COME TUTTO EBBE INIZIO - SARAH

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SARAH

Mi sveglio improvvisamente in preda all'ansia, affannata, cercando di calmare lievemente il respiro con insuccesso, chiudo gli occhi e porto entrambe le mani sul cuore che, nel frattempo, sta trapanando il petto supplicando di fuoriuscirne. Inspiro, espiro, inspiro, espiro e così via... Dentro la mia testolina mi canto uno stupido mantra "Calma Sarah, calma...".

Riapro gli occhi con lentezza e li sbatto un paio di volte. La mia camera da letto è ancora molto buia, a parte che per una fievole luce diurna che oltrepassa le fessure della tapparella ma abbastanza forte per abbagliare il disastro che ho combinato con le lenzuola, oltretutto di seta bianche, molto pregiate e regalate da mia madre, durante la notte appena trascorsa.

Dio mio! Credo proprio di aver fatto a botte con l'incubo che mi stava divorando durante il sonno! La domanda è chi avrà avuto la meglio? Beh, probabilmente, con tutto l'alcool che mi sono scolata ieri sera, dedurrei "l'Incubo".

Dopo quei fatidici minuti di trance, mi alzo controvoglia dirigendomi verso il piccolo comodino di mogano antico posto all'angolo sinistro del letto e attivo Spotify con Alexa che, ogni qual volta ne abbia bisogno, mi tiene compagnia e ovviamente sempre sintonizzata sulla mia playlist preferita.

Oh, sembra proprio una buona giornata! In questo momento sta passando "Late night talking" di Harry Styles, uno dei miei cantanti preferiti. Inizio a canticchiarmela con un sorriso da ebete stampato in faccia e urlo <<Alexa, alza il volume!>> Ed il volume va quasi al massimo. Chi se ne importa dei vicini! Saranno già tutti al lavoro... Oddio, il lavoro! Mi batto talmente forte un palmo sulla fronte da farmi quasi male ma, accidenti a me che me la sono presa così comoda senza accorgermi che sono già le 8.30 e tra meno di un'ora dovrò essere in ufficio per il mio primissimo giorno.

Se non mi sbrigo, Grace mi ucciderà! Grace Brown è la mia migliore amica dai tempi del college, abbiamo frequentato gli stessi corsi di economia e commercio a Yale ed è grazie a lei se sono riuscita ad avere un buon posto, a quasi ventiquattro anni, come assistente tra i tantissimi assistenti, in una importantissima azienda musicale come la STUMPHONE ENTERPRISE -MUSIC&MARKETING . Di certo, non la vorrei deludere dal principio.

Lascio la stanza così com'è e scappo al bagno interno, piccolino ma davvero delizioso anche se privo di finestre.

Mi spoglio di fretta e furia lanciando le mutandine e la canottiera bianca per aria, incurante del disordine e mi rifugio sotto la doccia. L'acqua è così calda che sembra avvolgere il mio corpo minuto in un abbraccio affettuoso e mi piace la sensazione di sentirla picchiettare delicatamente sul mio viso ancora assonnato, mi da pace e tranquillità... e la medesima canzone di Harry Styles che ormai, fa da sottofondo.

"If you're feelin' down
I just wanna make you happier, baby
Wish I was around
I just wanna make you happier, baby".

Beh, il Paradiso, dopo una notte da inferno poi, ci voleva proprio!

Chiudo l'acqua ritornando in me e attorno sento un armonioso silenzio. Esco dalla doccia e ahimè, quella piccola scatoletta chiamata bagno si è trasformata in una palude. Prendo un asciugamano abbastanza grande da riuscire a coprirmi tutta, e con uno un po' più piccolo, mi avvicino allo specchio che ho di fronte pulendolo di tutto quel vapore che ho combinato durante la mia terza dimensione sotto la pioggia.

Mi spavento di me stessa! Ho un sussulto; lo specchio sta riflettendo una immagine di me alquanto imbarazzante. Ho il viso pallido peggio di quello di un morto, occhiaie viola che sembra di averci giocato a boxe, i miei grandi occhi nocciola, un tempo luminosi e vispi, ora chiusi a due misere fessure, per non parlare che, durante la notte, mi è pure uscito un gigantesco brufolo rosso sul mento! Cerco di schiacciarlo ma inutilmente. Ah, che vergogna! Sarah, svegliati! Devi darti una seria e sbrigativa sistemata adesso, altrimenti... Altrimenti, lasciamo stare!

Mi accorgo solamente ora dei capelli; di solito non vado mai a dormire lasciandoli sciolti perché il giorno dopo li potrei ritrovare peggio del pelo arruffato di un Barboncino. Ma, questa volta l'ho fatto ed il risultato è stato: se li tagliassi a zero sarebbe l'idea migliore. Sono inguardabile!
Il subconscio continua a ripetermi "Che disastro che sei, Sarah!". Già, in effetti ha perfettamente ragione.

Prendo una spazzola dal cassetto sotto il lavandino e con nervosismo inizio a pettinarli, ma che dolore! Così tanti nodi ed il problema è che ne sto strappando un sacco lasciando motti rosso prugna violaceo quasi tendente al fuoco all'interno. Ma continuo a pettinarli finché il responso finale non sarà "lisci e perfetti", tipica frase di quegli stupidi spot pubblicitari.

La parte positiva è che non sono principalmente molto lunghi, mi arrivano a meta schiena. La parte negativa è che sono ondulati ed io odio le mezze misure; o lisci o ricci!

Finisco di fare quell'arduo lavoro e mi guardo allo specchio sperando in un look migliore; non potevo pretendere certamente miracoli in quell'asso di tempo ristretto, ne di passarmi alla veloce la piastra e soprattutto con tutta quella umidità che mi stava soffocando ma, meglio di prima sicuramente. Ora sono abbastanza presentabile senza contare l'umore; mi sento in ansia, eccitata, emozionata, nervosa e...in panico! Sarah, datti una bella calmata. E' tardissimo, ti devi ancora vestire, prendere la macchina e combattere con il traffico che, prevedendo, sarà l'Inferno di Dante. Oh...e come se lo sarà.

Torno in camera da letto senza accendere alcuna luce e senza tirar su la tapparella e, a tentoni, arrivo fino alla sedia accanto alla scrivania dove avevo poggiato i vestiti intimi e da ufficio e la borsa nera a tracolla.

All'interno di tutta quella piccola oscurità si può notare una piccola scrivania ovale in legno antico parecchio disordinata, cosparsa di fogli e appunti qua e la. Piccola oscurità perché non è molto grande, anzi, diciamo che è poco più di un piccolo cubo dalle pareti bianco panna composto da un grande armadio anch'esso in legno antico attaccato alla parete accanto al bagno, un letto matrimoniale ed un comodino. Sostanzialmente è davvero vuota, triste, ma pratica e molto semplice.

Lascio cadere in terra l'asciugamano che avvolgeva le mie esili curve e mi vesto in un lampo nella speranza di non indossare qualche indumento al contrario; tailleur color beige, camicetta di seta leggera del medesimo colore leggermente aperta sul davanti, anche se il mio, tra virgolette, prosperoso davanzale, non farebbe voltare neanche un ultra-centenario e decolleté nere a tacco non troppo alto che, nell'indossarle, ho rischiato di cadere rigorosamente a terra.

Bene, un ultimo accorgimento ai capelli; li raccolgo in un'alta coda di cavallo provando a rimediare un poco al danno e... pronta per affrontare questa prima meravigliosa ed eccitante giornata di lavoro!

Fatemi sapere se vi è piaciuto il primo capitolo ✨💖

La storia è in lavorazione ma siamo alle fasi finali!! È il primo capitolo della saga Inside Of Me💖 
La scrittura è il mio piccolo segreto ed è la prima volta che posto qualcosa, spero tanto che vi piacerà💖
Sarò felice dei vostri commenti!

Per chi volesse seguirmi su Instagram: veronica.rudian_music

A presto!!! ✨

Inside Of Me Where stories live. Discover now