CAPITOLO 7: La banshee.

Comincia dall'inizio
                                    

«Devi parlarle. Senza giri di parole,dille quello che provi veramente. La vita non è come nelle fiabe,non arriverà nessuno e niente a risolvere la situazione. E più tempo rimanete senza parlarne,peggio sarà per entrambe.»

Ci fu un rumore proveniente dal cielo,Allison si alzò e ritornò all'interno senza nemmeno sentire il bisogno di salutarlo.

La pioggia iniziò a cadere forte sulla sua testa,e a bagnarlo completamente.

Si alzò,corse verso gli spalti del campo di lacrosse. C'era una piccola tettoia,che l'avrebbe riparato dalla pioggia.

Sotto la tettoia c'era Lydia.Prese aria e si avvicinò a lei al punto da poterne osservare la candida carnagione che metteva in risalto quegli splendidi occhi. Poteva rivederla,seduta compostissima nel suo primo banco,sorridergli appena.

L'aveva osservata lontano da così tanto tempo,ora lei era lì davanti a lui.

I tuoni sovrastavano la sua voce,quindi decise di urlare.

«Io ti amo Lydia. Ti amo dal primo momento in cui ti ho vista nell'aula di chimica,con i capelli raccolti in quella coda alta e la maglia azzura. Ti ho amato anche quando sei caduta dalla bici al parco,e tutti ridevano di te. Ti amavo perfino quando hai avuto quella ridicola fissa per il rosa,e venivi a scuola che sembravi una barbie! »

La vide abbassare lo sguardo sorridendo,ed arrossendo appena sulle guance. Le sorride e continuò.

«E anche se ora non è il momento giusto,tu lo devi sapere. Non posso smettere di provarlo,e non è giusto ignorarlo. Per cui,io...»

La guardò negli occhi,tentando di decifrarli.

«Ti amo.» concluse,buttandolo fuori come un peso di cui ti liberi finalmente dopo tanto tempo.

Lei stava per rispondere.
Faceva vagare gli occhi sul viso di lui,ma stava per rispondere.
Aprì la bocca perchè stava per rispondere.

Anche se le ultime settimane erano state un succedersi di cose surreali e strane,lei stava per rispondere.

Anche se ancora le capitava di svegliarsi nel pieno della notte e vedere Jackson dormire accanto a lei,ed anche se non era ancora riuscita a restituire le chiavi di casa alla famiglia di lui. Lydia stava per rispondere.

Anche se sentiva dei sussurri confusi che non riuciva a decifrare,stava per rispondere.

Anche se questi da sussurri diventavano urla insopportabili,stava per rispondere.

Era tutto un disastro,ma non Stiles. Lui riusciva a farla sentire al sicuro,con uno scambio di sguardi.

Glielo stava per dire,gli stava per rispondere.

Ma sentirono ringhiare.

Entrambe alzarono lo sguardo, verso la tettoia che li riparava dalla pioggia fittissima.Stiles prese Lydia per i fianchi e la tirò a se,con improvvisa forza. Lei trattenne il respiro,continuando a guardare verso l'alto.

«Gestisci le tue pulsazioni,lui può sentirle. Se il tuo cuore batte come un martello capirà che abbiamo paura,ci troverà più facilmente,e...»

Si bloccò a metà frase,ma Lydia capì perfettamente le parole che aveva lasciato in sospeso.Se li avesse trovati,li avrebbe uccisi.Respirò profondamente,cercando di calmarsi. Era dannatamente spaventata.

«Concentrati su qualcosa.» le sussurò lui.
«Per esempio?» domandò lei,cercando un contatto visivo.

Gli occhi di Stiles tuttavia sembravano voler fuggire via.

Deeper||StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora