18. Vendetta ||Parte 1||

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Capitolo 18: "Vendetta" Parte 1

Il sole penetra con prepotenza dalla finestra semichiusa.
Colpisce in pieno il mio viso, infastidendomi.
Apro gli occhi e realizzo che è arrivato il sabato.
Stamattina, con le ragazze andrò alla prova dell'abito di Laura. Quando l'ha scelto, purtroppo ero ancora a Londra, ma adesso che sono qui, sono impaziente di vederlo.
Resto sotto le coperte, fantasticando su come possa essere.

Mi alzo dal letto, notando che è molto tardi e mi preparo velocemente.

Ho appuntamento con le ragazze al nostro solito bar, dove prenderemo un caffè insieme e poi dirette all'atelier.

Se devo essere onesta, non riesco ancora a realizzare che mio fratello si stia per sposare.
Se ripenso a tutte le cose che abbiamo fatto insieme, mi spunta un sorriso. Insieme abbiamo passato i momenti migliori e peggiori, come le litigate con nostra madre, quando diceva a Noah che Laura non le piaceva. Ma ora come ora, sorrido pensando a quanto siano stati forti loro due, più di tutto, insieme hanno affrontato molti ostacoli, restando sempre uniti.

Giro per casa, che come al solito è molto silenziosa, in ogni angolo ci sono ricordi con mio fratello, momenti in cui abbiamo riso e momenti in cui ci siamo quasi picchiati.
Mi perdo tra i ricordi, è inevitabile, ma sono davvero molto in ritardo, mi toccherà rimandare i momenti malinconici a qualche altro istante.

Esco di casa, stretta nel mio abito azzurro, e raggiungo le ragazze al bar.
Le immagino già impazienti, a parlare male di me, che ci metto troppo al alzarmi la mattina. Ma come biasimale? Quando inizio a rintanarmi nei miei pensieri, perdo completamente la cognizione del tempo.

In men che non si dica, mi ritrovo davanti al locale, così apro la porta e ci entro.
Le ragazze hanno già occupato un tavolo accanto alla vetrata, e stanno consumando la loro colazione. Mi avvicino, sorridente alle due, troppo euforica per poter contenere l'emozione.

«Buongiorno mie belle donzelle» dico, avvicinandomi e lasciando un bacio ad entrambe.
«Sempre la solita ritardataria» mi guarda storto Alba. Io ricambio mostrandole la lingua, proprio come una bambina, si.
In questo non siamo mai cambiate.
Io sono sempre la ritardataria, tra le tre, ma ormai ci sono abituate entrambe.

Restiamo a parlare allegramente, mentre consumiamo la nostra colazione.
Laura è impaziente di mostrarmi il suo abito. Io dal canto mio, sto morendo dalla curiosità.

«Ve lo giuro è un sogno» dice, osservando me ed Alba con gli occhi a cuoricino.
«Sono così impaziente di vederlo» dico mentre sorseggio il mio caffè.
«Allora sbrigati con quel caffè, così finalmente possiamo andare» mi sprona Alba, facendo ridere la futura sposa.

Ci dirigiamo finalmente all'atelier, passeggiare in questa calda giornata di inizio giugno è un vero piacere.
Per questo motivo decidiamo di raggiungere il posto a piedi.

Una volta ferme davanti la porta dell'atelier, Laura prende un grande respiro e la spinge, per entrare.

Entriamo e subito vengo catturata dalla moltitudine di abiti da sposa presenti in questo posto. Modelli su modelli di abiti bellissimi, candidi e che rendono felice una donna nel suo giorno più bello.

Ad essere onesta, vedendo gli abiti bianchi attacchiati alle loro cruccette, un po' inizio a fantasticare sul mio grande giorno. E sempre per essere onesta mi vedo vestita di bianco con accanto Federico. È così sbagliato?

Faccio scorrere le mani sulle stoffe bianche, completamente innamorata della sensazione che si prova al tatto.

«Benvenuta Laura. Il tuo abito è già in camerino, seguimi» una commessa, ci viene incontro e sorridente, accompagna Laura in camerino.
Vengo riportata alla realtà, proprio dalla sua voce, che ci esorta a prendere posto sul divano.
Così facciamo. Io ed Alba, prendiamo posto su un divano bianco, in stile barocco, con i braccioli in oro, mentre ci guardiamo intorno, osservando questo posto meraviglioso.

L'intervista • Come tutto è cambiato || F.CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora