LA VERA AMICIZIA RESTERÀ PER SEMPRE

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Lo stesso giorno, decido di chiamare la mia migliore amica. Alla fine, mi decido. Sono ancora seduta in terra che fisso il vuoto. Non ho voglia di fare niente ma non ho neanche voglia di starmene a casa da sola, aspettando l'arrivo di Noah. So che avrà bisogno di me, dopo questa lunga e triste giornata, ma io... sento di non aver bisogno di lui. Anzi, sento che devo stargli alla larga per un po'. Non riuscirò più a guardarlo negli occhi come prima, dopo quello che è successo. Mi sentirei solo più in colpa, molto di più di quello che già mi sento.
Non potrò mai levarmi di dosso tutto il male che ho causato a Josh. È solo colpa mia se è successa questa tragedia. Solo colpa mia. E non mi perdonerò mai.

Mi alzo lentamente e vado a cercare il cellulare che ho lasciato in camera mia. Mi sembra di essere diventata uno zombie. Mi è passata anche la fame. Ormai quei buoni pancakes saranno già diventati gelidi e non provo neanche a sforzarmi ad assaggiarne uno, per quanto Noah si sia impegnato e li abbia preparati con tanto amore, ho lo stomaco completamente chiuso.
Mi verso solo un po' di succo d'arancia nel bicchiere, perché ho la gola che è diventata totalmente secca e la bocca che sento legata. La sensazione fresca di quel succo tanto buono che scende velocemente giù, aiuta un po' a riprendermi.
Mi avvio verso la mia camera e prendo il cellulare. Non riesco a calmarmi, le mani tremano e ho di nuovo la bocca secca. Ma devo chiamarla, ho bisogno di vederla. Non ho proprio più voglia di niente, solo che, mi manca la mia amica. E in questo preciso momento, ho veramente bisogno di lei.
Scorro la rubrica e la chiamo.
<<Hey! Sei viva allora!>> esclama Grace dall'altra parte. Nel sentire la sua voce, non mi trattengo più e scoppio a singhiozzare intensamente.
<<Sarah? Hey, hey! Ranocchia, ma che ti succede?!>> domanda preoccupata.
E tra un singhiozzo e l'altro, cerco di farmi capire.
<<Grace... io... p-p-per favore. V-v-vediamoci.>> balbetto, completamente disperata.
<<Dio... certo! Si, certo! Corro da te, ok?>>
<<G-grazie.>> singhiozzo ancora.
Grace mi saluta con tanta preoccupazione, dicendomi un "a tra pochissimo".
Il secondo esatto dopo, butto il telefono sul letto e scoppio a piangere ancora più forte, riuscendo a perdere quasi del tutto la voce.

Un quarto d'ora più tardi, suona il citofono; è Grace. Esco dalla stanza e corro ad aprirle.
La sento salire le scale in modo frettoloso e cinque secondi dopo, me la trovo davanti, affannata e in preda al panico. Ho la faccia distrutta, sono irriconoscibile, probabilmente.
<<Oddio, Sarah! Calmati, vieni qua.>> mi stringe forte a se. La mia crisi di pianto riparte ed è di un sonoro così potente da trapanarle quasi i timpani. Ma mi sfogo, mi sfogo con lei perché so che posso, è la mia migliore amica in fin dei conti. Il suo abbraccio caldo mi conforta.
Purtroppo, le sto inzuppando una parte della camicetta azzurrina, ma a lei non importa. Ricambio fortemente il suo abbraccio e prende ad accarezzarmi i capelli, intenta a calmarmi lievemente.
<<Oh, Sarah... andiamoci a sedere. Raccontami tutto, per favore. Mi stai facendo preoccupare tanto.>> mormora premurosa. Annuisco e ci andiamo a sedere sul divano del salottino.

Grace mi porge un pacchetto di fazzoletti. Sto producendo un sacco di schifo dal naso a furia di piangere. La ringrazio e me lo soffio facendo parecchio rumore.
Grace, nel frattempo, continua ad osservarmi con preoccupazione.
<<Allora, vuoi dirmi che ti succede?>> mi domanda dopo un po'. La guardo, ma non ce la faccio a guardarla completamente negli occhi, perché il magone si presenta di nuovo. Abbasso leggermente lo sguardo e, per un po', questa sensazione passa.
<<Ho tante cose da dirti, Grace. Non saprei da dove incominciare.>> mormoro con la voce spezzata.
<<E tu inizia da dove te la senti di iniziare. Lo sai che con me non devi farti problemi.>> mi conforta.
Annuisco ancora, facendole un mezzo triste sorriso.
<<Sono incinta, ma di Noah. L'ho scoperto poche settimane fa.>> mi confido. Provo a guardarla. Strabuzza gli occhi, portandosi entrambe le mani alla bocca. <<E quando aspettavi a dirmelo? Alla sua nascita?!>> esclama sorpresa. Sorrido ancora, ma dentro, continuo a piangere.
<<Sono successe troppe cose e non sapevo come dirtelo. Mi avresti presa per pazza...>>
<<Ma tu sei pazza, o non saresti tu!>> esclama ironica, mettendosi a ridere.
La sua risata squillante è sempre stata contagiosa. Grazie al cielo, lo è anche stavolta. Mi fa ridere, cancellandomi per un attimo quel tragico episodio dalla testa.
<<Hai deciso o, avete deciso, sul da farsi?>> mi domanda, guardandomi con infinita dolcezza. Faccio subito cenno di no col capo.
<<No, ma credo che lo terremo. In fondo... è il nostro bambino...>> le rispondo impacciata. Lei spalanca un po' la bocca, stupita.
<<Come, credi?>> esclama. Purtroppo, quel lieve momento di serenità, dura fin troppo poco. Le lacrime ed il dolore tornano padroni.
<<Si. Beh... perché... io non so più quello che voglio...>> mormoro debolmente, abbassando lo sguardo. So che lei vorrebbe domandarmi altro ma, riesco ad anticiparla prontamente. << Il fatto è... il fatto è, che è successa una tragedia.>> sospiro. Inspiro, espiro, così per diverse volte, senza guardala.
Non ce la faccio a dirglielo. Non riesco ancora a concepirlo. Vorrei solo sperare che non fosse davvero così.
Inspiro ancora, prendendo una bella dose di coraggio e glielo dico.
<<Josh è morto questa mattina. Lo hanno trovato morto.>> mormoro con la voce roca e rotta dal pianto.
Alzo un secondo lo sguardo e la trovo completamente sotto shock. Mi fissa sbalordita. Immagino che anche lei sia rimasta molto colpita dalla notizia appena ricevuta, infatti, la vedo aprire e chiudere la bocca per svariate volte, come se fosse un movimento automatico.
<<Merda...>> sospira pesantemente. Ora, anche i suoi occhi diventano lucidi. <<Com'è potuto succedere...>> domanda attonita. Allora, scoppio in una crisi profonda, urlando tutto quello che più di doloroso ho dentro. Mi sfogo totalmente e completamente. Mi sfogo fino a perdere del tutto la voce, fino a non sentire più gli occhi, che ora sono gonfi, rossi e impregnati di lacrime.
<<È colpa mia!!! È tutta colpa mia!!!>> sbraito a più non posso.
Grace mi tira a sé e mi stringe forte, cullandomi come se fossi una bambina.
<<Cristo... vieni qua. Shhh non è colpa tua, Sarah. Basta, non dirlo neanche per scherzo.>> sussurra con il groppo in gola. Scoppio, dando più sfogo al mio dolore.
Ormai, tutta la sua camicetta è zuppa delle mie lacrime, ma lei continua a stringermi forte e a dondolare con me attaccata a lei.
<<Si. Grace, tu non capisci! È solo colpa mia, se Josh è morto, è solo colpa mia!>> rispondo isterica. Il mio urlo viene smorzato, perché il viso è appicciato al suo petto. Ma si fa sentire, e con tanta potenza e dolore.
Continuo così, a piangere per diversi abbondanti minuti, mentre Grace resta in silenzio, a cullarmi.
Dopo un po', la sua voce mi spezza un po' quel lungo ed intenso pianto.
<<Vuoi che ti preparo qualcosa?>> mi chiede con premura. Alzo il viso e le faccio cenno di no.
<<Grazie ma... no. Non ho fame. Vorrei solo riportare Josh in questa vita...>> le rispondo tristemente. Grace mi accarezza di nuovo la testa. È la mia migliore amica, c'è sempre stata.
<<Oh, Sarah... ma si sa come è successo?>>
<<No. Noah mi ha solo detto che c'è stato un brutto incidente.>>
Vedo Grace abbassare lo sguardo.
<<Ho saputo che c'è stato un terribile incidente questa mattina, dove sono stati coinvolti diversi veicoli e diverse persone sono rimaste ferite. Ho sentito anche che c'è stato un morto. Ma, non sapevo fosse lui.>> mi risponde con il groppo in gola. <<Mi dispiace così tanto, Sarah. So quanto lo amassi...>>
<<Già... l'ho amato così tanto da farlo morire...>> mormoro amaramente.
<<Smettila, per favore! Perché continui a torturarti così?>> esclama.
Allora, la guardo, con gli occhi pieni di lacrime.
<<Sei pronta a sentire tutta la mia storia? Dal punto dove ti avevo lasciata?>> le domando. Grace annuisce accigliata.
<<Allora, sei pronta a sentire per davvero, tutta questa folle storia?>> le domando per l'ultima volta. Annuisce ancora, incuriosita.

INSIDE OF MEWhere stories live. Discover now