Capitolo nove

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Erano le 23:00 passate.
Avevo mangiato pochi bocconi di carne per cena.
Avevo fatto un'ora abbondante -ne hai fatte due e mezzo Grace. Non mentire a te stessa- di ginnastica senza sosta.
Mi spogliai e salii sulla bilancia.
48,4kg.
Bene, ma assolutamente non abbastanza.
Ero troppo stanca per fare altra ginnastica così decisi di andarmene a letto.
Mi addormentai dopo ore.
Avevo troppi mostri nella testa.

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"Tesoro ti vedo sciupata" disse Sara entrando in camera mia "sicura di star bene?"

No, non sto bene. Sto malissimo. Il mio creatore ha premuto il pulsante sulla mia schiena 'audostruzione lenta'.

"Certo che sto bene" dissi con fare entusiasta.
Ero soltanto al secondo giorno di dieta -digiuno totale- e mi sentivo meglio. Mi sentivo leggera. Avevo capito che non avevo bisogno del cibo. Non dipendevo da esso,potevo benissimo rimanere senza. Perché io ero forte e non dipendevo da niente e da nessuno.

Sara si mise seduta a gambe incrociate sul letto.

Credo che quando morirò lei sarà la persona che soffrirà di più.

"Mi dispiace" sussurrai con lo sguardo basso.

Subito si alzò in piedi.
Si accorse che stavo piangendo e mi alzò il viso in modo da vederlo.

"Mi diapiace di tutto. Mi dispiace di non essere più quella di una volta. Mi dispiace farti sprecare i pomeriggi. Scusa se non possiamo uscire mai assieme. Scusa se devi passare tutti i giorni qui con i matti. Mi dispiace. So di essere solo un peso, un macigno sulla schiena. Però puoi liberartene di questo peso. Quando vuoi, io capirò. È che sono talmente egoista da non pensare a te che mi vuoi bene. Penso solo a me. Ti prego scusami. So che quando morirò sarai triste e mi sento ancora più in colpa. Ti prego sbarazzati di me. Non voglio farti soffire, Sara. Ti prego vai via da me. Per favore. Lo faccio per te. Odiami, ti prego. Odiami come odi il caldo quando vuoi dormire. Odiami come odi uscire alle 7:00 per portare a spasso il cane. Odiami come odi la scuola, lo sport e la matematica. Ti prego, te lo chiedo in ginocchio. Odiami"

Piangevo da non vedere più nulla.
Sentii solo lei che mi abbracciava.
Mi ripresi e la guardai.
Piangeva anche lei.
Mi strinse forte e lo stesso feci io.

"Grace" disse singhiozzando "non potrò mai farlo. Non riuscirò mai ad odiarti. Sei una delle persone che amo di più. Non ce la farei senza di te. Noi dobbiamo sostenerci a vicenda. Lo avevamo promesso,ricordi? Non posso pensare di affrontare un mondo senza di te"

Restammo abbracciate per altri dieci minuti. Forse quindici. O un'ora. Ma a chi importava? A me no di certo.

Quando ci fummo calmate mi baciò la fronte.

"Ti prego Grace,non andartene. Resta qui con me. Lassù hanno troppi angeli. Qui abbiamo bisogno di averne almeno uno"

Sorrisi,veramente questa volta.
Sapevo che presto me ne sarei andata. Lo sentivo.
Avevo provato di tutto per farmi odiare da lei. Avevo fatto la stronza, ma era rimasta. Mi ero chiusa in me stessa,ma era rimasta. Avevo fatto la fredda. Ma era rimasta. Era rimasta nonostante tutto. Mi aveva sopportata,sostenuta e motivata. Rendeva ogni giorno più sopportabile. Non potrò mai ringraziarla abbastanza per quello che ha fatto.

"Tu fai troppo per una come me" le dissi guardandola negli occhi

"In che senso una come te?" Mi chiese

"Nel senso di una che non si merita niente"

Era sempre stata lei quella forte. Ne aveva passate tante, ma le aveva superate tutte.
Ero io quella debole.
Io dovevo essere sempre consolata.
Lei aveva la forza che io non avevo.

"Tesoro non dire così" mi disse "tu vali più di quello che pensi, credimi"

"Una persona sa quanto vale. Una persona sa quali sono i suoi limiti. Io so che li ho superati tutti"

Sospirai. Per tutto il tempo ce ne stammo una tra le braccia dell'altra. Parlammo poco, ci abbracciammo tanto.
Si fecero le 18:00.

"Ora vado. Sai com'è mia madre se ritardo di trenta secondi" disse sorridendo

"Certo, vai pure"
La accompagnai alla porta.

Prima di uscire si girò e mi abbracciò fortissimo, quasi da impedirmi di respirare.

"Spero che questa non sia l'ultima volta che ti vedo"

La guardai andare via nel suo cappotto color biscotto e la borsa con la bandiera inglese.
Sorrisi debolmemte e ripensando a tutti i momenti passati assieme.
Ricordo i biscotti che sua madre cucinava quando venivo a trovarla.
Ricordo i pigiama party.
Ricordo le notti passate a chattare.
Ricordo lo studio a casa mia che si trasformava in chiacchere.
Ricordo lo shopping sfrenato.
Ricordo tutto, ma più di tutto ricordo il suo sorriso.

Angel Guardian; jdbWhere stories live. Discover now