You give me purpose

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"Adesso vai" disse sorridendo come solo lui sapeva fare. "Vai e ama te stessa".

"Ti amo" disse con un enorme sorriso stampato in faccia.
Sorrisi a mia volta "Ti amo anche io".
E chiusi la portiera.

L'energia dei raggi del sole di luglio mi invase tutto il corpo.

Ormai tutti quei segni sulle braccia non c'erano più. Erano rimaste solo alcune cicatrici, ma non erano tanto evidenti. Ma erano le mie cicatrici che facevano parte della mia storia. Mi avevano rovinato per molti anni, ma mi avevano anche aiutato a crescere.
All'inizio sembravano delle montagne insorpassabili. Enormi. Terribili. Ed ora erano lì come granelli di sabbia, non erano più nulla in confronto a me. Le calpestavo e loro non mi facevano male.
Era come tutto dovrebbe essere già dal principio.

Passarono due ragazze. Non mi notarono. Nemmeno mi guardarono. Ero di un'innocente invisibilità davanti ai loro occhi. Non avevo nulla di anormale.

Sorrisi. Davanti a me l'edificio che mi aveva ospitata per anni. La mia rovina, ma ora la mia montagna trasformata in un granello di sabbia.

Attraversai la strada. Non pensavo davvero a nulla. Era così bello per una volta avere la mente libera.

Ma, come un fulmine a ciel sereno, sentii qualcuno chiamarmi.
Istintivamente mi voltai e così vidi qualcosa avvicinarsi sempre di più a me, come se fosse un razzo.

Era una macchina. Ed era rossa, come il colore del liquido che un tempo scivolava dalle mie braccia.

Non realizzai la cosa, che già mi trovavo per terra. Era successo tutto troppo velocemente.
Cercai di alzarmi ma la testa mi faceva troppo male. Era come se un piccolo incendio nel bosco, crescendo, avesse generato altri milioni di piccolo incendi, per poi diventare un unico disastro, nel raggio di pochissimi istanti.

Per parecchi secondi ebbi come la sensazione che i miei polmoni non stessero facendo il loro dovere.

L'asfalto era caldo e da vicino era molto più scuro di quello che credevo.
Sempre senza riuscire ad accorgermene, non toccavo più l'asfalto, ma continuavo a non capire che cosa stessa succedendo. Sentivo qualcuno borbottare di continuo, ma probabilmente non era solo un semplice borbottio, erano delle grida che io non riuscivo a percepire.

Aprii gli occhi ma senza riuscire a mettere a fuoco nulla.
Sentii soltanto un profumo a me molto famigliare.

"Tranquilla, non avere paura. Andrà tutto bene" disse Justin con quella poca voce che gli era rimasta.
"Ho chiamato i soccorsi, andrà tutto bene"

Sentivo la mia testa scoppiare come se dento ci fossero milioni di fuochi d'artificio, esplosi tutti nello stesso istante.

Finalmente iniziai a vedere qualcosa, anche se ormai poco importava.

Sentivo Justin ripetere 'andrà tutto bene' anche se in realtà lo faceva più per convincere se stesso.

Cercai con tutte le forze che avevo in quel momento di parlare, di dirgli qualcosa, ma non ci riuscii.
La sola cosa che volevo dire in quel momento era che lo amavo.

La mia paura più grande in quel momento era di morire senza avergli fatto capire che lo amavo davvero.
Forse era colpa mia o del mio carattere freddo, ma non riuscivo mai ad esprimere quanto amassi una persona. Eppure io lo amavo, lo amavo davvero.

Avevo paura di morire senza farglielo capire, così da non essere più in grado di dimostrarglielo.
Era un po' quello che era successo con mia madre. Non volevo ripetere lo stesso errore, non con Justin.

Intanto la mia testa continuava a scoppiare.

"Tranquilla Grace" continuava a dire passando ripetutamente la sua mano nei miei capelli. Mi aveva sempre detto di amarli.

"Non succederà niente, vedrai."

In quel fottutto istante ebbi come la sensazione di rivivere tutta la mia vita, velocemente.
Rividi i miei sorrisi, i miei sogni, i miei sbagli. Rividi i miei fallimenti e avevano tutto un altro sapore. Rividi le mie lacrime, i miei pensieri. Rividi la mia rinascita, la mia corsa dopo la caduta.
Ora tutto aveva un senso. Non erano più fatti casuali buttati a casaccio. Quella era davvero la mia storia.

Ripensai alla causa del mio miglioramento, alla causa del mio sorriso e la causa della mia felicità. Colui che mi aveva fatto ricredere in me stessa per davvero, a colui che credeva in me. Il guardiano dei miei sogni d'oro, la mia rivincita più grande e tutto il mio orgoglio. Il mio angelo custode.

Mi chiedo che cosa avrei fatto senza di lui. Dove sarai arrivata, in basso. Sicuramente in basso o forse addirittira ancora più giù.

Justin mi aveva cambiata del tutto. Lui aveva creduto in me, aveva creduto nei miei sogni e nelle mie capacità. Fu la prima persona a farlo.
Lui mi ha fatto morire per poi rinascere. Mi ha aiutato ad affrontare la vita in un altro modo, mi ha insegnato che le cose non sono mai terribili come sembrano.
Tutte le montagne, con una buona forza di volontà, sono sorpassabili.

Justin mi ha dato uno scopo. Lui è tutto quello che ho, pensai mentre la mia testa esplodeva, devo farglielo sapere.

Aprii lentamente gli occhi e lo vidi. Lo vidi preoccupato, che mi fissava come se fossi un alieno. Eppure era sempre lui, sempre bello, dolce e con i suoi lineamenti da angelo.

Aveva fatto scomparire le voci dalla mia testa, mi aveva dato più di quanto credessi esistesse nel mondo.
Così diverso dagli altri, ma così umano.

"Resta sveglia" continuava a dirmi "Non chiudere gli occhi"

In alto vedevo il cielo azzurro, infinito come quel momento.

Cercai tutte le forze che rimanevano in me, poche, ma la trovai. La parole si formarono nella mia mente, assumendo una frase. Essa percorse viaggi lunghi e rischiosi, velocemente. Arrivò nella mia bocca, le sentivo. Aprii la bocca sforzandomi di sorridere. E loro uscirono lisce come l'olio, senza difetti.
"Ti amo Justin" sussurrai. La mia voce era sempre la mia voce. "Grazie per avermi dato uno scopo".

Sorrisi come non ebbi mai fatto. Un sorriso vero. Sincero.

Vidi i suoi occhi marroni riempirsi di lacrime, poi sorrise.
"Ti amo anche io, Grace. Sei la via migliore che mi sia mai successa"

Esistono momenti lunghi, brevi e inesistenti. Ci circondano e completano le nostre vite. Però pochi momenti sono davvero infiniti.
Ma quello. Quel momento fu davvero infinito. Quel momento durò per sempre.

***
Eh già. È come sembra, siamo alla fine della storia.
Ci ho messo davvero l'anima a scrivere questa storia e spero vi sia piaciuta almeno un po'.

Grazie per tutte le visualizzazioni e tutti i voti.
Grazie a chi legge questa storia dall'inizio, ma grazie a chi la legge anche da due giorni. Grazie davvero.

Ho messo davvero molto impegno per scriverla, spero sia venuta bene e vi sia piaciuta.

Adesso mi dedicherò alla correzione dei capitoli precedenti perché rileggendoli ho notato parecchi errori di battitura. Forse scriverò altre storie in futuro, ma adesso non conta.

Volevo dirvi solo grazie per averla letta. Non credevo avrebbe avuto tutte queste visualizzazioni, grazie mille e alla prossima!

Grazie davvero❤

Angel Guardian; jdbWhere stories live. Discover now