E' in arrivo una tempesta-III parte

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...Dopo di che tutto accadde a gran velocità, ma a me sembrò che stesse succedendo a qualcun altro che si era temporaneamente impadronito del mio corpo...

Un giorno prima...

Piccoli fiocchi di neve cominciarono a cadere dal cielo grigio. Avevano una cadenza regolare e intensa al tempo stesso. Sembravano leggeri mentre ondeggiavano nell'aria, come se danzassero nel cielo. Qualche volta creavano l'illusione di un mare e le sue onde che si infrangevano sulla spiaggia. Dopo qualche ora il suolo era un manto bianco illuminato dai raggi del sole che lo facevano splendere come un tappeto di diamanti. La prima nevicata era sempre magica, enigmatica, catturava l'attenzione di tutti, grandi e piccini. Adoravo la neve, l'avevo sempre amata, ricordavo ancora quando per la prima volta la toccai. Era un piccolo fiocco di neve che si sciolse nell'istante in cui si posò nel mio palmo. Il freddo di quell'autunno inoltrato era particolarmente duro tanto che mi ritrovai a scavarmi una piccola tana sotto il piumone decisa a non uscirne mai più.

Ne erano successe di cose nell'ultimo periodo, la mia vita era diventata un tale caos che fare un riassunto era pressoché impossibile. Ora mi ritrovavo in preda all'ansia per l'incontro tra Castiel e Ambra. Sapevo bene dell'astio di Castiel nei suoi confronti un miscuglio di menefreghismo e fastidio, ma in due o tre episodi li avevo visti da soli, quasi intimi. Ricordo Che al parco mi sentii quasi di troppo, una sensazione di disagio, come se fossi io quella che era stata colta in fallo. La mia rabbia era cresciuta all'improvviso poco dopo, era così grande che avrei potuto picchiare entrambi con il libro che tenevo in borsa, ma non l'avevo fatto perché avevo paura di scoprire cosa ci fosse veramente tra quei due, avevo paura di sapere perché dopo la prima discussione lo avessi trovato con l'unica persona che mi aveva ferita e umiliata. Però facendo così mi ero imprigionata in un vortice di pensieri di cui l'incertezza e il non sapere mi stavano logorando dentro. Sentivo la mia mente andare in pezzi, piano piano e inesorabilmente.

La voce della zia mi riportò alla realtà e mi sorpresi di essere raggomitolata con i lembi del piumone stretti tra le mani, quasi a strapparlo per trovare un qualsiasi sollievo.

Si era fatto tardi, ma non abbastanza da non andare a scuola.

Pigramente stesi le gambe fuori dal letto saltando giù con un balzo goffo che mi fece barcollare. Maledetta coordinazione pensai mentre mi avviavo scalza in bagno. I piedi a contatto con il pavimento mandavano scosse di freddo in tutto il corpo, il sollievo che provai toccando l'acqua calda fu immediato e travolgente. Mi godetti quel tempore per troppo tempo e il ritardo dilagò tanto da costringermi a correre verso la scuola.

Per mia sfortuna la neve che non aveva attecchito ancora al terreno si era sciolta diventando acqua che a causa delle temperature basse si era trasformata nel mio incubo peggiore, lastre di ghiaccio. Mi sentivo come un soldato in guerra che doveva evitare le mine nascoste sottoterra. Qualche anno prima a causa di una di quelle mine ero caduta a terra mi ero rotta un braccio, preso una storta e guadagnato un paio di lividi viola sul sedere. Di certo non volevo fare un bis, quindi mi decisi a regolare la velocità e stare attenta a dove mettevo i piedi. Stavo guardando a terra quando non vidi ciò che avevo davanti e lo colpì.

Blake mi guardò tra il divertito e il pensieroso. Ora che sapevo il suo segreto non riuscivo a guardarlo in faccia.

"Buongiorno" disse tornando a guardare davanti a sé dove il semaforo pedonale segnava ancora il divieto di attraversare.

Mi posi di fianco a lui tenendo lo sguardo basso che vagava da un piede all'altro.

Quel silenzio mi metteva ancora più a disagio, mi faceva venir voglia di gridare ciò che sapevo, ed era assurdo visto che l'unica cosa che mi interessava era proprio non svelare le confidenze di Sophia.

Il mio nervosismo sembrava prendere forma materiale, tanto che lo sguardo di Blake gravitò sulla mia testa vista la sua altezza.

"Tutto bene?" Non sapevo se essere più sconvolta per il fatto che mi stesse chiedendo come stavo o per il fatto che il suo tono era sinceramente interessato.

Rimasi qualche istante interdetta, giusto il tempo perché Blake riuscisse ad alzare il suo fantomatico sopracciglio e mi mettesse ansia.

"S-si, grazie. Tutto bene." E senza guardarlo mai in faccia tornai a guardare i brutti scarponcini che mi ero messa quella mattina.

"Sai..." iniziò incerto, mentre cominciò a camminare verso la sponda opposta della strada.

"Ho sentito che stavi con quel coglione di Castiel" Sentendo l'appellativo ignorai il mio piano di evitare il suo sguardo e lo guardai dritto negli occhi.

"Senti da che pulpito!"

"E' vero?"

"E' durata così poco che non saprei cosa rispondere."

Qualche altro passo di silenzio. Mi sentivo stizzita dall'argomento, era una cosa che non avevo ancora metabolzzato. Come potevo rispondere a quelle domande se non riuscivo ancora a rispondere alle mie?

Quell'ennesima ondata di pensieri mi fece scordare di quanto quel percorso fosse astioso e tortuoso per il mio precario equilibrio che, prima che me ne accorgessi, stavo andando giù come una pera cotta. Ero pronta a sentire il tonfo, il dolore del ghiaccio che graffiava la pelle delle mani, ma niente, mi ritrovai appesa ad un braccio a penzoloni. Blake mi aveva afferrata per un polso salvandomi. Mi rimise in piedi e controvoglia sussurrai un grazie, ma lui non rispose. Mi massaggiai il polso un po' dolorante.

"Scusa se ti ho fatto male."

"Mi scoccia dirlo, ma se non mi avessi ripresa in tempo mi sarei fatta molto peggio"

Tra una frase e uno scivolone il tempo era passato e ormai eravamo fuori tempo massimo.

"Maledizione! Siamo in ritardissimo"

Ma Blake non aumentava il passo, non diceva nulla. Quel ragazzo era più strano del solito quella mattina.

"Terra chiama Blake?" Sventolai una mano davanti al suo viso saltellando per arrivarci, ma niente si era perso in chissà che pensiero. Poi dal nulla mi afferrò la mano e mi trascinò nella direzione opposta della scuola.

"Ma che diavolo? Blake! Fermati" ma continuò la sua marcia ignorando i miei lamenti.

Buona sera e buon ritrovate!!!! AUGURIIIII <3

Come sono andate le feste? Un bacione <3


Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL &lt;3Where stories live. Discover now