CAPITOLO 29: Qualcosa di troppo.

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Il corpo senza sostegno di Lydia venne scagliato contro la parete vuota,rimbalzò e si accasciò a terra. Sbattè la testa,ma chiunque l'aveva lanciata,completamente incurante dell'accaduto,si limitò a sbattere la pesante porta dietro di sè,lasciando la ragazza da sola.

Riprese i sensi diverse ore dopo. Si sistemò a sedere nell'angolo più nascosto possibile,piegò le ginocchia al petto e le avvolse con le braccia. Squadrò l'ambiente,tentando di rimanere lucida. Era intrappolata in un cubo dalle pareti troppo bianche e le luci troppo fredde.

Il vestito della sera prima non la copriva sufficientemente,il suo corpo tremava dalla paura e dalla temperatura bassa,le iridi verdi vagavano per la stanza alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi- alla ricerca di Stiles.

Chiuse gli occhi e tentò di immaginarlo. Sentì il suo tocco gentile risalire tutta la guancia fino ad arrivare ai capelli,immaginò le sue dita lunghe e ruvide sistemargli le ciocche rosse dietro le orecchie. La sua voce tenue e delicata le avrebbe detto che sembrava così piccola quando soffriva,e lei gli avrebbe amaramente sorriso e poi avrebbe cercato le sue labbra e le avrebbe trovate,come sempre,ad attenderla con la loro dolcezza.

Ma quando riaprì gli occhi,Stiles non era lì e il suo timido sorriso era rivolto al vuoto davanti a lei. Strinse più forte le braccia attorno alle gambe,tirò ancora di più le ginocchia verso il petto,e premette la schiena contro il muro con quanta più forza poteva,come se in quel modo potesse oltrepassarlo ed andarsene.

Aveva paura,stava morendo di paura. Perchè era lì? Chi ce l'aveva portata? Cosa volevano da lei? Ma soprattutto,la domanda che più di tutte le rimbombava nella testa era: Stiles sta bene?

Perchè quei due erano così,troppo strani per essere capiti e troppo normali per essere notati. E,in silenzio,nella loro particolarità,lui si era preso una parte di lei e lei una parte di lui. E non poteva essere diversamente,essere l'uno il primo pensiero dell'altro.

Prese respiri profondi,ricordando il modo in cui era stata in grado di amplificare i suoi sensi a comando negli ultimi tempi.

Ciò che Lydia,come banshee,era in grado di fare,non era del tutto chiaro nè a lei nè a tutti gli altri. E forse quello che la rendeva più pericolosa,era proprio il fatto che non si conoscessero i limiti dei suoi poteri.

Perchè nessuno,ancora,sapeva fin dove una banshee può arrivare.

Il silenzio attorno a lei divenne più silenzioso,come se tutti i suoni del mondo si fossero estinti,se Dio avesse messo il suo film personale in modalità muto.

Proprio quando le sembrava di essere vicina,di essere quasi oltre quelle iterminabile pareti vuote e luminose,sentì un rumore. Spalancò gli occhi,e decise rapidamente se fingere di dormire o rimanere in guardia per osservare la scena.

La pesante porta si aprì,e il tremore della ragazza divenne incontrollabile.

Si rilassò alla vista di Parrish,ma il suo sorriso bianco non gli fece lo stesso effetto di tutte le altre volte. Il suo volto non sembrava più quello di un angelo,anzi. Quell'espressione così pulita,si era trasforamata in un pesante ghigno,che non aiutava certo il tremore di Lydia.

Quando lo vide avvicinarsi,il primo istinto fu quello di alzarsi in piedi in modo da non sembrare troppo più piccola rispetto a lui. Nei brevi secondi che seguirono,Jordan accelerò il passo e la schiena di Lydia finì di nuovo contro il muro spinta da lui. Le bloccava i polsi,e si avvicinava paurosamente al suo viso. Era forte,le sue braccia erano troppo possenti rispetto a quelle di Lydia e la ragazza continuava a tremare alla vista di quelle iridi così simili alle sue,se non fosse stato per il fatto che al posto della paura contenevano malizia. Malizia,che Lydia riusciva a respirare concretamente con il respiro caldo di lui sul suo collo.

Deeper||StydiaWhere stories live. Discover now