passeggiate nel bosco e presi su lo zainetto marroncino chiaro usurato dal tempo; me lo regalarono quando avevo cinque anni quindi potete immaginare.
Lasciai i capelli al vento, non mi andava di legarli. Nello zainetto infilai: una torcia, faceva buio presto qui a Forks, delle cicche alla menta... ok, so che non erano essenziali però mi piacevano troppo, una bussola, una borraccia, non sapevo quanto ci avremmo messo a trovare Steve Rogers, un coltellino multiuso ed una corda. Diciamo che ero ben attrezzata per questo genere di cose, adoravo le escursioni.
Scesi le scale facendo forse troppo rumore. Legno vecchio e scarponcini pesanti non andavano d'accordo. Mia madre, Rosaline, si accovacciò dalla cucina per vedere chi fosse. Stava asciugando con un vecchio panno un piatto in ceramica bianco.


<<Dove stai andando?>> chiese sospettosa. Quell'espressione corrucciata le risaltava le leggere rughe che avevano solcato la sua pelle chiara. Notai che si era legata i lunghi e ruffi capelli biondi.

<<Mi hanno chiamata al lavoro per chiedermi se potevo fare il turno serale>> mormorai scostando lo sguardo dal suo.

<<Strano, non lo avevano mai fatto prima>>.

Infatti è così, pensai amareggiata.

<<Beh, allora vado se no faccio tardi>> dissi correndo verso la porta.

<<Ehi ehi ferma lì tu!>> sussultò avvicinandosi. Le sorrisi forzatamente: <<che c'è?>>

<<Gli scarponcini e lo zaino non ti servono per fare la cameriera>>

<<Corretto madre, però questa sera c'è un tema speciale: escursione in montagna; devo vestirmi così, non credere che mi faccia piacere>>

Le diedi un bacio sulla guancia: <<farò tardi>> e scappai via.

Non appena fuori sospirai. Era dura mentire a mia madre però lo ritenevo necessario, non mi avrebbe mai fatta andare nella foresta di sera. Arrivai al parco in perfetto orario e vidi che Nick e Jake erano già lì ad aspettarmi muniti di elmetto e zainetto.

<<Dove pensate di andare, in una grotta?>> scherzai.

<<Certo>> ironizzò Jake.

<<Sappiatelo>> feci fermandomi di colpo: <<non comportatevi come se questa fosse una missione 007, chiaro?>>.

I due si guardarono e annuirono depressi, era proprio quello che avevano intenzione di fare come immaginavo.


<<Andiamo, seguitemi>>.

Attraversammo il parco fino ad arrivare ad un'alta rete che separava il parco dal bosco. Tempo fa ero riuscita a romperla in modo da oltrepassarla con facilità. Nessuno arrivava mai fino a quaggiù quindi diciamo che solo io conoscevo questo passaggio. Beh, ora anche questi due babbei. Passai per prima con agilità, Jake fece lo stesso un po' più goffamente ma Nick restò fermo dall'altra parte.

The Psyche Girl- un nuovo eroe MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora