L'ALTRO NOAH

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Sto guidando per andare a raggiungere Noah al suo appartamento segreto e nel frattempo, penso a Grace.
Non le ho ancora detto nulla. Sinceramente, ho paura a parlarle. Posso già immaginare la sua reazione una volta che gli dirò del casino che ho combinato. Sicuramente, non è una cosa da poterle raccontare per telefono. Dovrò vederla ed affrontarla.

Vorrei provare a distrarmi un pochino, magari mettendo della musica, perché ho l’agitazione alle stelle, ma preferisco il silenzio e pensare bene a come incominciare il discorso.
Tra qualche minuto, lo rivedrò.
Ma Come farò? Ah sì, forse dovrei iniziare con un “Ciao, Noah. Lo sai che aspetto un bambino da te?” certo… come farlo svenire all’istante!
E cosa succederà una volta che gli racconterò ogni cosa? Dovrò dirgli di Josh, anche. Di me e lui e non so come la prenderà. Ma dovrò dirglielo e, soprattutto, dovrò dirgli di loro due, e di quello che sono venuta a conoscenza.
So che ce la posso fare, ma ho anche paura di mettere Josh nei guai, e non se lo merita. Ho paura di creare ancora più danno di quello che già c’è tra di loro. Però, non posso continuare a tenermi tutto dentro. Devo solo cercare di non pensare al peggio ed essere più sicura di me, senza dargli modo di pensare che lui ha ancora quel maledettissimo potere su di me.
No, io ce la posso fare! Devo solo capire come e cosa dire... e non sarà per niente facile.

Sono arrivata sotto casa sua e sto iniziando a provare un freddo tremendo, quel freddo di quando si è molto inquieti. Vorrei fare subito marcia indietro ed interrompere immediatamente ogni contatto con lui, ora e per sempre. Ma ormai sono qui e non posso scappare ancora, diventerebbe più difficile andando avanti e rischierei di vivere con il dubbio di “cosa sarebbe potuto succedere” se solo ci avessi provato.
Mi stringo nelle spalle, facendomi forza e citofono.
Sembrerebbe che Noah fosse pronto lì ad osservarmi e ad aspettarmi, perché esattamente il secondo più tardi, apre la porta.

Lui è davanti a me. Quella persona che ho odiato profondamente e che ha distrutto una buona parte della mia vita, è qua, e l’unica cosa che dentro sento, non è odio, ma quanto mi sia mancato. Sono talmente paralizzata, che non riesco nemmeno a fare un passo in avanti. Sono bloccata, e mi blocca ancora di più vederlo sorridermi speranzoso. Non si immagina nulla. Quel sorriso si spegnerà una volta che saprà tutto quanto.
<<Sei venuta, alla fine. Non ci speravo più.>> mi dice, sempre con quella speranza stampata negli occhi.
Entrambi attendiamo. Non riesco neanche a salutarlo. Riesce a rompere questo imbarazzo che ci sta legando, stringendomi a sé.
<<Hai il corpo gelido… su vieni, entriamo.>> continua, sfregandomi la schiena un paio di volte, pur di provare a darmi un po’ calore.
Noah mi lascia ed involontariamente gli sorrido. In fondo, è stato un bel gesto da parte sua.
<<Grazie…>> mormoro a bassa voce.
Mi cinge le spalle con un braccio ed entriamo in casa.

Rimaniamo in piedi, davanti alla porta, a guardarci. Ci siamo mancati lo so, lo vedo dai suoi occhi e, purtroppo, devo essere sincera con me stessa; mi è mancato più di qualsiasi cosa.
Come fa ad essere sempre così bello? Come fa a farmi sempre questo effetto? Sono spacciata, sono veramente spacciata! Mi indebolisco davanti a lui. Tutta la mia forza, la mia resistenza scompaiono ogni volta.
“Sarah… perché sei così stupida? È Noah, diamine! È Noah!” ed è vero. I miei pensieri hanno ragione. Sono solo una stupida ad essere ancora così innamorata di lui e a farmi fottere il cervello in questo modo.
<<Sarah…>> mi chiama, risvegliandomi da quello strambo stato di ipnosi.
Lo fisso, catatonica, con un unico pensiero fisso “al diavolo tutto”. Non posso trattenermi ancora, o adesso o mai più. Tutto il mio cervello dice il contrario, dice che dovrei stare ferma e non farlo, non fare neanche un dannato passo, ma il mio cuore dice tutt’altro e decido di seguirlo, senza pensarci una volta di più.
Mi avvento improvvisamente su di lui e lo bacio, riempiendo quel vuoto che si era creato in me, con la sua mancanza.
Ci baciamo con impeto, spogliandoci così in fretta quasi da volerci strappare i vestiti, lanciandoli un po’ qua e un po’ la, mentre raggiungiamo la camera da letto, senza fare attenzione a dove mettiamo i piedi.

INSIDE OF MEWhere stories live. Discover now