Capitolo 21: Mary Black

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Dopo essere andata al mio armadietto e aver preso il mio libro di anatomia, vado in classe. Alex è seduto al nostro solito posto. Proprio quando mi siedo suona la campanella, e il nostro professore si è tuffato direttamente nella lezione.

"Quelli sono quasi stati i 50 minuti più dolorosi che ho mai dovuto sopportare," dico ad Alex mentre usciamo dalla classe.

"Cosa intendi?" Alex chiede, "Non eri neanche sveglia."

"Si che lo ero," gli dico pensando alla noiosa lezione di oggi.

"Duramente, stavi sbavando sul tuo quaderno," dice sorridendo.

"Non lo stavo facendo!" dico spingendolo un po'.

"Lo stavi facendo, la carta era praticamente appiccicata alla tua faccia."

"Oh stai zitta," gli dico, ma nascondo un sorriso con la mano.

"Ci vediamo dopo Jackie," dice Alex ancora ridendo mentre va verso la sua prossima classe. Vado nella direzione opposta dovendo prendere il mio libro di matematica. Una ragazza è in piedi di fronte al mio armadietto quando arrivo. E' più alta di me di qualche centimetro con corti capelli castani che si fermano alla mandibola e occhi verdi.

"Ciao Jackie" dice lei.

"Ah ciao?" dico di ritorno, chiedendomi come faccia a sapere il mio nome. Apro il mio armadietto mentre si presenta.

"Il mio nome è Mary Black."

"Piacere di conoscerti Mary." Dico sorridendole, "Posso aiutarti con qualcosa?"

"Mi piace molto il tuo disegno," dice evitando la mia domanda. E' uno stupido schizzo che ha fatto Alex in anatomia un giorno. E' un disegno di un mostro marino che mangia il nostro professore Mr. Piper. Alex ha scritto una nota in fondo: Jackie, speriamo che questo faccia il nostro prossimo test un po' più facile. Dal tuo Walter preferito- Al

"Ah grazie," dico insicura di cosa dire, "Alex Walter l'ha fatto per me." Alla menzione del suo nome. Il sorriso sulla faccia di Mary sparisce.

"So chi è Alex Walter," mi sibila contro, "Ascoltami ragazza, tu te ne stai lontana da quel ragazzo. Lui è mio!" Sono sorpresa dal suo sfogo che rimango a fissarla a bocca aperta. "Hai capito?" Mary chiede rabbiosamente quando non rispondo. Annuisco. "Bene." Lei sogghigna, "E' stato bello conoscerti Jackie." Mary dice prima di strappare il disegno di Alex e andarsene. Rimango in corridoio con l'armadietto aperto a fissare lo spazio vuoto dove prima c'era un disegno. La campanella suona, ma rimango dove sono troppo scioccata per muovermi.

*****

"Whoaaa! Sta finendo il mondo?" Sento una voce familiare dietro di me. "New York che salta la classe? Pensavo che il giorno non sarebbe mai arrivato." Mi giro lentamente per andare faccia a faccia con Cole. Ha la sua giacca di football appesa sulla spalla; il suo zaino non è in vista.

"Non sto saltando," gli dico silenziosamente, "Sono solo un po' in ritardo."

Cole mi fissa per qualche secondo prima di mettere la mano sulla mia spalla. "Cosa c'è che non va Jackie?" chiede, la voce piena di preoccupazione. Scrollo le spalle, non volendo dirglielo. "Va bene," Cole dice sorridendo, "So cosa ti farà sentire meglio. Metti via quello zaino. Vieni fuori con me."

Lo fisso per un secondo e poi alzo un sopracciglio. "Intendi fare berna?" chiedo, "con te?"

"Certo perchè no? E poi sei già in ritardo di dieci minuti."

Guardo il mio orologio e ha ragione. "Ahhh..." dico non sapendo veramente cosa fare. Nella mia mente giusta non farei mai berna, ma non sono più nell'umore giusto per la scuola. Non dopo quello che è appena successo.

"Dai Jackie per favore? Sarà divertente, solo tu e io," dice lui facendomi gli occhi da cucciolo. Dannati quei bellissimi occhi...

"Bene." dico chiudendo il mio armadietto, e per la prima volta nella mia vita esco dalla scuola nel sole sentendomi tanto libera quanto un uccello.

Mentre andiamo verso il furgoncino, noto che ci sono già delle persone sedute nel posteriore.

"Solo io e te huh?" dico alzando un sopracciglio. Cole sogghigna e basta.

"Si beh ho mentito. Hai problemi?" mi sfida.

"No," dico rimanendo sulla O. Veramente, sono un po' delusa. Non mi dispiacerebbe passare del tempo da sola con Cole, ma il suo culo arrogante non deve saperlo.

"Bene," dice mentre ci avviciniamo.

"Ehi Jackie," chiama Isaac dal letto del pick-up sorpreso di vedermi.

"Ehi," dico silenziosamente, non conosco nessuno nel posteriore a parte lui. C'è una ragazza del mio corso di arte che si è fatta bionda con ciocche rosa, ma non so il suo nome.

"Isaac, è il tuo turno guidare," Cole dice lanciando le chiavi a suo cugino. Isaac si imbroncia, ma salta fuori dal retro e si infila nei sedili anteriori. Cole abbassa il letto del furgoncino così possiamo salire.

"Dopo di te," dice imitando un archetto. Saliamo e la ragazza dal corso di arte si alza dal frigorifero su cui era seduta.

"Ne vuoi una?" mi chiede porgendomi una birra.

"Ahhhh?" dico non sicura che qualcosa di tutto questo fosse moralmente accettabile.

"Ovvio che vuole," Cole dice prendendola e mollandola sulla mia gamba. "Una birra fredda aggiusta sempre una brutta giornata."

Lo fisso mentre apre la sua e ne trangugia metà. Poi prende un pezzo di carta e lo mette sopra la targa.

"Cosa stai facendo?" gli sibilo contro.

"Beh vuoi venire presa dalla polizia sciocca?" dice Cole come se saltare scuola e bere è una cosa totalmente normale per un lunedì pomeriggio. Isaac accende il motore e mette la musica a palla.

Per un momento mi stavo per alzare e saltare giù prima di mettermi in guai veri, ma poi penso a come è diventata interessante la mia vita da quando mi sono trasferita dai Walter. Isaac esce dal posto macchina e esce velocemente dal parcheggio, intrappolandomi nel pick-up.

"Che cavolo," dico e apro la mia prima bottiglia di birra di sempre.

My Life With The Walter Boys - ItalianoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant