XVI Capitolo

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Gemma

Le giornate trascorrono monotone e la presenza di mio marito mi rende sempre più scialba, facendomi provare un senso di abbandono verso la vita e tutto il resto.

Gli incontri con Ian sono quasi impossibili, eccetto le volte in cui è presente mia suocera, quando lui mi fissa con il suo famelico sguardo e il suo malizioso sorriso.

Io comprendo cosa voglia dirmi, ma non posso far altro che sacrificarmi alla realtà dei fatti e dimenticarmi a malincuore della sua esistenza.

È passato un mese da quando è arrivato ed ora le voci del popolo non fanno altro che parlare dell'imminente Repubblica di Vichy. Già, qualche sera fa ho sentito un notiziario alla radio e sembra proprio che a breve i tedeschi si impadroniranno della Francia meridionale senza pietà. Saremo la loro preda, l'ennesimo trofeo che va ad aggiungersi alla loro già lauta collezione.

È possibile che il mio cuore provi un forte sentimento per uno di quegli individui senz'anima? Ovvero, coloro che vengono sempre raffigurati come pezzi di ghiaccio.

Quelle persone che con la loro avida sete di potere non guardano in faccia a nessuno e cancellano ogni tipo di traccia di vita ad ogni loro passo. Ne ho sentite di cotte e di crude sul loro conto e su ciò che potrebbero combinare in questa odiosa guerra mondiale.

Come può una ragazza assennata e di sani principi come la sottoscritta percepire amore per un simile nazista? Non so assolutamente nulla di lui, ma guardandolo negli sento di conoscerlo da sempre. Una voce alle mie spalle mi scuote, così la speranza di voltarmi e immaginare di vedere Ian Weber muore subito sul nascere.

È una ragazza dai capelli rossi molto corti, il visto spruzzato da qualche lentiggine sul naso e sulle guance, mentre gli occhi hanno la strana sfumatura di un grigio color piombo senza nuvole.

È Avigail, lavora per la nostra tenuta da qualche anno ed anche lei ha appena finito di raccogliere gli ultimi frutti dagli appezzamenti. Per oggi la giornata è al termine, mentre per me è finita soltanto per metà. Oggi la stanchezza di Janvier mi ha permesso di allontanarmi per qualche ora e raggiungere i campi: sua madre è rimasta al suo capezzale con amore e devozione. Già, quelle che io non riesco a percepire o a simulare per quell'uomo.

Mi sento perfino scombussolata e molto debole. Non mi è mai capitato di solito, ma attribuisco il tutto all'arrivo di mio marito. Per me è stato un grande dispiacere e ciò che soprattutto mi manca terribilmente è la privazione della vicinanza di Ian.

«Signora, posso parlarvi un attimo?»

La sua educazione è lodevole, nonostante provenga da un aspetto fisico rozzo e molto umile. Se non sbaglio, è la terza figlia di una famiglia estremamente povera e numerosa. È sopravvissuta soltanto lei, gli altri sono rimasti tutti vittima di una forte febbre tifoide qualche anno fa. La ragazza ha veramente coraggio da vendere e la sua forza d'animo è da ammirare.

«Certo, sono sulla strada di ritorno verso la tenuta. Facciamo il tratto insieme, così parliamo di ciò che ti turba...»

«Già, avete perfettamente ragione. Ho qualcosa che mi turba dentro da tempo...o meglio dall'arrivo di quell'ufficiale tedesco a casa vostra».

Io resto un po' turbata da quella rivelazione, anche se devo essere razionale e guardare con gli occhi dell'altra gente il vero attuale nemico.

Ovvero lo stesso nemico dei francesi, quindi il mio.

«Dimmi, pure».

«So benissimo che i nazisti continuano a scovare ogni ebreo si nasconda sul loro cammino. Ho sentito dire in giro che stanno controllando ogni famiglia della zona».

L'amante tedesco (Disponibile anche in cartaceo)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu