XI Capitolo

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Gemma

Stamattina ricevo una missiva dal fronte, appena vedo la busta con quel sigillo in bella mostra mi sento morire.

Credetemi, preferirei sapere che Janvier Proveaux, nonché mio marito, sia fra la vita e la morte o addirittura già volato all'altro mondo, ma purtroppo non è così.

Questo è il testo dettato dalle sue parole, neanche una riga dedicata alla sottoscritta.

Come sempre è indirizzata a sua madre, ma per sua sfortuna l'ho trovata prima io.

L'ho letta con amarezza e con la dolorosa conferma che le mie insulse preghiere non sono state esaudite: anche se solo in parte, mio marito è riuscito ad essere ripagato della completa indifferenza, dedicatami amorevolmente nella sua vita.

Cara madre,

mi duole scrivervi in queste circostanze così nefaste per la mia carriera militare, ma soprattutto per la mia partecipazione in questa importante guerra. Avrei voluto combattere fino in fondo per la nostra patria e per l'intero assetto mondiale, ma un grave incidente sul campo di battaglia non mi permetterà più di assecondare gli impegni della mia divisa. Ho trascorso molti giorni in coma, ma per fortuna i miei compagni e superiori hanno mantenuto la promessa che mi avevano fatto. Ho pregato loro in precedenza di non farvi preoccupare prima di avere notizie certe sulla mia salute, anche perché non sareste potuta comunque venire al mio capezzale.

Dio ha voluto che mi salvassi in seguito a giorni pieni di tribolazioni, ma alla fine mi ha negato il completo uso delle gambe e adesso la mia vita avrà un destino talmente triste da non augurarlo neanche al peggior nemico.

Non so quando, ma molto presto tornerò a casa per rimanerci fino alla fine dei miei giorni. Il fronte mi darà conferma della mia totale ripresa fisica dal coma e mi annuncerà il giorno in cui potrò rientrare in Provenza. Non posso pensare di dover trascorrere il resto della mia vita seduto e soprattutto senza poter fare niente, mentre questi maledetti tedeschi hanno già in mente di instaurare nel Sud della Francia un regime repubblicano, ancora più autoritario per conquistare sempre più potere. Io dovrò restarmene con le mani in mano, facendomi accudire da voi, povera madre. Come se fossi un poppante a vita!

Mi detesto, detesto questa ignobile vita, ma so che ringrazierete soltanto il fatto che Dio mi abbia concesso di tornare a casa, mentre io avrei preferito morire all'istante.

Vi mando un affettuoso bacio e un forte abbraccio,

Vostro figlio Janvier.

Questi sono i pensieri che mi ha dedicato, per questo sono felice che debba marcire a vita su una sedia a rotelle, ma dall'altra sono davvero rammaricata per ciò che a breve mi spetterà di fare per lui: in fondo sono la sua giovane e devota moglie.

Ecco rientrare la signora Rosemary, così mi trova con quel foglio fra le mani.

Io senza osare guardarla e senza troppe cerimonie le cedo la notizia, poi faccio finta di sedermi in parte afflitta dal destino di mio marito.

Mi preparo ad una scenata melodrammatica, infatti si porta la lettera al cuore e una espressione devastata la colma senza respiro.

Me ne sto in silenzio, poi le porgo un fazzoletto ricamato e le preparo una tisana per calmare i suoi nervi.

Sono questi i rari momenti in cui non osa dirmi niente, neanche riprendermi in malo modo come fa sempre: soltanto perché nei suoi pensieri esiste unicamente suo figlio e nessun altro.

L'amante tedesco (Disponibile anche in cartaceo)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt