11. Il posto

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"potreiparlare con il titolare?"

ilragazzo davanti a lei, dopo aver osservato con attenzione il suoabbigliamento, le fece cenno di attendere. Dopo poco, l'uomo fececapolino da una stanza lì vicino.

Videche il ragazzo gli stava sussurrando qualcosa all'orecchio, indicandola. Lui in riposta annuì.

Siavvicinò a lei e gli tese cordialmente la mano, il suo atteggiamentoera molto diverso da quello che aveva conosciuto.

"buongiorno,come posso aiutarla?". Non si ricordava di lei.Meglio. Kitten accennò un sorriso a labbra serrate e rispose cheavrebbe preferito parlargli in privato, così lui la accompagnò inun piccolo ufficio grigio sul retro del locale. Accennò con un gestodella mano ad una vecchia sedia di fronte alla sua scrivania e Kittensi sedette. Rimase appollaiata sul bordo, tenendo la schiena dritta,come se questo potesse conferirle maggiore autorità, ma di fattoservì solo a sottolineare in giallo brillante il suo imbarazzo.

Nonappena anche lui si fu accomodato lei cominciò, piuttosto a disagio.

"sonoqui per porgerle le mie scuse, vede, temo di essere io laresponsabile dei... disordini dell'altro giorno". Il suo tono eraformale ed educato, ma con sua grande sorpresa, l'uomo non parveessere toccato da tanta raffinatezza di modi, anzi scoppiò  a ridere.

"be,allora comincio a capire quei due ragazzi. Avessi avuto quarant'annidi meno probabilmente sarei stato in mezzo a loro", le disse,prendendosi gioco di lei senza curarsi di nasconderlo. Kitten non si volle fartoccare dalle sue velate allusioni e non abbandonò il suo tonopacato.

"atal proposito, sono qui in merito al licenziamento di Richie North.vorrei chiederle di riconsiderare la sua decisione".

"eper quale motivo dovrei?". il tono dell'uomo, se prima era discherzo, ora divenne di scherno. "perché è stato l'altroragazzo ad istigarlo, lui è accorso solo in mia difesa".

Kittenostentava una sicurezza del tutto posticcia, e l'uomo in rispostasoffocò una risatina, continuando a considerarla evidentemente unasciocca ragazzina che giocava a fare l'avvocato.

"midispiace, non posso fare quello che mi chiede, non sarebbe correttonei confronti degli altri dipendenti. Inoltre quel ragazzo era unatesta calda, mi aspettavo che prima o poi avrebbe combinato qualcosa.Non l'ho mandato via prima solo perché attirava un sacco diclienti, le ragazze sembravano adorarlo", disse ridacchiando,mentre era intento a giocherellare con una penna.

poiabbassò la voce, e cominciò a darle del tu.

"allora hai scelto lui, non è vero?"

Kittensi risentì. "forse se ti dico che sono Clementine Schneider comicia prendermi sul serio". avrebbe preferito non giocare quella carta,ma l'idea di conquistarlo con un vocabolario forbito non si erarivelata vincente.

L'uomosi mostrò piacevolmente stupito. "a maggior ragione allora, perchéa una ragazza dell'alta società importa tanto di un cameriere?",su queste note si mise comodo sulla sedia, come se sperasse dimetterla in difficoltà con quel suo umorismo spicciolo.

"piùche a me, direi che dovrebbe interessare a te". Kitten allungòsulla scrivania una piccola busta color crema. l'uomo la guardòscettico, smettendo di giocherellare con la penna, e per un istantelei temette di essersi imbattuta in una persona onesta. Per suafortuna invece la afferrò quasi subito, incuriosito, e lei scongiuròcosì il timore di essere sbattuta fuori e sbugiardata davanti atutti.

Quandol'uomo estrasse l'assegno al suo interno strabuzzò gli occhi perlo stupore. Kitten trattenne una risatina, sentendo ormai di avervinto la partita.

Shots (italiano)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ