21. Storia greca

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QuandoRichie quella sera tornò al suo alloggio era da poco passata l'unadi notte. Sbuffò, pensando che avrebbe dovuto finire di lavorarealmeno due ore prima ma aveva dovuto vedersela con una bella comitivadi ubriaconi. Pensava di trovare l'appartamento immerso nel silenzioma invece, non appena entrò, trovò Kitten sul divano, contornata daalmeno una dozzina tra libri e quaderni.

Sembròstupita di vederlo, e Richie notò che tentò subito di mettersiseduta in maniera più composta. Chissà cosa voleva dimostrargli.

"ehi",gli disse, "ero convinta dormissi"

"evidentementeno. E tu perché non dormi?"

Kittensospirò con aria esausta e chiuse il libro. "devo studiare. Domaniho un test e non sono affatto pronta. Dovevo tornare molto prima mala macchina ha deciso di abbandonarmi e sono dovuta tornare in unaspecie... di autobus"

aRichie venne da ridere nel sentire come caricò di disprezzoquell'ultima parola.

"che cosa orribile", disse, prendendola in giro.

Kittenalzò un sopracciglio. "comunque sia, ora mi toccherà staresveglia tutta la notte"

"sucos'è il test?", fece lui raccogliendo un quaderno da terra. Losfogliò, e pensò che da lei si sarebbe aspettato una grafia piùordinata.

"storiagreca", rispose lei, riaprendo il libro di prima, "sembra facile,ma ci sono più date che lettere, maledizione. E poi quantebattaglie, dio, quante maledettissime battaglie. Al mio professoresembra rilevante anche la guerra che due contadini si sono fatti peruna capra"

Richiesi mise a ridere, continuando a sfogliare i suoi appunti. Nemmenoleggeva quello che vi era scritto, solo gli piaceva guardare il modoin cui tratteggiava le parole, gli scarabocchi agli angoli dellepagine, citazioni di canzoni o testi interi campeggiavano negliinterstizi tra una data e l'altra.

"iltuo professore tira fuori anche gli Iron Maiden?", gli disse,mostrandole una pagina. Kitten si sporse e gli prese il quadernodalle mani, come imbarazzata.

"ehm,a volte mi annoio"

Richiescosse la testa. "ma perché non lo salti se non sei preparata? Cheti importa", fece poi, non capendo che bisogno ci fosse diallarmarsi in quel modo per qualcosa che riguardasse la scuola.

Kittenpiegò la testa da un lato. "sei serio? Se non ho dei risultatidevo tornare a casa, mia madre è stata molto chiara. E visto chepreferirei vivere su una panchina della stazione, forse è megliostudiare"

nonaveva poi torto in fondo, e lui di certo non era la persona piùadatta per questo genere di consigli. Guardò tutti i libri di cui siera contornata, e cominciò davvero a ricredersi sul fatto che lavita di Kitten fosse stata fino ad allora un limbo di ovatta.

"haibisogno di aiuto?"

Leparole gli uscirono di bocca senza nemmeno riflettere, e Kitten neparve stupita almeno quanto lui. "cioè, non so niente di questaroba, ma... non so, se vuoi ti posso interrogare"

Perchélo stava facendo? Che gli importava di stare lì? Ormai però eratardi.

VideKitten combattere un sorriso. "perché vorresti aiutarmi?"

Richienon aveva idea di cosa rispondere, se si escludeva il fatto chevoleva restare con lei. Non poté far altro che passarsi una mano trai capelli, come faceva sempre quando le parole gli venivano meno.

"grazie,lo apprezzo davvero, ma sono quasi le due di notte, non potrei maichiederti tanto"

"tel'ho chiesto io infatti"

Kittenallora lo guardò e si morse il labbro. " a dir la verità, mi...aiuterebbe molto"

Richiein risposta buttò la giacca per terra e si sedette sul divano vicinoa lei.

Shots (italiano)Where stories live. Discover now