XIX Capitolo

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Gemma

Sono letteralmente scossa da quanto è successo qualche ora fa, ma adesso per fortuna mi trovo a casa. Totalmente distrutta, ma ancora viva.

Dopo il suicidio di Pierre, quella terribile immagine non si è tolta neanche per un secondo dalla mia testa. Il ragazzo con la ferita piena di sangue e il suo ansante e faticoso respiro per riuscire a dirmi il piccolo frammento di una misteriosa verità che si portava da tempo nel cuore.

Prima che si approfittasse di me, ho sempre pensato che fosse un ragazzo d'oro. E nonostante mi abbia fatto del male, in seguito a quella breve confessione mi sento ancora di non odiarlo completamente. La sua morte mi ha lasciato qualcosa di incompleto dentro e il fatto che quella giovane vittima abbia pronunciato il nome di mio marito mi provoca lunghi brividi lungo la schiena.

So che Janvier non è l'uomo che credevo potesse essere prima del matrimonio, l'ho capito fin dalla prima notte di nozze e niente mi farà mai cambiare idea. Senza togliere il vile comportamento che ha avuto nei miei confronti qualche settimana fa dopo il suo arrivo!

Non mi sento di detestare del tutto Pierre anche perché dopo aver lasciato Ian e quella tragica scena di morte, mi sono fatta coraggio passando dal medico del paese.

Qualcosa mi diceva che dovevo affrontare la possibile realtà e così è stato...

Il dottore mi ha confermato quanto temevo: sono incinta.

Già, porto la creatura del peccato, il dono inaspettato di un'ignobile violenza.

Quel ragazzo appena scomparso era il padre della creatura che ho in grembo.

Ma non posso eliminare questo piccolo corpicino che vive in me da qualche settimana...non è colpa sua. È stato un destino infame a far sì che l'unica volta in cui sono stata derubata della mia innocenza, restassi in dolce attesa di un frutto ancora indesiderato e inaspettato. Se soltanto quella notte di un mese fa il mio amato Ian avesse approfittato della mia vicinanza e mi avesse fatta sua...adesso aspetterei il figlio del tradimento, ma pur sempre dell'uomo che amo. Colui che vorrei al mio fianco.

Come faccio a dirglielo guardandolo negli occhi? E adesso Janvier cosa farà? Sa benissimo che il bambino non è suo, ma mentirà per far felice sua madre e darle il nipotino tanto desiderato...o mi ripudierà?

Oh, accidenti! A causa di tutti questi pensieri, non sono riuscita neanche a passare da Avigail. Stasera proverò a trovare un momento quando tutti andranno presto a dormire e io sarò libera e indisturbata di agire.

Passo per il corridoio e di sfuggita vedo il mio volto pallido ed emaciato, ma per fortuna almeno non riporto nessuna traccia di sangue sul vestito, altrimenti non potrei confermare di non esser stata presente alla morte di Pierre, come concordato con Ian.

Salgo i gradini della scalinata per recarmi al piano superiore, mentre apro la porta per entrare in camera, mi trovo davanti la figura di mio marito dall'espressione arcigna e austera. È seduto come al solito su quell'aggeggio infernale che lo rende ancor più spaventoso e ombroso.

«Dove siete stata fino a quest'ora? Mia madre è stata tutto il pomeriggio fuori per delle commissioni e non mi ha riferito dove mia moglie fosse finita...»

Io sospiro di impazienza e di stanchezza, ma lui mi trafigge con un'occhiata perentoria.

«Siete già stufa di vostro marito, vero?»

«No, sono andata a controllare gli appezzamenti...vostra madre mi ha permesso di allontanarmi per poche ore e prendere un po' d'aria...»

Lui mi fissa con sguardo trucido.

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