Per arrotondare il salario del piccolo Sainsbury's e poter pagare una casa fin troppo grande per una sola persona, Harry aveva accettato d'essere introdotto all'interno del giro di spaccio ad occhi chiusi. La sua lingua biforcuta ed innegabile conoscenza in materia avevano facilitato il suo ingresso e, in men che non si dica, il riccio si era ritrovato a ricevere inviti di ogni genere alle feste più opinabili ed esclusive della città, feste in cui droga, alcol e sesso si precipitavano fra le sue braccia strappandolo al resto del mondo.

Da quasi sei mesi, poi, Liam ed il riccio avevano conosciuto Niall Horan, un ragazzino euforico, impulsivo e viziato che frequentava l'ultimo anno di liceo. Così ricco da nauseare chiunque lo circondasse, Niall detestava la formalità che aveva l'obbligo di rispettare, forzato da una famiglia rigida e disinteressata che non vedeva l'ora di rinnegare e lasciarsi alle spalle. Una sera, capitato alla festa giusta al momento giusto, il ragazzo aveva riconosciuto Liam ed Harry come la fonte delle pillole che aveva visto i presenti passarsi di mano in mano. Fattosi coraggio, si era avvicinato per presentarsi e, dopo una serie di sguardi confusi e silenzi imbarazzanti, il riccio aveva ceduto con un sorriso in fiamme; Niall sarebbe stato un'aggiunta perfetta al loro giro di spaccio, la chiave d'ingresso alle feste liceali ed ai corridoi delle scuole private colme di studenti dalle tasche straripanti di denaro.

Così fu.

Come previsto, da quando il biondo aveva iniziato a lavorare insieme a loro, il numero di eventi e di clientela era aumentato, forse persino raddoppiato; divenuti inseparabili, Harry, Niall e Liam si recavano ovunque la loro presenza fosse richiesta come una cosa sola. Mentre il biondo si rifiutava di trarre guadagno dallo spaccio, affermando di farlo solamente per il brio dell'impresa, il riccio era contento di potersi permettere le bollette di quella casa che odiava ma che mai avrebbe venduto, e Liam poteva continuare in tutta serenità a non cercare lavoro, dedicando il suo tempo libero al sesso e a qualsiasi ossessione lo esaltasse al momento.

Malgrado l'apparente euforia, Harry si chiedeva spesso se i suoi amici fossero a conoscenza della sua dipendenza da sostanze. Era chiaro che sapessero quanto gli piacesse bere e drogarsi alle feste a cui partecipavano insieme, ma forse non avevano ancora compreso quanto la situazione fosse effettivamente grave. Sebbene fosse difficile accettarlo, il riccio ne era tristemente consapevole. Non aveva tempo per mentire a se stesso. Non dopo che tutti non avevano fatto altro per il resto della sua vita.

Al pensiero, Harry si alzò dalla sedia con uno scatto fulmineo, pulendo la superficie del tavolo in legno e sfregandosi ossessivamente la punta del naso. Smettere di farsi non era contemplato, e non avrebbe comunque potuto. Ne aveva bisogno e, in mancanza del supporto, temeva che la sua vita avrebbe finito col collassare su se stessa, lui con lei. In fondo, la droga gli permetteva di vivere e respirare. A volte persino di morire. Un singolo istante di niente assoluto in cui ogni cosa veniva risucchiata nel vuoto ed Harry... Harry poteva permettersi di non soffrire al pensiero di non esistere più. 

Controllato l'orologio e resosi conto d'essere in ritardo, il riccio salì al piano di sopra per indossare la solita, vecchia casacca arancione, quella troppo larga per le sue spalle ed eccessivamente appariscente, ma d'obbligo durante le interminabili giornate di lavoro trascorse all'interno delle mura del suo piccolo Sainsbury's. Prese gli occhiali da sole per nascondere le occhiaie e le pupille pericolosamente dilatate, il beanie malmesso per coprire i boccoli arruffati, la sua dose di cocaina per assicurarsi di non rimanere a mani vuote. Una volta per strada, diretto verso il centro del paese con una sigaretta fra le dita, la suoneria del cellulare fu l'unico elemento in grado di attirare efficacemente la sua attenzione.

"Sto arrivando," fiatò nel fumo espirato.

"Sono le nove passate, Harry," lo riprese la voce di Liam, il suo tono urgente e spazientito. "Niall è con me e ha appena perso la prima ora di lezione, a causa tua."

BITE [in revisione]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum