XV Capitolo

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Gemma

Il grande giorno è arrivato e il mio cuore sta andando in mille pezzi. I miei occhi seguono una berlina nera giungere spedita fino al sentiero che conduce alla tenuta.

Il mio stato d'animo è incontrollabile, cerco di tenermi tutto dentro, nascondendo ogni minima emozione al maligno sguardo di mia suocera.

Dall'altra parte in un angolo c'è Ian, in qualche modo la sua presenza mi rassicura.

È davvero unico e la sua esistenza mi aiuta a superare l'imminente arrivo del mio consorte. La signora Rosemary ha insistito che l'ufficiale tedesco si mantenesse libero per onorare il rientro del padrone di casa.

Per fortuna Pierre è molto impegnato nel lavoro, così non dovrò assistere alla sua ignobile presenza da fedele collaboratore e al contempo di infida carogna.

Ed ecco vederla sorridere con aria baldanzosa, mentre due dipendenti di casa Proveaux tentano con estrema fatica di tirare fuori dall'auto Janvier. Uno degli uomini ha già tolto dal portabagagli della macchina una sedia a rotelle abbastanza maneggevole, che in pochi secondi guida in direzione del suo sfortunato proprietario.

Lo sguardo di Janvier è glaciale e afflitto, ma nonostante il suo stato non provo neanche un briciolo di pietà.

Mia suocera si precipita ad andare incontro al figlio, il quale si lascia abbracciare e baciare controvoglia. La donna in lacrime si ricompone accompagnando la sedia a rotelle verso la nostra direzione.

«Oh, mio caro, come vedi ti aspettavamo con ansia. Anche tua moglie non vedeva l'ora di rivederti...non è vero, Gemma?»

Io con le mani in mano non riesco a stemperare quell'atmosfera di ghiaccio, così mi limito a sorridere annuendo.

«Sono felice di rivedervi, marito mio. Anche se sono molto addolorata per il vostro stato,farò tutto il possibile per starvi vicino...»

Mi appresto ad accostare una mano alle sue dita intrecciate sul grembo in una serrata morsa nervosa.

«Non dovete mostrare la vostra pietà o alcuna commiserazione per il mio stato. Per mio immenso dispiacere sono ancora vivo, ma accetto volentieri l'aiuto di una moglie devota e grata a Dio per il fatto che il destino mi abbia salvato».

Non so cosa dire, dovevo immaginare che non sarebbe servita nessuna parola di conforto per un uomo in quelle condizioni.

Mia suocera mi trafigge con il suo odio e la sua repulsione, mentre invita Janvier a stringere la mano al nostro ospite.

«Tua moglie si prenderà cura di te e dedicherà molto meno tempo al controllo degli appezzamenti che ha svolto in tua assenza...ma ora voglio presentarti l'ufficiale nazista Ian Weber. E' già un mese che è ospite come vigilante della nostra casa».

Ian si avvicina a mio marito con garbo e al contempo con glaciale postura.

«Salve, signor Proveaux. Sono lieto di conoscerla di persona. Mi dispiace che il suo percorso militare non si sia concluso come avrebbe sperato».

Credo che neanche lui abbia trovato le giuste parole per accoglierlo. Janvier ricambia la stretta con aspra soddisfazione.

«Non si preoccupi per me, signor Weber. Ogni uomo in guerra è predisposto al suo destino, nessuno ci può salvare da ciò che è stato scritto».

Come sempre viene fuori il pessimo lato cattolico di mio marito, lo stesso che sua madre da fervente credente gli ha imposto fin da piccolo.

Comunque sia, avrei creduto che l'incontro tra un francese e un nazista potesse andare molto peggio.

L'amante tedesco (Disponibile anche in cartaceo)Where stories live. Discover now