Il delegato parte 1

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Evee quella mattina si era recata a scuola particolarmente presto per aiutare Nathaniel a risistemare la biblioteca che, dopo la disastrosa dittatura della signora Pawell, ormai in pensione, era diventata un campo di battaglia. Quando arrivò, il delegato, la stava aspettando facendo roteare le chiavi in mano. La ragazza affrettò il passo pensando di essere in ritardo, ma venne tranquillizzata dal biondo che le disse:

«Non correre Evee, sei perfettamente in anticipo» le sorrise mostrandole l'orologio da polso.

«Ah menomale» disse sollevata.

«Pensavo di aver perso la cognizione del tempo quando ti ho visto.»

Con poca disinvoltura posò la borsa su di un tavolo che per poco non cadde a terra, ma Nathaniel non se ne accorse e continuò a parlare.

«Figurati! Penso di essere esageratamente in anticipo» disse un po' imbarazzato grattandosi una guancia con l'indice.

«Ti ringrazio tantissimo Evee per il tuo aiuto, sei una delle poche persone in questa scuola su cui potevo fare affidamento »

La ragazza arrossì un po' per quel complimento, lei non si sentiva affidabile, solo disponibile. La sua passione per i libri l'aveva spinta ad accettare quel lavoro part time. Poi non le dispiaceva passare un po' di tempo con Nathaniel, era un ragazzo intelligente ed educato, con lui poteva parlare di cose diverse, come i libri per esempio, una passione che entrambi avevano.

«Non mi devi ringraziare, egoisticamente lo faccio anche per me, adoro questo posto, adoro i libri » disse passando una mano su di una pila verticale di tomi.

Lo sapeva bene il bravo delegato che rapito dalle sue parole, dai suoi gesti spensierati non le staccava gli occhi di dosso. Quella ragazza parlava con l'aria sognante e lui non riusciva a non essere contento di quel poco tempo che poteva passare da solo con lei. Dopo aver ripreso un po' di contegno posò su alcuni fogli le chiavi della biblioteca e prese l'inventario.

«Anch'io amo stare qua. Penso sia il posto più magico della scuola »

"Magico" ripeté Evee dentro di se guardo la faccia del delegato che assorto in chissà che pensiero cominciò a sfogliare il grosso libro che aveva tra le mani.

Il lavoro fu arduo, niente aveva senso: gli scaffali erano pieni di libri messi a casaccio senza un ordine logico. I due decisero quindi di togliere tutti i libri e di divederli per generi. Non fu un lavoro facile, infatti, quella biblioteca contava oltre mille libri. Era ben rifornita per essere una biblioteca scolastica liceale.

«È proprio un peccato che la gente non frequenti la biblioteca» esordi Nathaniel. Evee invece non era dispiaciuta perché nel suo piccolo amava starsene in quel luogo silenzioso, quasi sacro e forse aver lì dei liceali scalmanati che usavano quel luogo solo per scappare dalle lezioni o trovarsi a sbaciucchiare il proprio ragazzo insomma non la faceva proprio gioire. Mentre se ne stava a riflettere su quelle cose non sentì la voce di Nathaniel che la chiamava. Quando ritornò alla realtà, però, la sua sbadataggine le giocò un brutto scherzo. Si era arrampicata su di una scala che però aveva le rotelle per scivolare da uno scaffale all'altro, quando si accorse che Nathaniel la chiamava si girò così di scatto che il piede le scivolò perdendo l'appoggio necessario per non cadere. Provò a far leva sui pochi riflessi donatagli da madre natura e si aggrappò tenendosi all'acciaio della scala, ma era poco atletica e aveva le mani sudate. Scivolò tirando un urlo. Fortunatamente Nathaniel era poco distante da lei e si mise sotto cercando di prenderla. Il tonfo fu meno traumatico di quello che pensava la mora, quando capii poi il perché si agitò. Nathaniel l'aveva afferrata, ma nello schianto era caduto a terra. Evee tolse rapidamente le mani dagli occhi e guardò il biondo.

Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL <3Where stories live. Discover now