Capitolo 16: Non è Una Gamba Rotta

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E' un sabato e io sto finalmente iniziando a sentire gli effetti della mia punizione.

"Cosa vuoi dire che non possiamo andare?" Cole urla.

"Non ho detto che non potete andare, vi sto solo dando una scelta," il signor Walter dice.

"Ma papà non posso mancare il campeggio!" di lamenta sbattendo il pugno sul tavolo. "Ci andiamo sempre come una famiglia!"

"Se vuoi venire Cole allora vieni. Non vedo dove sia il problema."

"Questa è tutta colpa tua," Cole sibila dopo che la sua famiglia se ne va. E' la prima cosa che mi dice da quando abbiamo litigato. Ma lui non è il solo che non mi parla. Io e Alex non ci siamo detti niente da quando gli ho urlato contro. Potrebbe essere perché negli ultimi due giorni è rimasto a casa da scuola ammalato, ma più probabilmente no.

"Um, non sono quella che è ammalata," rispondo. Il signor Walter ha dato a me e Cole una scelta. Potevamo stare a casa e prenderci cura di Alex mentre la famiglia andava nella loro annuale gita al campeggio. In ritorno potevamo essere rilasciati dalla nostra punizione due settimane prima. O potevamo andare nella gita e non finire la punizione in anticipo. La scelta è stata facile. Odio la natura quindi perdere la gita per me va bene. A Cole invece non ne è felice per niente.

"Questo non ha niente a che fare con Alex," Cole dice rabbiosamente.

"Beh sinceramente non penso che i tuoi genitori ci avrebbero dato l'opzione se non avessero avuto bisogno che qualcuno stesse a casa a prendersi cura di lui," dico.

"Oh stai zitta e basta," Cole mi guarda in malo modo.

"Scusa," dico tristemente. Per quanto sia arrabbiata con Cole Walter, non abbiamo bisogno di un altra litigata.

"Cosa?" dice Cole girandosi sulla sua sedia.

"Um, scusa?" dico confusa. Cole mi guarda, confuso per un momento, mentre il nostro scomodo silenzio riempie la cucina di tensione. Il timer sul forno suona e io salto, spaventata. Girandomi verso il fornello, tolgo il coperchio della pentola che sto usando per fare una scodella di chicken noodle per Alex. Il vapore si alza verso il soffitto mentre larghe bolle si rompono sulla superfice dell'acqua. Rompo il pacchetto della zuppa e lo butto nella pentola. "Vuoi dire ad Alex che la sua zuppa è quasi pronta?" chiedo a Cole.

Non dice niente mentre lascia la stanza, si spera a prendere Alex. Dio cos'ha di sbagliato quel ragazzo? Rimango a fissare il vuoto per capirlo finchè non sento dei passi sulle scale. Tengo i miei occhi sulla zuppa che sto mescolando con un cucchiaio di legno. Gli spaghetti sono ancora troppo duri anche se le bolle di liquido caldo fanno profumare l'aria di pollo.

"Finisco io di prepararla," sento Alex dire da dietro di me.

"Tranquillo," gli dico rigidamente, non preoccupandomi di girarmi e guardarlo.

"Jackie posso farmi la zuppa," dice e allunga la mano, cercando di prendere il mestolo da me.

"Lascia stare, Alex," dico tenendo una stretta ferma sul cucchiaio mentre lo tengo lontano da lui. Alex cerca di prendere l'utensile dalla mia mano e nel processo fa sbattere il mio braccio contro il manico della pentola.

La pentola cade dal piano e il liquido, caldo come lava, cade proprio sul mio braccio. Il mio braccio nudo.

"Ahhhhh!" urlo mentre la zuppa bollente colpisce la mia pelle.

"Oh merda!" dice Alex tirandomi via dal disastro, ma è troppo tardi ed il danno è già fatto. Mi siedo a terra vicino agli armadi, tenendomi le braccia contro il petto. Si accuccia a terra di fronte a me e mi tocca la spalla. Quando vede quanto è rossa e piena di vesciche è la mia pelle i suoi occhi gli escono dal cranio. "Merda! Non so cosa fare! Cole!" Urla più forte che può. "Aiuto!"

Io sono sdraiata a terra e piango istericamente.

"Che c'è che non va?" Cole domanda correndo in cucina quando sente Alex chiamarlo.

"J-jackie-ripiano-zuppa-braccio," Alex bisbiglia. Se non fossi in così tanto dolore, avrei potuto ridere. Cole mi guarda sul pavimento e impreca molto forte. Poi chiude gli occhi e fa un respiro profondo.

"Alex," dice Cole molto lentamente, "ho bisogno che ti tranquillizzi." Alex annuisce, ancora in iperventilazione. "Vai fuori e fai partire la macchina, dobbiamo portarla all'ospedale." Dopo che Alex corre fuori dalla stanza Cole mi prende in braccio.

"Shhhh," dice mentre piango, "Andrà tutto bene." Mi porta in bagno e mi appoggia sul mobile. Apre il rubinetto e lo lascia andare mentre cerca negli armadi del bagno. Prima tira fuori una vaschetta che la signora Walter deve usare per pulire. La mette sotto il rubinetto per riempirla. Poi continuo a guardare nell'armadietto.

"Eccolo," Cole dice tirando fuori un kit di pronto soccorso. Chiude il rubinetto e mette la vaschetta sul ripiano. "Metti il tuo braccio nell'acqua." Scuoto la testa no. Mi avrebbe fatto troppo male se qualcosa la tocca. Cole mi prende le spalle. "Jackie, devi raffreddare la bruciatura. Se non lo fai sarà peggio," dice guardandomi dritto negli occhi. "Ti farà male per un secondo, ma poi ti sentirai meglio. Io sono qui d'accordo?"

Faccio un respiro profondo e annuisco, le lacrime continuano a rigarmi il viso. Conto fino a tre nella mia testa e lo immergo. Mi mordo il labbro per dimenticare il dolore, tengo il braccio nella bacinella. Cole mi accarezza la schiena e il freddo incomincia ad addormentare il mio braccio.

"Va bene il furgone è pronta," dice Alex aprendo la porta. Cole si sposta velocemente da me e annuisce.

"Okay devo solo mettere della garza su questa bruciatura e poi possiamo andare."

Dopo che i ragazzi discutono su chi dovrebbe portarmi al furgone, ce ne andiamo.

"Potevo farlo io," Alex mette il broncio quando siamo per strada.

"Alex sei ammalato," Cole dice con una mano sul volante e l'altra sullo specchietto retro visore. Continua a metterlo apposto così mi può vedere nel retro.

"Non molto," si lamenta.

"Allora perchè cavolo siamo dovuti rimanere a casa a guardarti?" Cole brontola.

"Potete star zitti?" mi lamento da dietro.

"Scusa," Cole e Alex dicono insieme.

"Grazie," grugnisco.

"Ma veramente Jackie, sono super dispiaciuto. Se non avessi-"

"Alex, smettila, " dico interrompendolo, guardandolo male.

Alex vede lo sguardo sul mio viso e si ferma. "Scusa," dice arrossendo. Guidiamo in silenzio per altri dieci minuti finchè non arriviamo all'ospedale.

"D'accordo" Cole dice uscendo, "Alex rimani qui fin quando non abbiamo finito." Apre la porta posteriore e mi prende dalla seduta.

"Perchè non posso venire?" Domanda Alex.

"Fratello," Cole dice ridendo, "sei ancora in pigiama." Alex guarda in basso e nota che è solo in canottiera e boxers.

"Mi prendi in giro?" brontola sbattendo la testa contro il cruscotto.

"Scemo." Cole ride mentre sbatte la porta posteriore con il piede e incomincia a camminare verso le porte.

"Ah Cole," dico guardandolo.

"Hmmm," risponde non dando molta attenzione.

"Sono abbastanza sicura di poter camminare."

"Cosa?" dice guardandomi.

"Mi puoi mettere giù ora."

"Oh," Dice mettendomi giù velocemente. Si ferma a guardarmi esitando.

"Cole ho un braccio scottato. Non una gamba rotta," gli dico.

"Va bene, va bene. Sto solo controllando."

"Hey Cole?" dico girandomi a guardarlo.

"Si?" risponde mentre entriamo in ospedale .

"Grazie."


My Life With The Walter Boys - ItalianoWhere stories live. Discover now