34. Eve

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Glishots fired avevano ancora uno show prima di Natale, e Eve si eraparticolarmente raccomandata di essere in orario. Richie e gli altrisi aspettavano di trovarla come al solito ad attenderli all'ingresso,ma quando quella sera arrivarono lei non corse loro incontro come alsolito.

ARichie parve strano, ma non vi fece poi tanto caso, a differenzainvece di Kitten.

"ehi,Eve dov'è?", chiese al buttafuori, ma lui scosse le spalle, nonavendone idea.

Leisbuffò, cominciando ad allarmarsi, e a Richie quella sua reazioneparve esagerata.

"calmati,avrà da fare"

leilo guardò e poi scosse la testa, componendo nel frattempo un numerosul telefono.

"no.Ho un brutto presentimento."

luicontinuò a non capire. "ma cosa vuoi che le sia successo, saràqui intorno", disse mentre cominciava a scaricare gli strumenti, maKitten lo zittì subito.

"Richie,non è forte come vuol far credere"

Ilcontrario di quello che vuoi far credere tu, avrebbe volutorispondergli, ma fu interrotto da Caleb che piombò vicino a loro.

"ehi,tutto a posto?"

Kittenspense il telefono, evidentemente la telefonata era stata vana.

"vorreidirti di sì"

"madi cosa hai paura?", domandò infine Richie, ma lei non sembròneppure sentirlo.

"devocontrollare nel suo ufficio"

Sidiresse spedita su per le scale, e lui istintivamente la seguì, edietro di loro venne anche Caleb. Kitten bussò all'unica porta incima a quella ripida scalinata, ma non rispose nessuno.

"Eve!Apri!", disse a voce alta, ma senza urlare. Non sentendolarispondere, provò ad aprire la porta, ma la maniglia non girò.

"èstata chiusa da dentro". Kitten si voltò verso di loro, il suorespiro leggermente affannoso mostrava un tentativo di mantenere lacalma.

"buttatelagiù"

Richiee Caleb si guardarono, basiti. "cosa? non starai esagerando?"

Leifulminò Caleb con uno sguardo. "no. Non esistono doppioni dellechiavi e lei è di sicuro qui". Senza dire altro, Kitten si spostòper lasciargli campo libero. Richie decise di assecondarla, sperandoche non volesse solo ricreare l'eccentrica scena di un film. Diedeuno scossone alla porta per constatarne la pesantezza, e per fortunala sentì molto vecchia, la serratura era molto debole. Caleb vennein suo aiuto e con pochissima fatica e qualche calcio riuscirono adentrare. Proprio come aveva pronosticato Kitten, in quella stanzac'era qualcosa che non andava, sembrava che qualcuno vi avesse fattoirruzione. Di Eve, tuttavia, a prima vista non c'era l'ombra.

Senzadire niente, con passo sicuro Kitten li oltrepassò ed entrònell'ufficio, e non appena constatò il disordine sospirò concosternazione. Si aggirò per la stanza, come in attesa di qualchesegnale, e poi Richie la vide sgranare gli occhi e accucciarsi dietrola grossa scrivania nera.

"cazzo,lo sapevo, di nuovo!"

Idue accorsero e videro Eve accasciata a terra, apparentemente privadi conoscenza. Il trucco degli occhi era sbavato, si propagava lungole guance con delle spesse righe nerastre, evidentemente doveva averpianto parecchio.

"mettetelasul divano", ordinò subito Kitten, ferma. Richie fece perobbedire, ma Caleb non lo seguì, si stava limitando ad osservare lascena paralizzato dal terrore.

Kittenschioccò le dita, come per risvegliarlo.

"ehi,riprenditi, dobbiamo mantenere la calma", disse, così Caleb, quasitremando, andò ad aiutarlo.

Shots (italiano)Where stories live. Discover now