24. La mia vittoria sei tu

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Capitolo 24: "La mia vittoria sei tu"

*Chloe's Pov*

È venerdì.
L'ultimo giorno di lavoro per me.
Mi sto occupando del mio articolo, correggendo piccoli difetti, per renderlo perfetto.
In ufficio, si respira già aria di week-end, che con il caldo di questi giorni, tutti bramiamo.

Rileggo l'ultimo scritto di oggi, una volta corretto. Si tratta di un intervista leggera, molto divertente e spensierata, ma al contempo ricca di emozioni.
Soddisfatta del mio lavoro, salvo la bozza e spengo il computer.
Raccolgo le mie cose e salutando alcuni colleghi, tra cui Emma e Sofia, mi dirigo poi all'uscita.

Per quest'oggi ho finito prima.
Uscendo dall'ufficio, constato che è una giornata meravigliosa. Il sole splende altissimo nel cielo torinese, mentre mi dirigo verso la mia auto.

Ma, ahimè dentro di me, le emozioni sono in completo contrasto con le condizioni climatiche.
Vi chiederete perché?
Il motivo è molto semplice. Federico continua a mandarmi messaggi, sempre più insistente. Dovrei rispondigli? In realtà qualche volta ci ho pensato veramente. Magari, anche solo, per dirgli di lasciarmi in pace una volte per tutte. Ma alla fine non l'ho fatto. Ho lasciato che i giorni passassero lenti, con i suoi messaggi continui, che mi hanno obbligata a tenere il telefono in silenzioso. E forse non voglio che smetta di scrivermi, forse voglio solo fargli provare ciò che ho provato io. Io che sono stata malissimo, che sentivo il bisogno di capire perché fosse scomparso, ma adesso che è riapparso forse non mi interessa nemmeno più saperlo.

Ma oggi è una giornata importante.
Non posso permettegli di rovinarla.
Oggi, non posso assolutamente pensare a lui. A ciò che è stato e al male che ho dovuto sopportare in silenzio.
Chris oggi ha bisogno di me, del mio supporto.
Disputerà un incontro importante, che lo porterà o meno ad una competizione di alto livello.
È anche per questo motivo che ho lasciato prima il lavoro.

Inutile dire, che quando me l'ha detto, mi sono sentita orgogliosa. Sta facendo grandi cose nel mondo del tennis e non posso che essere fiera di lui. Lui che ha sempre vissuto di questo sport, che è cresciuto tra i campi composti di terriccio rosso, con racchette più grandi di lui e palline gialle.

Una volta in auto, mi dirigo a casa, per preparami.
Inizio già a sentire l'ansia, come se dovessi giocare io. E pensando a questo, mi viene da ridere, ricordando quanto io sia negata in questo sport. La coordinazione non è proprio il mio forte.

Arrivata a casa in un attimo, soprattutto grazie alle strade stranamente libere, scorgo l'auto di Alba parcheggiata sul ciglio della strada.

Le avevo chiedo di venire a farmi compagnia, in un primo momento ha rifiutato, troppo offesa per il mio ignorare completamente Federico, ma alla fine si è arresa. In fondo ciò che vuole è solo proteggermi, con il tempo ho imparato a capirla.
Averla al mio fianco questo pomeriggio, per me conta molto. Perché, malgrado lei continui a sperare in un ritorno tra me e Federico, per il mio bene riesce a mettere tutto da parte. Riesce a trovare il modo di supportarmi, di essere al mio fianco costantemente, come solo una vera amica fa.

Entro in casa come un uragano e mi precipito al piano di sopra, dove so già che troverò Alba.
Apro la porta della mia camera e la trovo comodamente abbandonata sul mio letto.

«Eccoti finalmente, me ne stavo andando» dice scherzosa, mettendosi seduta.
«Sono qui, in ritardissimo come al solito. Mi cambio e andiamo» l'avviso, mentre apro l'armadio per cercare qualcosa da mettere.
«Lascia faccio io» Alba mi affianca, iniziando a scrutare il mio armadio con molta attenzione.
Conoscendola, spero che non tiri fuori qualcosa di inadeguato, in fin dei conti si tratta di una partita di tennis, nel primo pomeriggio.

L'intervista • Come tutto è cambiato || F.CWhere stories live. Discover now