Capitolo dieci

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Quella notte dormii solo due ore per colpa degli incubi.
Erano circa le 7:00 quando mi sentii scuotere dolcemente.

"Grace svegliati"

All'inizio non capivo di chi potesse essere quella voce.
Quando aprii gli occhi vidi che era Justin.
Sospirai e mi alzai di scatto.

"Che c'è?" chiesi sbadigliando.

Mi stiracchiai e mi alzai dal letto.

"Devi svegliarti" disse pressando le labbra tra loro.

Andai in bagno e mi cambiai velocemente.
Prima ovviamente mi pesai.
47,7kg.

___________

Susan mi mise davanti una tazza di caffè e un piatto con due fette di pane e marmellata.

"Devi mangiarle per forza queste eh" disse l'infermiera mentre se ne andava.
Justin continuava a fissarmi.

"Non voglio mangiarle" gli dissi bevendo il caffè.

"Ma devi Grace" continuò "sei magrissima"

Guardai il pane con la marmellata.

Bastava guardarlo per capire che era buonissimo.
Avrei voluto mangiarle tutte e due. Poi un'altra e un'altra ancora. Fino ad avere la pancia piena.

Non avevo fame e non avevo bisogno del cibo.

"Perché non li vuoi mangiare?" Mi chiese il biondo.

Scrollai le spalle. "Non ho fame"

Sto morendo di fame.

"Dai ti prego, almeno una"

Finii il caffè.
Vidi da lontano arrivare Susan. In questo periodo era parecchio nervosa perché si stava separando dal marito e di conseguenza mi trattava ancora più male.

"Grace" urlò "ora le mangi, tutte e due!"

"Scordatelo" risposi fredda.

Il suo volto prese una tonalità più scura.

"Ora le mangi"

Volevo che morisse quella stronza.

"No che non le mangio e sicuramente tu non mi obbligherai"

Appoggiò le mani sul tavolo. Le sue lunghe unghie rosse mi ricordavano più quelle una strega che un'infermiera.

"Sei solo una bambina viziata, Grace. Sempre abituata ad avere tutto, ma non abituata a rinuciare a qualcosa per gli altri"

Non ci vidi più.
Stringevo i pugni sotto il tavolo talmente forte da farmi male.

"Vuoi questo? Bene" urlai alzandomi dalla sedia.
Presi una fetta di pane e me la facciai in bocca.

"Ora lasciami in pace e fatti i cazzi tuoi!"
Corsi via. Sentivo Justin chiamarmi, ma non mi voltai.
Andai in camera e chiusi la porta dietro le mie spalle, ma non a chiave.
Me ne andai in bagno e vomitai.
Mentre ero inginocchiata davanti al water, arrivò Justin e mi maledissi per non aver chiuso quella cazzo di porta.
Mi prese e mi portò via.
Piangevo abbastanza forte da bagnargli la maglietta.
Mi prese in braccio e si mise seduto sul letto.
Continuavo a piangere senza sosta mentre lui mi accarezzava la schiena. Mi calmai dopo un po'.
Mi tirai su e andai in bagno a lavarmi il viso, poi tornai da lui.

"Perché fai questo?" Mi chiese mentre mi sedevo accanto a lui.

"Questo in che senso?"

"Questo. Tutto questo. Perché fai del male a te stessa?"

Angel Guardian; jdbWhere stories live. Discover now