La volpe e la fata (Capitolo di natale)

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"Ma te, te sei..."

"Incastrata!"

La piccola fatina aveva occhi gialli, quasi felini è una lunga chioma color della neve.

"Hai intenzione di startene lì a fissarmi o mi dai una mano?"

Ma Laila era troppo scioccata per metabolizzare ad una velocità normale quelle parole.

"Una fata delle nevi" riuscì a sussurrare con le mani sulla bocca.

La fata si portò una mano alla fronte lasciandosi cadere con la testa all'indietro.

"Fantastico... Perché tutte a me?"

La ragazza ritornata vagamente in sé provò a liberare  la gamba e l'ala destra della piccola creatura.

"Tutto bene?"

"Sarei stata meglio se tu non avessi cercato di uccidermi con questo sasso!" Mentre Laila la guarda emozionata, la fatina era intenta a tirar su la grossa pietra con entrambe la mani. Il piccolo viso era rosso per lo sforzo e la scena anche esilarante, ma Laila si sentiva un po' in colpa per quella fatalità che l'aveva vista in un quasi fatacidio.

"Mi dispiace, non ti avevo vista, pensavo non ci fosse nessuno quassù"

La fatina la guardò meglio, lasciando cadere la pietra che sprofondò nella neve candida.

Quella ragazza era diversa, nei suoi occhi c'era qualcosa che non aveva mai visto, una determinazione più profonda e la sua aurea, brillava di un giallo oro. Le fate avevano questo potere, potevano vedere le aure delle persone e quella di Laila era splendente.

"Senti" disse la fatina "hai un nome oltre che una pessima mira?"

"Laila"

"Lalà"

"Laila"

"E io che ho detto?"

"Lascia stare"

"Comunque io mi chiamo Rosalya e ho un favore da chiederti"

La fatina chiese a Laila se poteva riaccompagnarla nella sua casetta poco distante da lì. A causa della botta era ancora stordita, ma quello che la ragazza non sapeva era che la fatina stava mentendo.

Durante il tragitto Rosalya se ne stava appollaiata sulla spalla di Laila. Muoveva su e giù le gambe. Stranamente la ragazza le piaceva, non era come tutti i Noël che aveva incontrato era più normale, vedeva la sua magia nel natale non ciò che le avevano propinato di pensare per tutti quegli anni. Rosalya era sempre più su di giri, forse aveva finalmente trovato la persona giusta.

"Siamo arrivate" disse stiracchiando la schiena mentre alzava le braccia al cielo con i pugnetti serrati.

Volò dalla spalla di Laila all'entrata di una grotta buia e umida.

"Te abiti in questa grotta?" Il suo tonò sembro deluso e la fatina si indispettì un po'.

"Sei delusa? Che ti aspettavi una casetta su un ramo fatta di fiocchi di neve e zucchero filato?" Laila mise la mani avanti.

"No, no, certo che no. Non volevo offenderti. E' solo che questa grotta ha qualcosa di familiare" la fatina si rilassò, ma aprì leggermente la bocca stupita che la ragazza potesse in qualche maniera trovare familiare quel posto.

"Vieni!" la esortò tirandola per un dito, non che la fatina potesse con la sua forza far muovere Laila, ma la ragazza si mosse e la seguì all'interno.

Era piena di stalattiti e stalagmiti. Il tempo sembrava scandito dal ticchettio dell'acqua che sciolta scivolava lungo le cime appuntite delle rocce.

Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL <3Where stories live. Discover now