13. Cherry pie

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SeKitten non riusciva ad avvicinare Richie, non riusciva nemmeno adallontanare Alexander.

Ilgiorno dopo quel loro disastroso primo incontro, aveva ricevuto unasua telefonata, dove lui non si era risparmiato in scuse. Era statoarrogante, era stato presuntuoso, non le aveva dato spazio e millealtre cose. Kitten aveva dovuto far leva su tutta la sua educazioneper non soccombere alla noia e riagganciare. Le aveva chiesto divedersi quella sera stessa, anzi, per usare le sue stesse parole, leaveva chiesto se poteva farsi perdonare offrendole da bere.

Kittenaveva alzato gli occhi al cielo, non potendone più di drink ecenette a lume di candela, sembrava che il repertorio della seduzionefosse rimasto immutato attraverso i secoli. Mai un guizzo, maiqualcosa di diverso. Certo, tutti loro facevano del loro meglio perfare colpo, ma come avrebbe voluto che qualcuno buttasse via tuttequelle commediole e la portasse a divertirsi, sul serio. Come avrebbevoluto buttarsi addosso un paio di jeans e una t shirt e esserepronta per uscire, passare una serata a bere birra e a ridere perchédavvero le andava.

Inveceno, ogni suo primo appuntamento si era svolto così, sempre allostesso modo. Lui la veniva a prendere a casa in macchina, andavano inqualche ristorante in riva al mare, lui la contemplava dicendolequanto fossero verdi i suoi occhi e lei in risposta sorrideva schiva,tentando di frenare gli sbadigli. Poi, puntualmente, la riportava acasa e la serata doveva concludersi con il bacio d'ordinanza per ipiù timidi, mentre i più audaci tentavano di farsi ripagare la cenache le avevano offerto. Sempre la stessa, nauseante solfa. Dio, ma achi piacevano tutte quelle smancerie.

Inrisposta, Kitten aveva controllato per un po' la sua manicure, e poiaveva accettato. In fondo, l'alternativa era restare a casa a subireil disprezzo di Richie, per cui, se proprio doveva soffrire, almenoci avrebbe guadagnato una bevuta.

Così,rotto il ghiaccio, lei ed Alexander avevano cominciato a frequentarsiin maniera sempre più assidua. Pian piano, aveva scoperto che quelladel rampollo arrogante non era una posa, lui era davvero così. Amavasoltanto se stesso, ed amava altrettanto contemplarsi nel riflessoaltrui. Di fatto, gli piaceva starsi a sentire e vederla annuireinteressata. In quelle poche settimane di frequentazione Kitten avevaappreso tutto di lui, qualsiasi cosa lui avesse mai fatto o detto disicuro lui si era premurato di raccontarla. Di conseguenza, nonrestava molto spazio per lei, ma d'altronde, il suo nome e il suocognome erano tutto quello che a lui importava. Lei non se nerammaricava più di tanto, in fondo, non si dava alcun pensiero dimostrarsi interessante con lui, sapeva che sarebbe stato fiatosprecato.

Avevacapito molto presto che l'unica cosa di cui hanno bisogno gliindividui come Alexander, era nutrimento per il proprio ego. Neanchea dirlo, la frase che gli sentiva pronunciare più spesso era che luiper se stesso pretendeva il meglio, sempre. Così, unendo le duecose, non era difficile capire che per lui Kitten fosse una specie diprimo premio. Bella, ricca, ben inserita nell'alta società e moltospesso di poche parole. Pura perfezione.

Comunquefosse, anche lei aveva il suo bel tornaconto, di certo non aveva lavocazione della martire. Un fidanzato può sempre tornare utile.

Inparticolare, Kitten aveva trovato quella serata particolarmenteestenuante, e mai in vita sua si era sentita tanto felice di farritorno al suo alloggio, coinquilino difficile o no. Non appenachiuse la porta dietro di sé, si lasciò andare ad un lunghissimosospiro, come se avesse trattenuto il fiato per tutta la sera. Perfortuna, Richie non era in casa, così proprio non c'era niente cheostacolasse il suo riposo di guerriera.

sistruccò, si legò i capelli, si stravaccò sul divano con una bellabirra ghiacciata e riprese a leggere l'autobiografia di Slash e, benpresto, quella lettura cominciò ad assorbirla. Che uomo. Le venne daridere ripensando che ad Alexander aveva detto che la sua autricepreferita era, come da copione, Jane Austen. La sua espressione erastata così impagabile che non era riuscita a trattenersi, e si eralanciata persino in uno sfrenato elogio di Mr. Darcy. La sua risatasi fece più consistente a quel ricordo. Jane austen, ma per favore.

Shots (italiano)Where stories live. Discover now