UN INCONTRO DISASTROSO

43 2 0
                                    

Mi avvio alla ricerca di un caffè, essendo arrivata stranamente in anticipo avevo seriamente il bisogno di buttar giù qualcosa che mi facesse svegliare per bene.

Uscendo dal corridoio dove mi aveva portata direttamente all'ufficio di quel simpatico signore, proseguo verso l'area ristoro, ma non avendo la minima idea di dove sia situata, chiedo al primo dirigente che trovo lungo il grande salone d'entrata. Un uomo sulla quarantina, posato ed elegante, mi indica, con un gesto alquanto gentile, la direzione giusta da seguire.

Con l'indicazione data, proseguo annusando l'aria come un cane da tartufo e man mano che vado avanti fiuto un buon profumo emanato dal caffè e dai croissant captando un leggero vociare mischiato ad un leggero rumore di piatti e posate.

Mi immaginavo una piccola stanza con alcune macchinette che distribuissero bevande e snack invece, una volta aperte le porte, ne rimango stupefatta. Una vera e propria area da ristorante con tanto di bar, baristi, sedie e tavolini.

Una dolce musica di sottofondo mi accompagna al bancone; passando succede come all'entrata, nessuno che si volta a guardare. Passo inosservata in mezzo a qualche tavolino dove uomini e donne stanno chiacchierando, sorseggiando le loro spremute d'arancia divorando qualche fetta di torta che, a parer mio, sembra alquanto deliziosa! Mi viene l'acquolina in bocca...

Al bancone, una bellissima ragazza mulatta, dai capelli tinti di un biondo platino quasi argenteo, sta lavando frettolosamente alcuni bicchieri di vetro. La osservo come si muove graziosamente e pochi secondi dopo, nota che sono li a fissarla timidamente e mi sorride, prendendo prontamente un asciugamano posto sopra il lavabo intenta ad asciugarsele, << Mi dica pure.>>. Ha una voce talmente dolce che a stento mi trattengo di sorriderle a trentadue denti, <<Un caffè, grazie.>>.

Mi guardo intorno non trovando nessuno di interessante; un mucchio di persone molto formali immaginando i loro noiosi discorsi che andassero a picchiare sul lavoro. Non scorgo neanche l'ombra di Grace, probabilmente sarà già dentro all'ufficio portandosi avanti su qualche arretrato. Lei, al contrario mio, ha sempre amato la puntualità e la cosa snervante è che spesso arriva pure parecchio in anticipo. Immersa nelle mie avventure fantasy riguardo i tizi in mensa, mi volto e meravigliata dalla velocità della ragazza nel preparare il mio caffè, lo prendo con cautela dal bancone e mi dirigo con lo sguardo rivolto verso quello straordinario pavimento luccicante, andando alla ricerca di un tavolino libero per sorseggiarlo con tutta la tranquillità possibile ed immaginabile.

Arrivata davanti a un posto vuoto, mi volto e qualcuno camminando molto frettolosamente, sicuramente senza neanche guardare dove mettesse i piedi, improvvisamente mi viene a sbattere contro, facendomi rovesciare la metà del caffè su una buona parte della mia povera camicetta, macchiandomi il seno. << Ma che diamine! Ma guarda un po'...>>, non riesco a finire la frase, sono cosi arrabbiata. Primo giorno di lavoro e che figure! Non posso lavorare in questo modo...tutta sporca e che emano un maledetto odore di caffè bollente! Alzo di scatto la testa per vedere il deficiente che mi è piombato addosso in quel modo e ne rimango sbalordita. Il mio cuore inizia a scaldarsi, a battere in un modo che non avevo mai sentito battere, sento il calore ed il rossore salire fino alla punta dei capelli, le mie esili labbra formano una "O" demenziale iniziando a tremare senza riuscire ad emettere alcun suono captabile ed i miei grandi occhi nocciola si allargano talmente tanto quasi da voler uscire fuori dalle orbite, le pupille si dilatano. Il ragazzo più bello che avessi mai incontrato ora stava li, proprio di fronte ai miei occhi; quello che avrei mandato volentieri al diavolo per avermi combinato un danno simile e quasi irreparabile, quello che mi aveva fatto fare una magra figura davanti a tutti i presenti, anche se non mi importava molto, dato che nessuno, come d'altronde stava succedendo dal momento in cui avevo messo piede in quell'azienda, ci stava degnando di uno sguardo, ora era qui, che mi stava sorridendo in modo canzonatorio, quasi da farmi perdere la testa e volergli tirare la mia pesante borsa a tracolla in piena faccia; ma ipnotizzata da quelle labbra ben pronunciate, il suo sorriso risultava così maledettamente intrigante e sexy. Il tocco di bellezza in più che riempiva il suo bellissimo viso, completamente sbarbato, dalla pelle chiara ma leggermente ancora abbronzata, tipica di una estate passata in California o in qualche isola caraibica che incorniciava quei magnetici occhi cangianti verdi tendenti all'azzurro e la perfezione di quel naso, ne tanto grande ne tanto piccolo, che sembrava disegnato appositamente per lui. I capelli biondo cenere richiamavano un classico taglio medio lungo anni 90, un po' sbarazzino e gli donavano un particolare aspetto quasi da voler sembrare il leader di una famosa boy band.
Uno sguardo dolce ma allo stesso tempo maligno, sembrava la fusione di due persone in una sola anima. Alto e perfetto, assolutamente perfetto. Soprattutto perfetto con indosso una camicia bianca lasciata sbottonata in modo da fare intravedere un bellissimo collo longilineo, dei pantaloni di un completo nero e dei mocassini lucidi dello stesso colore. Il tutto lo rendeva così attraente ed elegante. È così fottutamente bello.

Quell'essere divino spuntato dal nulla, regge tra quelle forti mani una cartellina color nero pece piena zeppa di fogli vari tutti ordinatamente raccolti, si avvicina elegantemente a me facendomi sentire un piccolo puntino; avvampo violentemente e non riesco a staccargli gli occhi di dosso. È talmente vicino che l'odore del suo profumo di muschio intenso da non so quanti dollari, mi sta drogando. Mi sento ridicola, ho paura di cosa stia pensando di me in questo momento. Apre la bocca con un ghigno beffardo, credo di non essere in grado di ascoltarlo, <<Incontro alquanto interessante, Sarah.>>. Accidenti, conosce già il mio nome! Ma che stupida, come poteva non conoscerlo, ce l'ho appiccicato ad una tetta!
È snervante, sta fissando divertito il mio pseudo sguardo da ebete. All'improvviso, lascia i miei occhi e mi supera in silenzio lasciandomi sola come una imbecille, sola con la scia del suo profumo... mi lascia di spalle in mezzo alla stanza ormai mezza vuota ma, sperando e pensando che ne sia andato via del tutto oppure, sperando sia stato solo frutto della mia pazza immaginazione, mi sprono da quel mezzo incubo e mi volto in cerca di una conferma; mi devo ricredere, lui è ancora qui! Allora è tutto vero, quell'antico Dio greco esiste eccome!

Mi sale il panico ed avvampo nuovamente; è dal bancone di fronte alla ragazza mulatta e mi sta fissando ancora con quell'accidente di sorriso, poi si volta con aria professionale e le fa un cenno col capo che viene ricambiato da un bellissimo sorriso di lei. Mi sale un po' di strana gelosia, senza una logica motivazione, non lo conosco, non so in che reparto stia, l'ho conosciuto per mezzo di una disastrosa coincidenza e non conosco neanche il suo nome.
Lo osservo incantata andarsene via e decido di riprendermi scuotendo la testa "Sarah, sveglia! Devi lavorare, lavorare!". Mi avvio per l'ultima volta al bancone e rimango colpita dal gesto di quella ragazza quando nota che sto per aprire la borsa e tirar fuori il portafogli, <<A posto così>>.

Non riesco a recepire il fatto che non mi abbia fatto pagare; forse quello strano tipo ha pagato anche per me per scusarsi dell'incidente successo oppure lei si è accorta di quella ridicola scena e, vedendo lo spreco di tutto quel buon caffè, ha lasciato perdere. Beh, in ogni caso la ringrazio con imbarazzo ed esco frettolosamente lasciandomi silenziosamente tutto alle spalle.

Inside Of Me Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ