Capitolo 15: Sei Proprio Come Lui

6.9K 447 33
                                    

Salto fuori dal letto prima che Cole possa prendermi.

"E' meglio se corri Jackie," chiama mentre mi lancio fuori dalla porta.

E' venuto fuori che io e Cole siamo ben accoppiati a correre. Lui è probabilmente più veloce di me, ma in casa io posso muovermi intorno ai mobili con più grazia di lui. Rido mentre mi rincorre intorno al tavolo della cucina.

"Veloce Jackie qui fuori!" uno dei gemelli urla aprendo la porta sul retro. Non riesco a dire se è Jack o Jordan. Mi lancio fuori, corro velocemente nel giardino. Lo sento che si avvicina. Uscire è stato un grande sbaglio e Cole è al mio passo velocemente. I miei piedi sbattono più duramente sul terreno cercando di andare più veloce.

"Presa!" Cole ride istericamente. Prende il cappuccio della mia felpa e mi butta a terra. Velocemente provo a rialzarmi, ma mi spinge a terra. "Non vai da nessuna parte." Cole sibila mettendosi sopra di me. Di colpo sono impaurita. Lo sguardo negli occhi di Cole non sembra per niente scherzoso.

"Cole George Walter! Ti togli da Jackie proprio ora!" urla Katherine. Cole chiude gli occhi in frustrazione. "Mi senti Cole, proprio ora!" urla di nuovo.

Si abbassa e sospira nel mio orecchio. "Finiremo più tardi."

Si è rivelato che i Walters non avevano paura a punirmi. Dopo avere sentito entrambi le parti della storia il signor e la signora Walters hanno deciso che io e Cole dobbiamo essere in punizione per tre settimane. Niente TV e assolutamente niente amici. In verità la punizione non mi da così tanti problemi. Sono solo felice che Cole abbia avuto quello che merita e sono quasi sicura di aver visto Katherine fare un sorrisino quando è entrata nella sua camera a vedere il danno.

La signor Walter ha portato Alex dai dottori presto questa mattina perchè si è svegliato ammalato nel bel mezzo della notte. Quando Cole ha notato che io ero in ritardo ha detto a tutti che lei ha portato entrambi perchè mi sentivo male anche io. Gli hanno creduto.

"Mi dispiace davvero Jackie," Nathan dice sedendosi sul mio letto. E' dopo cena e siamo nella mia stanza a passare del tempo insieme. Sono probabilmente più vicina con Nathan tra tutti i Walter. Sono felice che mi tiene compagnia per l'inizio della mia punizione. "Se lo avessi saputo."

"E' tutto okay," gli dico per quasi la decima volta. Non smette di scusarsi per quello che è accaduto.

"Sei sicura?" chiede. Mi giro per dargli un occhiataccia. "Va bene, va bene!" dice alzando le mani. "Quindi per la cronaca, i fiori viola che gli hai disegnato sulla porta sono un bel tocco."

Scoppio a ridere. "Si ho pensato che li avresti apprezzati."

"No ma veramente lo sono. Mi hanno ricordato di quelli allo stagno che hai preso nella nostra prima corsa," dice sorridendomi.

"Si è quello che volevo fare." rispondo. Tutte le mattine nella nostra corsetta io e Nathan passiamo lo stagno per la pesca circondato da fiori di lavanda. Sono sempre così belli che ne prendo uno ogni volta che ci passiamo. "Quindi comunque," dico cambiato discorso, "Perchè Cole è così arrabbiato con me per iniziare?"

Nathan si muove scomodatamente. "Alex non te l'ha detto?" chiede.

"No, non veramente. Mi ha come evitato dopo cena adesso che ci penso."

"Oh," dice Nathan.

"Cosa?" dico girandomi a guardarlo, "Cos'è che non va?"

"Niente," dice scuotendo la testa.

"Quella è una tonnellata di cavolate, Nathan. Posso dire che stai mentendo."

"Jackie non penso che sia mio dovere dirlo."

"Dai Nathan," mi lamento, "Io te lo direi. Per favore?" Dopo alcuni secondi della mia migliore faccia da cucciolo Nathan accetta.

"Va bene ma non puoi fare sapere a nessuno che te l'ho detto."

"Si d'accordo," dico annuendo.

Nathan mi fissa qualche altro secondo prima di mormorare velocemente, "Cole ha chiamato i diritti su di te, quindi è arrabbiato con Alex."

"Cosa?" chiedo confusa. Nathan sospira prima di rincominciare.

"Quando sei arrivata qui Cole ti ha reclamata come sua, ma quando ha visto te e Alex ieri sera si è arrabbiato. Non li hai sentiti urlarsi a vicenda dopo che te ne sei andata?"

"No!" dico bollendo di rabbia. "Chi pensa di essere?" Salto giù dal letto e calpesto fuori dalla camera.

"Merda! Jackie torna. Farai diventare le cose solo peggiori," Nathan chiama.

Apro bruscamente la porta di Cole senza bussare. E' sdraiato sul suo letto a leggere un libro, senza maglietta.

"Si?" Cole dice sarcasticamente quando non dico niente. Bisognerebbe obbligare i ragazzi belli ad indossare magliette, penso a me stessa.

"Chi diavolo pensi di essere?" Sibilo.

Cole scende dal suo letto e cammina verso di me. "Cosa intendi?" chiede chiudendo la porta della sua camera così nessuno può sentirci.

"Oh sai esattamente cosa intendo Cole! Sei così disgustoso. Sono una persona sai, non qualcosa su cui puoi 'chiamare i diritti'!" Dico facendo le quotazioni con le mani.

"Cosa?" Cole chiede cercando di sembrare confuso. Non ci casco.

"E poi hai una dannata ragazza, gigolò!" dico spingendolo via da me.

"Scusami?" i suoi occhi lampeggianti.

Lo ignoro. "E in cima a quello urli a Alex perchè stavamo passando del tempo insieme?"

"Non è quello di cui abbiamo parlato ieri sera," dice Cole.

"Oh davvero? Scommetto che se vado e gli chiedo proprio ora mi direbbe la verità."

"Dubito che ti voglia parlare," Cole dice con un sorrisino.

"Si giusto," dico rabbiosamente.

"No veramente. Quello è ciò di cui gli ho parlato ieri sera, quanto sei una cattiva persona. Mi ha promesso che non ti parlerà più. Quello che hai fatto oggi ha aiutato a provare il mio punto."

"Non ti credo," dico cercando di dimenticare come Alex mi abbia evitata dopo cena. Io una cattiva persona? Da dove arriva tutto questo? Forse il suo cambiamento di atteggiamento è colpa di Kate?

"Vai a vedere per te stessa," Cole dice sorridendo e aprendo la sua porta di nuovo.

"Va bene!" urlo uscendo in corridoio calpestando, ancora più arrabbiata di prima.

"Chi è?" Alex chiama dalla sua stanza quando busso.

"Io," rispondo. C'è silenzio per qualche secondo e poi la porta si apre, ma solo un po'.

"Cosa vuoi?" Alex chiede tenendo la sua porta così non posso entrare.

"Non posso venire solo per parlare?" chiedo triste.

"Non ora sono impegnato."

"Con cosa? Sei stato ammalato tutto il giorno."

"Esattamente, ho del lavoro di scuola da recuperare," dice cercando di chiudere la porta.

"Alex chi è?" sento la voce smorzata di una ragazza. Alex sospira e tira fuori il cellulare che stava nascondendosi dietro la schiena.

"Nessuno Mary, rilassati." Per un secondo sono scioccata. Ma poi realizzo qualcosa.

"Dio sei proprio come lui!" urlo prima di correre giù per il corridoio. Non ho aspettato abbastanza per vedere lo sguardo frantumato sulla faccia di Alex.

My Life With The Walter Boys - ItalianoWhere stories live. Discover now