Il preludio di tutto

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Un nuovo giorno ebbe inizio, ma nessuno poteva immaginare il preludio di drammi adolescenziali che avrebbe colpito senza pietà il liceo Dolce Amoris.

Evee aveva passato la notte insonne a piangere lacrime amare sulle pagine di Persuasione. La ragazza si avviò stanca e delusa della mancanza di segni di vita di Castiel, il quale sembrava l'avesse cancellata con quel gesto di rabbia, ciò che le fece davvero male fu il fatto che nemmeno il residuo della loro profonda amicizia lo aveva spinto a darle un segno di vita.

Il rosso dal canto suo non si dava pace, dentro di se la lotta tra fare il bene di Evee, standole lontano e il senso egoistico di rimanerle vicino nonostante la sofferenza che le avrebbe procurato lo lacerava come nemmeno la separazione dei suoi lo aveva straziato, perché anche in quel caso aveva accanto a se la sua roccia, la ragazza che con un sorriso riusciva a scacciare i suoi demoni. Chiuso nella sua stanza fissava il soffitto sdraiato sul letto, quando i pensieri furono troppo prepotenti con uno scatto cominciò a rompere tutto ciò che gli capitò a tiro. Quando non ci fu più niente da rompere, niente su cui far abbattere la propria furia Castiel con le ultime forze rimaste si avviò verso scuola.

Nathaniel aveva passato una notte tormentata passata a esaminare quale fosse il suo vero io quello che per anni aveva soppresso a causa delle condizioni e delle aspettative di un padre che non lo avrebbe mai accettato e una famiglia che si stava sgretolando giorno dopo giorno. Sua sorella da dolce anima si era trasformata in un carnefice di anime, non sapeva come fosse successo, o forse si, ma aveva fatto finta di nulla per tutto questo tempo ed era arrivata l'ora di far qualcosa, di prendere la situazione in mano, per salvare ciò che ancora era salvabile.

E poi c'era Kentin che finalmente avrebbe fatto ritorno in quel luogo che aveva imparato ad odiare con ogni fibra del suo corpo, quel corpo che nel mentre aveva subito una rivoluzione dalla quale sarebbe risorto come la fenice con le sue ceneri.
Adolescenti con problemi esistenziali, che combattono ogni giorno con l'intento di sopravvivere, che devono imparare a scoprire chi vogliono essere in questa vita. C'è chi dice che l'adolescenza è come una malattia, che prima o poi si guarisce o che inevitabilmente la si supera, ma forse per quanto sia tragica alla prima occhiata l'adolescenza è solo la palestra della vita. Ci allena, ci serve le prime palle curve e ci fa capire che il dolori fanno parte del grande gioco, ma anche che dopo ogni tempesta arriva sempre l'arcobaleno.

Evee camminava a passo lento, i postumi della nottata insonne erano visibili sul suo viso. Le pelle diafana era macchiata da due cerchi neri che le circondavano gli occhi verdi, i capelli non ne avevano voluto sapere di essere sistemati e dopo varie spazzolate si era arresa lasciandoli elettrici e ispidi. Si sentiva un vero straccio, anche sua zia, quella mattina, non aveva avuto il coraggio di investirla con la sua eccentrica personalità. Non le erano sfuggiti i singhiozzi disperati di Evee e le si strinse il cuore non potendo alleviare quel dolore. Zia Kelly poteva avere molti difetti, ma aveva un gran dono l'empatia, e il suo sesto senso, la notte precedente, le aveva suggerito che non era ancora arrivato il momento di intromettersi, che la sua piccola doveva imparare a capire di essere forte abbastanza da non scappare dai problemi, che era abbastanza forte da uscirne vincitrice.

Poco vicino a scuola Rosa stava baciando Leigh, il suo dolce ragazzo, che come ogni mattina la scortava a scuola prima di recarsi a lavoro. Quando vide l'amica rimase contrita dal suo aspetto trasandato.

«Che ti è successo?» squittì un po' inorridita.

«Niente. Sto bene» cercò di eclissare il discorso.

«Sembra che un autobus ti abbia investito » Fece una pausa osservandola con gli occhi socchiusi «E non una sola volta» precisò con il suo solito tatto.

Le lacrime riempirono i grandi occhi dolci della ragazza che per sbaglio incrociò lo sguardo della sua migliore amica, il labbro inferiore si imbronciò mentre con i denti si mordeva la guancia interna sperando che potesse fermare l'inevitabile, ma quando Rosa le si avvicinò posandole una mano sulla spalla Evee crollò abbandonando il suo precario autocontrollo lasciando andare le lacrime calde.

Rosalya non era famosa per la sua sensibilità, o almeno, ne era dotata, ma a causa della vita che aveva avuto era stata costretta a costruire una corazza che l'aveva resa restia verso i sentimenti, ma c'erano due persone a questo mondo per cui riusciva a fare un'eccezione e una di quelle era proprio la sua più cara amica Evee.

«Castiel..» Comincio a dire tra un singhiozzo e l altro. All'udire di quel nome l'aurea assassina di Rosa si infiammò come un fuoco senza controllo. Lo sapeva, sapeva che Evee era troppo per lui, sapeva che avrebbe finito per ferire il suo animo così puro. Per Rosa Evee era una specie rara, quelle persone che anche crescendo non perdono quella sensibilità, quella spontaneità e bontà che solo i bambini hanno.

«Questa volta lo uccido!» Sibilò tra i denti mentre dolcemente abbracciava l'amica, strofinandole una mano sulla schiena con gesti circolari.

«Che ha fatto? Dimmelo, tanto sennò me lo faccio dire dal quell'idiota!» la minacciò.

Dopo essersi fatta spiegare cosa fosse successo Rosa diventatò una iena assetata di sangue.

«Promettimi che non andrai da lui»

«Non posso prometterti una cosa del genere » il suo tono era salito di un'ottava, scioccata dalla richiesta di Evee.

«Ti supplico » la pregò l'amica sull'orlo di una crisi di nervi.

«Va bene, ma se ti si avvicina lo prendo a calci nel sedere con o senza il tuo benestare»

«Ok» bofonchiò arrendendosi al compromesso.

Da quel momento sapeva che Rosa sarebbe diventata il suo fedele cane da guardia per tutta la giornata.

«Ora andiamo in bagno che hai bisogno che la tua fata madrina ti doni un aspetto da studentessa e non da non morto» disse cercando di smorzare la situazione.

«Quell'idiota non merita di avere le tue lacrime»

«Sono un disastro vero?» disse Evee asciugandosi le lacrime e facendo apparire sul suo dolce e pallido viso un sorriso.

«Ho visto persone star peggio!» La rassicurò l'amica.

«Ah sì? Tipo?» La ragazza era decisamente scettica.

Rosa ci pensò un po' su e poi convinta disse: «Ambra senza trucco! Uno spettacolo a cui nessun essere umano dovrebbe essere costretto ad assistere» e scoppiarono a ridere.

Prima che potessero varcare la soglia di scuola videro un ragazzo dal fisico atletico e con lo sguardo fiero dirigersi nella loro direzione.

«Ohoh nuovi acquisti!» disse maliziosa la bionda platino.

Evee le diede una gomitata nel costato in segno di disapprovazione.

«Ahia! Ma sei matta!?»

Prese da quel piccolo scambio di sguardi tra il divertito e lo stupore il ragazzo si avvicinò.

«Ciao ragazze» disse il bel sconosciuto passandogli accanto per poi superarle. Le due amiche rimasero basite per poi ritornare a guardarsi.

«lo conosci?»

«No, e te?»

«Decisamente no, me ne ricorderei fidati »disse Rosa incuriosita guardando nella direzione in cui il ragazzo si era diretto.

Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL <3Where stories live. Discover now