15. L'ultimo sbaglio

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Capitolo 15: "L'ultimo sbaglio"

L'amore è quella cosa
che tu sei da una parte,
lui dall'altra
e gli sconosciuti
si accorgono
che vi amate.

Massimo Troisi


Seduta al tavolo, tra Sofia e Manuel, mi sento terribilmente a disagio. Il suo sguardo è fisso su di me ed è reciproco. Ho la constante paura che da un momento all'altro, i presenti al tavolo possano percepire il nostro gioco di sguardi.
Mi sto mettendo in una situazione pericolosa.
Non riesco a togliergli gli occhi di dosso, nemmeno obbligando gli occhi a chiudersi per un istante.

Lui, non fa altro che guardarmi con insistenza, sorridendo malizioso, consapevole del pericolo che sta correndo. Ma cosa sarebbe la vita senza rischiare? È una cosa che lui mi ha sempre detto.

«Allora Chloe, come stai?» mi chiede Manuel, risvegliandomi dai miei pensieri. Riesco a spostare lo sguardo su di lui e gli sorrido.
«Bene grazie, Thessa e Theo invece?» chiedo di rimando.

Pensare che quando sono andata via, il piccolo Theo non era ancora nato, adesso invece è già un ometto. E mi rattrista pensare a ciò che ho lasciato qui a Torino, quando sono andata a Londra.
Ho perso lui, ho perso il rapporto con i ragazzi, con Thessa, e ho perso attimi preziosi con mio fratello, che una volta sposato andrà a vivere in un'altra casa.
Facendo la resa dei conti, penso che abbia perso di più di quello che ho guadagnato.

«Anche loro tutto bene» risponde.

Sposto lo sguardo sul mio piatto, quasi del tutto pieno. Poi lo sposto di nuovo su di lui, che mi sta ancora guardando.

Per me questa è una situazione difficile.
Amare qualcuno, ma sentire che è sbagliato.
Fare in modo che nessuno si accorga dei tuoi sentimenti, repiremerli, fino quasi a farli scomparire.
La pressione che mi sento addosso è tanta.
Devo andare via di qui.

«Scusatemi» sussurro appena, alzandomi dal tavolo.
Rivolgo un piccolo sorriso a Sofia, cercando di non farla preoccupare ed esco dalla sala pranzo.

Appena esco all'aperto, prendo un respiro profondo, cercando di calmare il cuore martellante.

"Non piangere. Non piangere. Non piangere" mi dico, mentre certo di tirare indietro le lacrime.

Mi allontano, lentamente, dalla zona ristoro e mi siedo su una panchina poco distante da lì.

L'aria fresca del primo pomeriggio, mi aiuta a pensare.

A come eravamo due anni fa. Meno maturi, ma c'eravamo l'uno per l'altra, eravamo affiatati, una bella coppia spensierata. Adesso cosa siamo diventati? Siamo complici, amanti, ma non siamo una coppia. Perché di mezzo ci sono altre persone, persone che non meritano di soffrire.

E il mio cuore è diviso di due. Da una parte vorrei restargli accanto per sempre, dall'altra vorrei che mi lasciasse in pace. Perché questo amore non mi fa sempre bene, mi stringe le viscere, mi toglie il respiro.

E quanto vorrei non essere mai partita. Sarei dovuta restare al suo fianco e non permettergli di legarsi ad un'altra donna. Ma ormai il gioco è fatto, e io non riesco più a far finta di nulla. Non riesco a stargli lontana, ma non riesco nemmeno ad essere la sua amante, perché di questo si tratta.
Quando i nostri occhi si incontrano, io sento di amarlo ancora, di non aver mai smesso. Nel profondo sento che quello che ci univa in passato, sta continuando a tenerci legati, malgrado ci siano altre persone al nostro fianco.

L'intervista • Come tutto è cambiato || F.CWhere stories live. Discover now