8. Alexander

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"Eccoti finalmente! Vieni, voglio presentarti una persona", trillò Eve non appena la vide varcare l'ingresso del Madras. Kitten fu indispettita da tanta euforia ma non disse nulla, sapeva che l'amica non si sarebbe fermata davanti a nulla quando era il momento di metterla in coppia.

Quandoraggiunsero il backstage infatti, un tipo biondo e molto elegantesembrava starle aspettando. "Kitten, ti presento Alexander Vance.Alexander, lei è Kitten".

Leigli strinse la mano sorridendo educatamente. Non ribollivad'entusiasmo.

"Clementine,a dir la verità"

Eve laredarguì con un'occhiata. "tutti ti chiamano Kitten"

"chestretta", commentò lui, sorridendole. Era innegabile che fosseun bel ragazzo, e Kitten capì subito che anche lui ne eraperfettamente al corrente.

Conuna scusa, quasi subito Eve li lasciò soli, ignorando lo sguardo ametà tra il furente e l'implorante che le rivolse Kitten.

"circolanomolte voci sulla tua bellezza, ma nessuna di loro ti ha resogiustizia"

ilrepertorio dei complimenti era di certo quello classico. Anche semagari non brillava per inventiva, Kitten dovette dargli atto cheperlomeno era sicuro di sé.

Glisorrise, un individuo del genere doveva protendere per la ragazzaremissiva e dolce, il classico bel trofeo. Provò a cimentarsi anchein questo personaggio.

 "tiringrazio", rispose, fingendosi imbarazzata. "come conosci Eve?"

"lavoroper suo padre, mi sto laureando in legge"

Kittensgranò gli occhi, esagerando uno sguardo ammirato. Non disse niente,immaginando che a un tipo del genere piacesse parecchio ascoltare lasua voce. Infatti non si sbagliava.

"infattiè lui che mi ha mandato qui stasera. Vuole che controlli che Eve sidia da fare, che non giochi con i suoi soldi. Ha detto proprio così."

"nonlo sta facendo, non preoccuparti", rispose Kitten, stizzita.

Luiscrollò le spalle. "lo spero, suo padre non ha più molta pazienzaper i suoi capricci. Mi ha raccontato un po' della sua storia, Evedev'essere una ragazza parecchio... complicata"

Dallacura con cui scelse questa parola, Kitten capì che avrebbe volutopronunciarne un'altra, probabilmente molto meno diplomatica. Si stavacominciando ad infastidire.

"nonè complessa, ha solo passato dei periodi difficili. Penso siacapitato a tutti"

lui simise a ridere. "anoressia, alcol, droga e... non è anche finita ingalera per guida in stato di ebbrezza? È un po' riduttivo chiamarliperiodi difficili"

Kittenbevve ciò che restava del suo drink tutto d'un fiato. "nongiudicarla. Eve è cambiata e sta facendo un ottimo lavoro con questoclub. Era caduto in disgrazia e adesso è tornato ad essere il postopiù esclusivo in città."

nelrisponderle, Kitten vide il suo sguardo velarsi di condiscendenza.

"esclusivo?A me a dir la verità mette i brividi"

"bisognaamare la musica per apprezzarlo"

"musica?Per piacere, spero che tu non consideri davvero musica la robacciache fanno qui."

"deducoche tu non sia un appassionato di heavy metal"

"direiproprio di no. Sono diplomato al conservatorio, a differenza degliincapaci che suonano qui, conosco la differenza tra suonare econtorcersi inutilmente su una chitarra"

"nonsono incapaci, sono band emergenti, alcuni sono delle promesse"

"si,promesse per una stazione di servizio"

Kittenstava cominciando a desiderare ardentemente di tirargli il bicchiereche aveva in mano, magari il suono del vetro che si rompeva sul suoelegante completo scuro sarebbe stato degno della sua attenzione. Perevitarlo, preferì congedarsi.

"già,ne sono sicura. Ora perdonami, ma comincia il concerto, io e la miaignoranza non vogliamo perderlo. Piacere di averti conosciuto"

Kittensi allontanò da lui con lo stesso disgusto che avrebbe provatodavanti ad un insetto. Che persona sgradevole. Mancava ancora un po'all'inizio del concerto, così andò al bar e si confortò con unaltro drink. Pensò che avrebbe dovuto mettere in chiaro con Eve chenon aveva bisogno di lei per scegliere dei fidanzati orribili, eragià una fuoriclasse in questo.

Mentrel'alcol e i pensieri si stavano fondendo insieme, l'amica laraggiunse, parecchio su di giri. Kitten sperò che nella sua allegrianon fosse contenuto nulla di artificiale.

"allora?Che mi dici di Alexander, è bello vero? Anzi, ora che ci penso,perché non sei con lui?"

Kittenalzò un sopracciglio. "gli hai mai parlato per più di trentasecondi?"
"che vuoi dire?"

"cheè un idiota totale. Se non fossi una fan di Downton Abbey gli avreispaccato il bicchiere addosso"
Eve parve delusa. "sono sicurache stai esagerando. Cosa avrà mai detto di tanto terribile?"

"stoesagerando? In dieci minuti mi ha raccontato cosa studia, che lavorofa, che macchina ha, dove vive, che è diplomato al conservatorio emille altre meraviglie. Ah, e per giunta è convinto che quella chesuonano qui nemmeno sia musica, che il rock sia solo contorcersiinutilmente su una chitarra, testuali parole"

quest'ultimopunto fu l'unico che sembrò smuovere Eve dalla sua posizione.

"checosa? Lo butterei fuori a calci, ma poi mio padre a calci ciprenderebbe me"

"appunto"

"laband di stasera però lo farà ricredere, ne sono sicura"

"chegenere fanno?"
"punk"

Unsorrisino compiaciuto si dipinse sul volto di entrambe.


Purtroppola band di quella sera non avrebbe fatto ricredere Alexander affatto. Tanto per cominciare, si erano presentati sul palcotruccati in un modo che a Kitten portò alla mente le bamboleassassine di qualche scadente film horror. Era un trionfo di ceronebianco e finte cicatrici dipinte con la matita nera. Erano ricopertidi stracci rossi e neri, quasi tutti i loro indumenti erano ridotti abrandelli ed avevano un'aria parecchio logora. Più che punk, aKitten parvero solo trasandati ed anche un bel po' sporchi. Lesarebbe piaciuto fargli sapere che non lavarsi non migliora laqualità della musica.

Comese non bastasse il cantante, audacemente adornato di lenti a contattorosse e bianche, pretendeva di raggiungere delle note a cui nessunoavrebbe potuto aspirare, e come risultato i suoi acuti erano di fattodei rantoli sofferenti.


Kittenpensò che se quella band voleva fare paura, aveva centrato in pienol'obbiettivo.

Shots (italiano)Where stories live. Discover now