15. Punk

2 0 0
                                    


Quando terminarono di pranzare, suo padre dovette immediatamente tornare aisuoi affari. Si offrì di farla riaccompagnare al suo alloggio daun'autista, ma Kitten rifiutò, preferendo camminare. Certo, iltratto era notevole e lei portava i tacchi, ma aveva un disperatobisogno di riflettere, di pensare. Non che dubitasse della buona fededi suo padre, ma voleva cercare di trovare una soluzione per i mesiche l'aspettavano. Mentre camminava, pensò tra sé e sé cheRichie... bé, in fondo non poteva biasimarlo. Quella coincidenzaaveva quasi del soprannaturale. Sarebbe stato assurdo ancheincontrarsi per caso in strada, ma trovarsi a dividere lo stessoappartamento era davvero incredibile.

Anchese lei non aveva colpa, capiva perché la sua presenza dovesseriuscirgli così insopportabile. Di sicuro vedeva in lei il riflessodel suo passato, e non doveva essere piacevole. Per giunta lei e suopadre si somigliavano, avevano persino gli stessi occhi. Si chiese selui l'avesse notato.

Oratutto era più chiaro, a partire dal momento in cui lui avevascoperto il suo cognome. Solo ora capì quanto sarebbero stati vanida parte sua tutti i tentativi di aprirsi un varco in lui. Nonsarebbero mai potuti essere amici, doveva farsene una ragione, comedoveva rassegnarsi al fatto che Richie avrebbe costituitoun'eccezione alla sua regola di essere considerata adorabile datutti. Sospirò, pensando che in fondo doveva trattenere il respirosolo fino alla fine dell'anno. Si trattava di resistere solo fino adallora, e nel frattempo non avrebbe fatto mostra di sapere nulla.

Mentrecamminava avvolta da questi pensieri, passò davanti al vecchionegozio di dischi della città, e pensò che dare una sbirciatinapotesse farle soltanto un gran bene.

Comepensava, quando entrò un sorriso le si dipinse subito sul viso.Ridacchiò ripensando a quel film con Audrey Hepburn, a quando leidice di amare Tiffany perché sente che in quel luogo non puòaccaderle niente di brutto. Ecco, era così che si sentiva ogni voltache varcava quella soglia.

Richie

Nonappena Richie entrò in quel negozio, il suo umore cambiòimmediatamente. Non importava quello che era accaduto durante ilgiorno, appena ne varcava l'ingresso si sentiva subito un'altra persona, come se tutto ciò che avvelenava la sua esistenzanon avesse il permesso di entrare. un sospiro liberatorio lo fecequasi sorridere, tanto si sentì alleggerito. Era l'ultimo negozio didischi rimasto in città, e di conseguenza era piuttosto grande.

il suoaspetto era piuttosto squallido e trasandato, visto che gliarredamenti erano gli stessi dei suoi esordi, probabilmente unaquarantina di anni prima. I commessi non si adoperavano più di tantoper farlo brillare, forse per pigrizia o forse perché sapevano cheagli affezionati avventori piaceva quell'aria piuttosto rustica epoco curata.

Forsenon era sporco, era semplicemente vecchio, e si sa che le cosevecchie in fin dei conti sembrano sempre un po' sudicie, è colpa deltempo. L'aria di decadimento del negozio era innegabile, ma siabbinava perfettamente al tipo di musica che vendeva, dato che anchequella ormai era considerata da molti obsoleta.

Richiecominciò ad aggirarsi per quel lungo corridoio di suoni catalogati, camminando sul pavimento di marmo ormai opaco illuminatodall'accecante biancore di ronzanti luci al neon. Teneva gli occhibassi, spulciava tra i dischi in cerca di qualche rarità, propriocome facevano tutti gli altri clienti. Ad un certo punto però, gliparve di vedere con la coda dell'occhio una figura familiare, troppopoco anonima per passare inosservata. Alzò gli occhi e, esattamentedi fronte a lui, la vide.

Kittenera assorta a leggere la tracklist di un album dei T.rex, e lui sichiese se avesse almeno idea di chi fosse Marc Bolan. Teneva il cdtra le mani ancora inguantate di pelle nera, Portava gli occhiali dasole sulla testa, e il cappotto scuro appuntato finoalla gola faceva apparire i capelli che vi ricadevano sopra ancorapiù chiari.

Shots (italiano)Where stories live. Discover now