25. Vuoto

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Kittenraggiunse la terrazza sul tetto del Madras e, proprio come pensava,trovò Richie occupato a fissare la notte. Il concerto era andatoalla grande, ancora meglio dell'ultima volta, e leiproprio non afferrò che bisogno avesse lui di stare lì a rimuginarecon lo sguardo perso.

Eraseduto, appoggiato alla ringhiera con le gambe che penzolavano nelvuoto, fumava una sigaretta ma non sembrava trarne particolaresoddisfazione.

"eccotiqui!", esclamò lei, non volendo far caso a quanto quel suoatteggiamento sapesse di meditazione. Richie si voltò verso di lei,come se volesse accertarsi di chi fosse il proprietario di quellavoce, prima di voltarsi nuovamente verso i tetti bui della città.

"lasciamiin pace Kitten", disse, aspirando un'altra boccata di fumo.

"nonci penso neanche"

Richiesi voltò di nuovo verso di lei, come se non avesse capito, ma quandoKitten alzò un sopracciglio lui scosse la testa in segno dirassegnazione. Lei interpretò questo gesto come una sorta dilasciapassare e tentò di sedersi vicino a lui, nonostante il suoabbigliamento non le consentisse la stessa libertà di movimento.Vide Richie ridacchiare ai suoi tentativi piuttosto goffi di non farsalire troppo il vestito. Finalmente, riuscì nel suo intento, epensò che alzarsi sarebbe stato ancora più complicato.

"tieni,volevo assicurarmi che tu non restassi sobrio", disse, porgendogliuna birra. Richie la prese senza dire nulla. Per un po', anche Kittenbevve la sua in silenzio, ma più beveva, più l'alcol e il buio lefacevano trattenere a fatica suoi pensieri.

"perchései venuto quassù? Posso capire che una band non ti piaccia, ma sescappi così quando passano Bon Jovi, non oso immaginare cosa faiquando senti Justin Bieber", disse bevendo un'altra sorsata dibirra, ridacchiando alla sua stessa battuta.

"avevovoglia di stare solo"

comeal solito, Richie non diede nessuna soddisfazione alla sua curiosità.

"criptico",rispose soltanto lei. Ben presto, la sua birra finì, e senza lacompagnia di qualche cattiva abitudine, il buio più che affascinantedivenne soltanto noiosa oscurità. Con la coda dell'occhio, vide cheRichie aveva acceso un'altra sigaretta.

"mifai dare un tiro?", disse senza pensare.

Lui sivoltò, perplesso. "fumi?"

"solo in buona compagnia"

Kittenlo vide trattenere una risatina, e poi le accostò la sigaretta. Leisi avvicinò a lui tenendosi i capelli con le mani, per impedire chele ricadessero sul viso, inspirò e poi e poi espirò il fumo nellamaniera più teatrale che poté. Vide con la cosa dell'occhio di averlasciato sul filtro una piccola impronta di rossetto, ma a lui nonsembrò dare fastidio. Si portò la sigaretta alla bocca, e Kittennotò solo in quel momento il grosso anello che portava al medio.Incoraggiata dalla notte, gli prese la mano per osservarlo meglio. Lesembrò che lui a quel repentino contatto avesse un leggero sussulto.

"ehi,è davvero bello. È uguale... a quello di Keith Richards", disse,esaminando il teschio sulla sua sommità.

Richiesi ritrasse subito. "già. Me l'ha dato una volta un tipo che avevagiurato di averlo rubato proprio a lui", rispose, cominciando arigirarselo al dito, "diceva che porta fortuna. Probabilmente eranotutte cazzate, ma... voglio credere che sia vero"

"perchéte l'aveva dato?"

"miaveva sentito suonare", disse lui, senza alzare lo sguardo, "avevadetto che era un ringraziamento per avergli ricordato le band deglianni ottanta"

"belcomplimento", rispose lei ridacchiando, e lui annuì.

"già.Anche se credo abbia un po' esagerato"

Shots (italiano)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora